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Giornata internazionale per il diritto allo studio. Protesta contro tagli e aumenti delle tasse universitarie. In 50 città italiane gli studenti tornano in piazza contro la “ministra” che straparla di “centri sociali che non rappresentano gli studenti italiani”. A Milano polizia e carabinieri in assetto antisommossa arrestano 4 studenti
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ROMA – Nata nel 1941, su iniziativa di alcuni gruppi di studenti cechi in esilio, per ricordare il 17 novembre del ”39 quando centinaia di giovani praghesi – che si opponevano alla guerra – furono arrestati e uccisi dai nazisti, la giornata di lotta studentesca fu rilanciata come scadenza “fissa” dal quinto Forum Sociale Mondiale, svoltosi a Porto Alegre nel 2005.
Così, quest”anno, in “mezza” Europa – almeno quella governata dal centro-destra – la giornata di lotta ha assunto i toni della rivolta studentesca contro le ricette dei tagli all”istruzione come metodo per risanare i bilanci in tempi di crisi economica. Manifestazioni si sono svolte in quasi tutti i Paesi membri dell”Unione. Scontri si sono avuti, con le forze dell”ordine, in Germania e in Grecia mentre a Bruxelles si è svolta l”assemblea internazionale con studenti provenienti da almeno venti diversi Paesi del continente e numerose delegazioni provenienti dalle altre parti del mondo.
In Italia migliaia di studenti hanno scioperato (gli organizzatori parlano del 70 per cento di adesioni) partecipando (in 150 mila, sempre secondo gli organizzatori) alle manifestazioni e ai cortei organizzati in almeno 50 città italiane. A decine le “occupazioni” iniziate e, quasi altrettante, quelle annunciate: dal “Cavour” al “Tasso” di Roma, passando per Milano, Vicenza, Siracusa, Torino e Bolzano, Alghero. Ma tutte le iniziative, al di la delle piattaforme locali, si sono ben presto trasformate nel proseguimento delle mobilitazioni dei mesi scorsi contro la “riformicchia” della ministra Gelmini su “ispirazione” del ministro dell”economia, Giulio Tremonti.
La conoscenza non si vende
Accanto allo slogan europeo: “Education is not for sale” le parole d”ordine dei cortei promossi da Unione degli Studenti e Link-Coordinamento Universitario hanno spaziato da “La Conoscenza non si vende, si apprende” degli studenti napoletani, ad un più risoluto “Il futuro è nostro riprendiamocelo” di quelli romani e, ancora, “Solo la conoscenza cambierà il mondo” dei ragazzi di Cosenza. Una mobilitazione – come non si vedeva da anni – che ha coinvolto studenti delle scuole medie e universitari uniti per rivendicare il carattere pubblico dell”istruzione con momenti di tensione a Milano, mentre a Torino c”è stato un lancio di uova contro la sede regionale del MIUR (Ministero dell”Istruzione, Università e Ricerca) e l”occupazione del Rettorato.
A Milano, dove gli studenti protestavano, oltre che per le scelte del ministro Gelmini, anche contro lo sgombero – avvenuto sabato scorso – del liceo civico-serale: “Gandhi”, si è svolta la manifestazione più infuocata. Qui, il corteo, formato da alcune centinaia di ragazzi, è partito da largo Cairoli e si è, poi, diretto verso largo Treves, dove si trova una sede degli uffici comunali ma. in piazza Mercanti i manifestanti hanno trovato gli agenti della polizia e i carabinieri in assetto antisommossa che sono entrati in contatto con alcuni cordoni studenteschi. Al termine della manifestazione gli studenti hanno annunciato un presidio in piazza San Babila per chiedere il rilascio di quattro compagni bloccati nel corso dei tafferugli e portati in questura per accertamenti in quanto rei, secondo le forze dell”ordine, di aver rovesciato cassonetti e creato disordini durante i momenti di tensione alla partenza del corteo.
