PENSANDO, PENSANDO ... (3)

'La terza puntata dei pensieri di Fabrizio Caròla, l''architetto che ha coltivato idee e tecniche per la decrescita felice. Un insegnamento ripensato.'

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20 Agosto 2013 - 23.16


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di Fabrizio Caròla.

Tempo
fa, leggendo “I Sonnambuli”, un libro di Arthur Koestler che
tratta della storia delle teorie sull’universo, mi colpì il fatto
che personaggi come Copernico e Keplero perdevano d’un tratto
quella nebulosa vaghezza nella quale le mie nozioni scolastiche li
avevano relegati, per diventare bruscamente delle persone reali,
concrete e umane.

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Le loro teorie, le loro scoperte, i
pensieri, le vicende come pure le reazioni dei contemporanei,
tutto diventava chiaro e comprensibile.

Tanta
chiarezza risultava dal fatto che l’autore inseriva i personaggi
nel loro tempo
, bene inquadrati nel contesto dell’Europa del
Rinascimento, tracciando di questa un largo ma anche profondo
panorama e scendendo fin nei dettagli della vita di tutti i giorni.

Da
questa constatazione mi è venuto spontaneo il paragone con
l’insegnamento scolastico: impariamo a scuola una gran
quantità di nozioni, alcune precise altre vaghe, ma ognuna
indipendente dalle altre, senza che mai vi sia un collegamento
fra le varie materie; acquisiamo lo scibile umano un po’ alla
rinfusa, come se ci dessero pezzi di un puzzle senza l’immagine da
comporre…

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In
una stessa giornata di studio si insegnano argomenti diversi, così
slegati e lontani gli uni dagli altri (come fossero tutti fenomeni e
fatti isolati) che in tutta la sua vita l’allievo non riuscirà mai
a comporre il puzzle delle cose apprese né a situare i fatti, se non
vagamente, nel tempo e nello spazio. Si studia per esempio l’Iliade
per la letteratura, il Medioevo per la storia e l’Africa
per la Geografia: come si può pretendere da un ragazzo di 12-13 anni
di comprendere il valore di un poema omerico che spunta tra la Lega
Lombarda e l’attuale produzione di cereali dell’Africa del Nord?

Perché,
studiando Omero, non si studierebbe anche la storia greca, la
geografia della Grecia e l’arte, la religione, la matematica, la
filosofia di quella stessa Grecia e degli altri popoli nella stessa
epoca?

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In
tal modo l’allievo sentirebbe, fin dall’inizio, che esiste un
rapporto tra il luogo, il tempo, il pensiero e l’azione

che la religione ha una storia, che la storia ha una geografia,
che la scienza ha una storia e una geografia, che l’arte ha una
storia, una geografia e una religione.

Insomma
io penso che l’insegnamento dovrebbe progredire per strati
storici
che determinerebbero una relazione orizzontale tra le
varie materie
.

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Partendo
dalla Preistoria, cioè l’epoca più primitiva, l’allievo
percorrerà l’evoluzione dell’uomo sotto tutti gli aspetti e
tutte le latitudini accedendo, di anno in anno a nozioni sempre più
complesse, in concordanza con la sua età, cioè con l’evoluzione
delle proprie capacità intellettuali. Ripercorrerà così il cammino
dell’uomo, passo a passo, da una scoperta all’altra, da
un’invenzione all’altra, da una battaglia all’altra e capirà
il senso di questa evoluzione e alla fine, forse, riconoscerà se
stesso e capirà gli altri.

Partendo
da questa base ho immaginato una scuola “nuova” che potrebbe
essere divisa in tre cicli fondamentali:

1° I MEZZI da 5 a 8
anni

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2° LA CONOSCENZA
da 8 a 16 anni

3° L’ESPERIENZA da
16 a 19 anni

1° Nel
primo ciclo che dura tre anni, il bambino acquisisce i mezzi
che gli saranno necessari per conoscere ed esprimersi: impara cioè a
leggere, scrivere, parlare, cantare e…giocare; gli si dà inoltre
la possibilità di accedere a mezzi d’espressione più soggettivi
come il disegno, la musica, la scultura, la recitazione ecc…

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2°
Acquisiti i mezzi, il ragazzo entra nel ciclo della conoscenza
cominciando, come ho già detto, dalla Preistoria a risalire la scala
della conoscenza e del progresso dell’uomo fino al presente.

Questo
ciclo dura otto anni e ogni anno l’allievo viene immerso
completamente in un’epoca che sarà esaminata, studiata, analizzata
e vissuta in una sorta di favoloso gioco di
gruppo al quale contribuiranno libri, disegni, fotografie,
cinema, suoni, teatro ecc…..E tutte le materie, comprese quelle
scientifiche, vanno studiate nell’ottica di quell’epoca; ed ogni
epoca, approfondita così in tutte le sue parti, risulta la base
naturale dell’epoca seguente, secondo una sequenza logica e umana e
non per un susseguirsi astratto di vicende incomprensibili.

