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Lettera aperta al Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana.
Egregio signore,
In ventisette anni di lavoro (il mio mestiere è quello di educatore) non ho mai pronunciato, mi creda, la parola “inculcare”. Perché, oltre a non essere un”espressione corrispondente al ruolo che svolgo, non mi piace come suona, la trovo, come dire, cacofonica.
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Lei, al contrario, durante una sua esibizione, l”ha usata, in un periodo, ben due volte “.gli insegnanti inculcano le loro idee che sono contrarie a quelle inculcate dai genitori.” (cito a braccio, senza documentarmi, tanto lei, poi, smentisce). Al suo posto preferisco la parola “educare”, verbo bellissimo, melodioso che, pensi un po”, viene dal latino “educere” che sta a significare “trarre fuori, estrarre”. Un altro verbo,questa volta greco, trovo similmente bello e affine a “educere”. Cioè, “maieuomai”, da cui il sostantivo “maieutica”, l”arte di far partorire le anime cara a Socrate, a Platone e a tutti quegli uomini e donne che nella vita hanno scelto il nobile mestiere di educatore. Arte somma e difficile, non priva di ostacoli, impervia, ma sicuramente gratificante. Perché si vedono sbocciare sotto i propri occhi, proprio come dei fiori, le intelligenze, le qualità racchiuse in potenza negli allievi.
Ma ammettiamo pure che, noi docenti, volessimo inculcare qualcosa. Lei pensa, egregio signore, che sarebbe facile? Pensa sia facile, oggi, nel mondo in cui si vive, nella società in cui si vive, trovare uno spazio nella mente dei nostri giovani in cui inculcare qualcosa di diverso che non appartenga a quel mondo patinato e di cartapesta, un mondo alla Matrix, che abilmente gli è stato costruito intorno?
Lei è persona troppo intelligente per non capire di cosa stia parlando.
Lei sì, caro signore, è un vero, abile inculcatore. Forse non ne è nemmeno consapevole, ma passerà alla storia non come un grande uomo politico, né un grande statista. Lei passerà alla storia come “il grande inculcatore”.Come c”è stato, nella storia del nostro Paese, il Medioevo, il Rinascimento, l”Illuminismo, il Romanticismo, il Decadentismo, così, tra qualche anno, sui libri di Storia e Letteratura, si parlerà dell”era del Grande Inculcatore.
Lei sta inculcando, e in questo è abilissimo, da decenni, nel nostro Paese, “dove il sì sonava”, una visione del mondo che ritiene vincente (per lei lo è, sicuramente), una tele- visione che tiene avvinta una moltitudine di esseri in una caverna sul cui muro, come su uno schermo, passano delle ombre ritenute, dai presenti, la vera unica realtà .
Il compito di noi educatori è, oggi, quanto mai arduo, egregio signore. Si tratta di accompagnare questa bella gioventù fuori dalla caverna, a fissare la luce del sole. Ma molto gradualmente, per gradi, perché il buio della notte è durato tanto.
Buona fortuna
Prof. Franco Fiorentino, educatore
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