Lettera aperta di Algido Lunnai al Ministro Renato Brunetta

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19 Luglio 2010 - 14.02


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di Aldo Giannuli
Gentile ministro Brunetta,
Le debbo delle scuse per averla grandemente sottovalutata. Per la verità le sue frizzanti innovazioni in materia di ordinamento della Pa mi avevano già fatto pensare di essere di fronte ad un politico di non comune intelligenza, ma la sua ultima proposta mi induce a pensare che questo è troppo poco: Ministro, Lei è un Genio!

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Lei è il Napoleone del Canal Grande, lo Jellinek dell”era berlusconiana. Ma che dico? Il Padoa Schioppa del Pdl!

Mi riferisco alla sua proposta “Concorsi chiavi in mano”.

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D”ora in poi la preparazione dei test, la raccolta delle domande di partecipazione, l”espletamento delle prove concorsuali, la formazione delle graduatorie e l”eventuale perfezionamento formativo dei vincitori, saranno espletati da aziende private cui sarebbe dato l”incarico dagli enti pubblici, sulla base delle loro esigenze di reclutamento.
In questa maniera basta con le raccomandazioni, con il voto di scambio, la selezione verrebbe fatta da professionisti delle risorse umane e tutto porterebbe anche ad un bel risparmio per l”Amministrazione.
Sembra che i primi enti ad essere interessati saranno il Formez e l”Università Bocconi, ma questo non esclude affatto che possano essere incaricate anche altre aziende specializzate ed, in ogni caso, basterà fare attenzione a nominare il responsabile del Formez che dipende dal Dipartimento della Funzione Pubblica della Presidenza del Consiglio, anche se poi è gestito con criteri più modernamente autonomi.
Si, c”è quel particolare dell”art. 97 della Costituzione per il quale non sarebbe del tutto corretto procedere così, ma, diciamolo una volta per tute: c”è ancora una Costituzione in Italia? In tempi di globalizzazione, di banda larga e decisioni just in time mi venite a parlare ancora di un ferrovecchio di 60 anni fa?
Pensiamo invece ai lati positivi della vicenda: che magnifiche prospettive si aprono per la nostra nobile arte!
In un primo momento, si potrebbe procedere cosi: l”autorità politica che indice il concorso tratta con l”azienda cui affidare la selezione concorsuale, riscuotendo l”ovvia contropartita. Basta con la raccolta degli oboli concorrente per concorrente! Cose rischiose e -mi si perdoni il termine- anche un po” sputtananti.
Si tratta solo con pochi interlocutori qualificati e si incassa in una sola botta.
Poi l”azienda selezionatrice -oltre a ricevere il compenso previsto dal capitolato d”appalto- provvederebbe in proprio a vendere uno ad uno i posti in palio.
Ma -mi si dirà– si prevedono test informatizzati, procedure automatiche, sale impenetrabili ai segnali telefonici, distanze di sicurezza fra concorrente e concorrente ecc.. Ed allora? I quiz potrebbero essere opportunamente distribuiti prima, oppure i candidati “vincenti” potrebbero essere concentrati in alcune sale in cui sarebbe data la soluzione dei test, oppure ricorrendo ai vecchi trucchi della sostituzione di persona o delle prove. Anzi possiamo farlo meglio di prima, perchè essendo prove gestite privatamente, la sorveglianza non sarebbe effettuata da poliziotti o funzionari statali, ma da società di vigilantes appositamente prescelte. Così tutto resta in famiglia.
Ci sono, poi, altri interessanti sviluppi: società opportunamente collegate potrebbero curare la “preparazione al concorso” (con debita tassa di iscrizione) nelle quali, per pura combinazione, sarebbero trattati esattamente gli argomenti oggetto delle prove e questo legalizzerebbe pienamente l”eventuale obolo del futuro vincitore.
Peraltro, la stessa azienda potrebbe curare una sorta di “pre selezione” concorsuale, tale da scoraggiare la partecipazione eventuali intrusi, magari “consigliando” di presentare domanda per una futura occasione più adatta. In questo modo, l”eventuale garbuglio non configurerebbe neppure un reato.
Altro vantaggio: nella denegata ipotesi di uno scandalo, esso toccherebbe l”azienda e non l”autorità politica, che, anzi, potrebbe presentarsi come parte lesa (tanto non c”è ricevuta di quanto ricevuto a suo tempo).
In un secondo momento, si potrà fare anche qualche passo avanti: ad esempio i responsabili politici delle amministrazioni interessati (magari in una logica bi-partisan, che va tanto di moda) potrebbero costituire personalmente le società cui affidare i concorsi. Ovviamente, con le opportune tecniche di prestanome, scatole cinesi, società estere eec: ça va sans dire.
Anzi consiglierei caldamente società con sedi negli Usa o a Londra ed, ovviamente, nome in inglese che è già di per sè una garanzia di serietà, imparzialità, efficienza.
Bellissimo, poi, lo slogan prescelto: “Fermeremo i raccomandati!” E” giusto: i raccomandati sono dei “portoghesi” che, nella maggior parte dei casi, non pagano o fanno labili promesse elettorali sempre meno controllabili in tempi di sistemi elettorali senza preferenza. E dunque, basta con i raccomandati, avanzino gli “spettatori paganti”.
E il tutto dando ad intendere all”opinione pubblica che stiamo risanando la Pubblica Amministrazione.
Ministro, Lei merita il Nobel!
Mi creda suo affezionatissimo

Algido LUNNAI, 19 luglio ”10

Ps: Sto leggendo un interessantissimo titolo sull”ancien régime della Francia prerivoluzionaria e sul sistema delle cariche venali. Interessantissimo.

Tratto da:
aldogiannuli.it

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