Salviamo la scuola pubblica: una proposta concreta

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13 Aprile 2011 - 20.59


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(a cura di) Andrea Bagni.

In tre anni quasi 90.000 docenti in meno e oltre 40.000 collaboratori scolastici tagliati. La petizione del Movimento scuola precaria – CPS Milano (www.forumscuole.it/msp) e del Gruppo autorganizzato di precari della scuola di Milano (assembleascuolaprecaria@gmail.com) per chiedere che il personale della scuola sia assunto a tempo indeterminato secondo la normativa europea si può firmare all”indirizzo http://www.firmiamo.it/per-il-ruolo.

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La nostra scuola non è più nelle condizioni di assicurare a tutti il diritto ad un”istruzione di qualità, capace di rispondere ai bisogni educativi di ciascuno e alle sfide del mondo contemporaneo.

Lavorare coi ragazzi e le ragazze di oggi, lo sappiamo, richiede più che mai impegno e continuità.

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Eppure si taglia, lasciando i giovani disoccupati e gravando sugli insegnanti più anziani che vedono per di più allontanarsi progressivamente pensioni e scatti di anzianità.

La scuola pubblica ha bisogno di una riforma seria, sostenuta da un piano di investimenti certo, ed è invece progressivamente deprivata del sostegno concreto che le occorre per adempiere la propria missione costituzionale.

Così, mentre si continuano a finanziare le scuole private, quelle pubbliche sopravvivono per lo più grazie all”impegno volontario di docenti e genitori, ma per quanto ancora?

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Noi crediamo che il primo passo verso la riconquista della dignità della scuola pubblica sia il ritiro dei tagli al personale e l”assunzione a tempo indeterminato di tutti coloro che sono oggi la parte giovane della scuola e che invece restano ai margini.

Per restituire continuità ai percorsi educativi e solidità alle comunità scolastiche.

Perciò chiediamo che i precari della scuola siano assunti in ruolo rispettando le normative europee ed italiane sulla reiterazione dei contratti a tempo determinato.

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La direttiva europea 1999/70/CE e il decreto legislativo 368/2001 (applicata nel nostro Paese solo per il settore privato) prevedono infatti la trasformazione dei contratti da tempo determinato a tempo indeterminato al terzo contratto stipulato o dopo aver lavorato ? anche non consecutivamente ? per 36 mesi con lo stesso datore di lavoro (nel nostro caso il MIUR).

 

Fonte: Ècole

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