A Torino nel nome di Vito Scafidi
Con un applauso per Vito Scafidi, lo studente morto un anno fa nel crollo del liceo “Darwin” di Rivoli: si è aperta la manifestazione a Torino. Alcune migliaia di studenti delle scuole superiori, ai quali si sono uniti anche gli universitari, hanno sfilato per le vie del centro. C”è stato un lancio di uova e carta igienica contro la sede regionale del MIUR e una finta rapina in banca inscenata da due manifestanti con in spalla dei caschi neri, pieni di banconote finte raffiguranti il ministro Gelmini. Parte degli studenti ha, quindi, occupato il cortile del Rettorato: alcuni hanno realizzato un finto preservativo, fatto con un grosso sacchetto di nylon pieno di palloncini, con sopra la scritta “Preserviamo l”università pubblica”.
Riprendiamoci il futuro
Il corteo di Palermo è stato aperto dallo striscione con la scritta “Riprendiamoci il futuro”. Partendo da piazza Politeama i manifestanti hanno sfilato per le vie del centro fino a piazza Indipendenza, dove ha sede la presidenza della Regione. In Sicilia un corteo si è svolto anche a Catania, con partenza da piazza Roma, a cui hanno partecipato alcune centinaia di studenti.
Allegri e sarcastici, come sempre, gli studenti napoletani. Qui, in piazza Matteotti, dove ha la sua sede istituzionale la Provincia, i ragazzi dell”ex “Onda” riuniti nel movimento oggi denominato “Fuck” (Future under construction kollettive ) hanno lanciato migliaia (i partecipanti erano più di 5 mila) di palloncini carichi d”acqua contro il portone d”ingresso chiuso di fronte al quale, poi, hanno esposto uno striscione con la scritta: “Questo palazzo fa acqua da tutte le parti”.
La “bananata” degli universitari romani
La manifestazione di Roma, ha avuto come centro la “Repubblica delle banane”. Migliaia di ragazzi, partiti da Piazza Vittorio diretti all”Università di piazzale Aldo Moro, hanno sfilato tenendo in mano banane vere che sono servite, prima di raggiungere la metà del corteo – dove si è svolta l”assemblea – per la cosiddetta “bananata” una merenda fuori programma organizzata da l”Unione degli Studenti mentre cento giovani dell”Accademia nazionale di danza hanno improvvisato coreografie.
Intanto, poco distante, da piazza Esquilino, partiva la manifestazione dei lavoratori dell”ex Eutelia, l”azienda che vede 1.500 dipendenti senza lavoro. Al corteo hanno partecipato diverse migliaia di persone e molti leader politici tra cui il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, il leader dell”Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, il segretario di Rifondazione, Paolo Ferrero, e numerosi deputati e senatori.
Le sciocchezze della Gelmini
Spiritosa, come al solito, la ministra dell”istruzione, Mariastella Gelmini, non ha perso l”occasione per ribadire – con l”arguzia che la contraddistingue – la sua posizione. “I centri sociali – ha detto – non rappresentano gli studenti italiani” che, secondo lei, invece, “hanno capito che bisogna avere il coraggio di guardare al futuro, di cambiare la nostra scuola, di fare scelte coraggiose”.
Secondo la ministra “i manifestanti, per lo più legati al mondo dei centri sociali, non rappresentano certo i milioni di ragazzi che studiano e si impegnano e che sperano di trovare nelle scuola un”istituzione che li prepari a un vero lavoro”. Insomma, per la ministra, oltre 150 mila studenti – più tutti quelli che hanno scioperato – fanno parte dei centri sociali che, si sa, sono rivolti all”indietro e sono contro il progresso avendo in odio, si dice, il telefono, internet e il frigorifero oltre, è bene ricordarlo, la pentola a pressione. Poi si lamenta se la chiamano “beata ignoranza”!
Fonte: dazebao.org.
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