Inoltre
lo studio non va limitato da una visione nazionalistica come
avviene tuttora, per cui l’Italia per gli italiani o la Francia per
i francesi appaiono ai rispettivi alunni come il centro
dell’Universo; va invece esteso a tutte le civiltà che si sono
sviluppate parallelamente alla nostra, anche se in maniera totalmente
diversa, perché se oggi l’incontro tra le varie civiltà è così
spesso doloroso, ciò è dovuto più alla reciproca ignoranza che ad
una vera e propria impossibilità di scambio e comunicazione.

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3° Finito
il secondo ciclo, l’allievo è ora un giovanotto di 16 o 17 anni
con una solida cultura alle spalle; fra poco si inserirà nella vita
degli adulti e dovrà scegliere un’attività attraverso la quale
esprimersi e dare il suo contributo alla collettività.

Il
terzo ciclo ha dunque come obiettivo di preparare il giovane a questo
ingresso nella vita e permettergli di operare una scelta cosciente
del proprio avvenire
.

Durante
tre anni l’allievo prenderà conoscenza di tutte le attività del
mondo moderno; scoprirà cos’è un medico, un avvocato, un
architetto o un giornalista; conoscerà il meccanismo di una banca,
di un partito politico o di una cooperativa; sarà informato di come
funziona o come si governa una nazione e una società per azioni;
visiterà ospedali, cantieri, laboratori, industrie, aziende agricole
ecc…..

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Alla
fine di questo ciclo il giovane è pronto per scegliere e affrontare
la specializzazione, cioè l’università, la scuola tecnica,
il lavoro e la vita.

Per
concludere, io propongo una
scuola viva
,
perché la scuola deve
essere viva, interessante e divertente; il ragazzo deve svegliarsi
la mattina con l’ansia di saperne di più…

La
curiosità, il desiderio di sapere, sono caratteristiche fondamentali
dell’uomo e si manifestano con forza nel bambino, ma la scuola fino
ad ora, invece di esaltare la curiosità naturale, la smorza
sostituendola con una noia profonda e facendo dello studio un penoso
dovere laddove dovrebbe essere un gioco allegro e appassionante.

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In
una scuola nuova non dovrebbero esserci né voti né coercizioni di
sorta perché l’interesse e il gioco del sapere dovrebbero essere
incentivi sufficienti e perché la selezione avverrà poi nella vita
o nelle università, laddove entrano in gioco precise responsabilità
professionali.

 

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NOTE
BIOGRAFICHE SU FABRIZIO CARÃ’LA

“A
me l”architettura non interessa. A me piace farla.”

La
biografia di Caròla sembra tratta da un romanzo. Figlio di
un”importante famiglia napoletana si diploma – nel 1956 – alla

Ecole Nationale
Supérieure d”Architecture “La Cambre”
di
Bruxelles, fondata da Henry Van de Velde.

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L”ambiente
di formazione risulta determinante per la definizione di
un
approccio “fisico” al progetto, un”architettura legata al
fare, all”azione concreta del costruire
.

Ma
Caròla, non è solo un architetto,
è
un nomade alla costante ricerca di nuove strade
,
votato alla sperimentazione e alla scoperta. Proprio questa
attitudine lo spinge negli anni 60” verso l”Africa, un territorio a
lui sconosciuto. In principio il Marocco dove partecipa alla
ricostruzione post terremoto
dell”ospedale di Agadir
, poi la
Mauritania, paese in cui realizza il suo progetto più importante,
il
Kaedi Regional Hospital, per il quale riceve nel 1995 l”Aga Kahn
Award for Architecture
– un edificio
a cupole ribassate collegate da corridoi in grado di ospitare stanze
per malati e residenze per i familiari, dove si concentrano tutti gli
aspetti di un pensiero e di un modo d”agire sostenibile – e infine il
Mali
dove scopre e studia
l”architettura
sub-sahariana
passando gran parte
della sua vita.

(Per
leggere il resto delle interessanti note su Caròla, leggi qui:

http://www.architetturaecosostenibile.it/architettura/nel-mondo/fabrizio-carola-africa-cupole-terra-cruda-architetto-napoletano-090.html)

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La
rubrica di Fabrizio Caròla darà origine a un
e-book

La
prima puntata:
PENSANDO,
PENSANDO (1)
.

La
seconda puntata:
PENSANDO,
PENSANDO (2) … AL FUTURO
.

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Immagine adattata da “freakingnews.com”

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