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La strada che ho imboccato per il mio compito supremo, distruggere la scuola pubblica, compito che mi è stato affidato in una notte senza luna, quando si vedeva solo il luccichio degli occhiali di Tremonti, questo compito non è come vorrei, esente da resistenze.
Ti racconterò oggi la mia ultima disavventura.
Il Consiglio di Stato (cosa sia non chiedermelo, sarò anche laureata in legge, ma sai che passavo il tempo sui banchi di scuola a colorare le figurine coi ritratti di Berlusconi, coi capelli, senza i capelli, con diverse sfumature di capelli…), allora questo consiglio mi ha dato torto. A me! Che sono la stella polare della scuola privata, che sono la musa ispiratrice di ogni morboso sforbiciatore, che sono il ministro dell”istruzione più ignorante della storia della Repubblica, cosa di cui meno gran vanto. Pensa dopo il TAR (ma che è ”sto tar? Sarò anche laureata in giurisprudenza, ma sai che durante le ore di lezione imparavo tecniche di memorizzazione per poter diventare in futuro la portavoce dei miei signori e padroni?), anche il Consiglio di Stato mi dà torto e adesso caro diario?
Dal tremendo luccichio delle lenti di Tremonti avevo avuto l”ordine di distruggere la scuola pubblica in vari modi, ad esempio anche diminuendo le ore di lezione per tutti: un doppio risparmio per lo Stato: soldi e cervelli. Il miracolo s”era compiuto facendo partire la riforma delle superiori non solo nelle prime ma in tutte le classi. M”era parsa un”idea tanto bella, innovativa, ero certa che almeno gli studenti avrebbero esultato, da 36 avrebbero d”un botto fatto solo 32 ore!
Nelle II, nelle III, nelle IV dei Tecnici e nelle II e nelle III dei Professionali avevo tolto le materie più brutte, la matematica, un po” di italiano, le materie specifiche… insomma tutta una leggerezza. Non sono stata capita si sono lamentati, hanno detto che se uno si iscrive a un certo tipo di scuola non gliela possono cambiare così. Hanno reclamato il diritto alle 36 ore e a fare tutte le materie. Sono pazzi davvero, fosse successo ai miei tempi!
E adesso che faccio?
Forse ho un tantino esagerato, ma quando si comincia a sforbiciare ci si prova gusto.
Adesso dovrò mica rivedere tutto, rimettere tutte quelle ore e riassumere tutti quei precari che tanto con lo sciopero della fame si erano già così ben abituati a fare economia?
Sentirò cosa mi ordinano… no non la legge chi la capisce quella? Io la legge non so proprio cosa sia, no, sentirò i miei capi, Tremonti, Berlusconi (che magari mi darà figurine nuove). Sono sicura che troveremo il modo di fare in piena libertà quello che vogliamo, chi se ne frega del TAR, del Consiglio di Stato, diremo che il parere non è vincolante, che ormai sarebbe il caos, che non cambierà niente… ma sì, mandano giù di tutto questi italioti, manderanno giù anche questa.
E magari il Bossi ci darà una mano: col parere di questi porci romani, dirà , mi pulisco… e tutto finirà per il meglio.
Caro diario a presto, vado a imparare a memoria la risposta al Consiglio di Stato.
Ps Sperando vivamente che le cose non siano così e che la legge venga rispettata, ci tenevo a informare sulla questione poiché ne parlano solo pochi giornali. Peccato perché in gioco non è solo la scuola, ma il concetto stesso di rispetto della legge, mi pare. E non è poco.
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A cura di Maria Rosa Panté.
Tratto da http://www.agoravox.it/Il-Consiglio-di-stato-respinge-il.html.
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