ATF AMP
di Miguel Martinez.
Costanzo Preve è stato, a modo suo, un mio amico.
Era un termine a cui ci teneva molto, e implicava una forma di signorile rispetto per chi non si vende.
L’ho incontrato la prima volta più di
dieci anni fa, e mi ha subito colpito il contrasto tra il suo fisico e
la sua meravigliosa intelligenza. Già allora, soffriva di numerosi
acciacchi, che quasi gli impedivano di camminare e accentuavano il suo
distacco dal mondo. Un distacco interiore, ma anche corporeo, come
quello di certi matematici.
dieci anni fa, e mi ha subito colpito il contrasto tra il suo fisico e
la sua meravigliosa intelligenza. Già allora, soffriva di numerosi
acciacchi, che quasi gli impedivano di camminare e accentuavano il suo
distacco dal mondo. Un distacco interiore, ma anche corporeo, come
quello di certi matematici.
Battendo a macchina innumerevoli pagine sulla sua vecchia Olivetti,
impermeabile a ogni forma di elettronica, Costanzo aveva costruito,
lucido sillogismo dopo sillogismo, un’intera rappresentazione del mondo,
che affascinava per chiarezza: ogni gradino veniva elaborato, reso
perfettamente comprensibile a chiunque, levigato e sistemato in rapporto
a quello successivo.
impermeabile a ogni forma di elettronica, Costanzo aveva costruito,
lucido sillogismo dopo sillogismo, un’intera rappresentazione del mondo,
che affascinava per chiarezza: ogni gradino veniva elaborato, reso
perfettamente comprensibile a chiunque, levigato e sistemato in rapporto
a quello successivo.
Costanzo mi diceva, “io sono un pensatore sistematico, tu sei un pensatore problematico“;
e infatti Costanzo cercava sempre leggi universali, parlando del
particolare soltanto come occasionali esempi o come trucco per
risvegliare l’attenzione del lettore. Un po’ l’inverso del metodo del vedere il mondo in una goccia d’acqua, che mi accomunava molto di più all’altro grande personaggio morto quest’anno, Roberto Giammanco.
e infatti Costanzo cercava sempre leggi universali, parlando del
particolare soltanto come occasionali esempi o come trucco per
risvegliare l’attenzione del lettore. Un po’ l’inverso del metodo del vedere il mondo in una goccia d’acqua, che mi accomunava molto di più all’altro grande personaggio morto quest’anno, Roberto Giammanco.
Se dovessi scegliere un’unica parola per definire Costanzo sarebbe – sorprendentemente per chi lo conosce come marxista – borghese.
Mozart e Goethe, lui ci diceva, erano borghesi, Silvio Berlusconi no.
E per “borghese†intendeva il ceto che aveva creato la civiltà occidentale dell’Ottocento.
Persone rigorose, costruttive, colte, capaci di parlare molte lingue,
amanti della musica (ovviamente classica), curiose di esplorare insieme
scienze, arte e storia, con quel certo distacco dignitoso nel linguaggio
e nei rapporti. Che poi, se guardiamo le biografie, furono anche quelli
che pensarono e guidarono il movimento socialista.
Persone rigorose, costruttive, colte, capaci di parlare molte lingue,
amanti della musica (ovviamente classica), curiose di esplorare insieme
scienze, arte e storia, con quel certo distacco dignitoso nel linguaggio
e nei rapporti. Che poi, se guardiamo le biografie, furono anche quelli
che pensarono e guidarono il movimento socialista.
Con Costanzo parlavamo soprattutto di un
aspetto del mondo borghese che emerge poco dai suoi scritti: Costanzo
era cresciuto, tra l’altro, ad Atene, Istanbul e Alessandria d’Egitto.
Suo padre era un liberale laico piemontese, sua madre greco-armena. Uno
dei tanti frammenti di un mondo che ci piaceva chiamare ottomano
– e infatti, se non avesse deciso di dedicarsi alla filosofia, credo
che avrebbe voluto impegnare gran parte delle proprie energie per una
ricomposizione della frattura tra i popoli gemelli, greci e turchi.
aspetto del mondo borghese che emerge poco dai suoi scritti: Costanzo
era cresciuto, tra l’altro, ad Atene, Istanbul e Alessandria d’Egitto.
Suo padre era un liberale laico piemontese, sua madre greco-armena. Uno
dei tanti frammenti di un mondo che ci piaceva chiamare ottomano
– e infatti, se non avesse deciso di dedicarsi alla filosofia, credo
che avrebbe voluto impegnare gran parte delle proprie energie per una
ricomposizione della frattura tra i popoli gemelli, greci e turchi.
Invece, decise – contro il volere di suo
padre, che sosteneva che certe cose erano “da checche o da preti†– di
andare a Parigi a studiare filosofia, avvicinandosi al marxismo.
Un marxismo che non aveva nulla a che vedere con la fede di militanti e
politici italiani, da cui Costanzo si è sempre tenuto lontano. Tanto
che ha fatto semplicemente l’insegnante di liceo, evitando di entrare in
campi soggetti a competizione o a ricatto.
padre, che sosteneva che certe cose erano “da checche o da preti†– di
andare a Parigi a studiare filosofia, avvicinandosi al marxismo.
Un marxismo che non aveva nulla a che vedere con la fede di militanti e
politici italiani, da cui Costanzo si è sempre tenuto lontano. Tanto
che ha fatto semplicemente l’insegnante di liceo, evitando di entrare in
campi soggetti a competizione o a ricatto.
Costanzo non nutriva simpatia per gli
attivisti, a suo avviso settari e ambiziosi, che affollavano il mondo
della sinistra italiana; in compenso, sapeva guardare con lo stesso
signorile rispetto tutte le persone intelligenti e in buona fede, di
qualunque provenienza, capaci di seguire fino in fondo un ragionamento.
attivisti, a suo avviso settari e ambiziosi, che affollavano il mondo
della sinistra italiana; in compenso, sapeva guardare con lo stesso
signorile rispetto tutte le persone intelligenti e in buona fede, di
qualunque provenienza, capaci di seguire fino in fondo un ragionamento.
Si trovava così nella curiosa posizione
di essere uno dei massimi esegeti italiani di Marx, e allo stesso tempo
del tutto alieno allo spirito di complicità gregaria che teneva in piedi
la sinistra italiana realmente esistente: diciamo che Preve non è mai
stato un compagno, ecco.
di essere uno dei massimi esegeti italiani di Marx, e allo stesso tempo
del tutto alieno allo spirito di complicità gregaria che teneva in piedi
la sinistra italiana realmente esistente: diciamo che Preve non è mai
stato un compagno, ecco.
Mi ricordo di un dibattito tra Costanzo e
un vivace militante di provenienza trotzkista. In cui il militante
aveva espresso in modo pittoresco la sua furia per la maniera in cui si
rischiava di buttare a mare Marx. Costanzo esordì, dicendo “Dire, ‘ci siamo rotti i coglioni’, non è un argomento filosofico“.
un vivace militante di provenienza trotzkista. In cui il militante
aveva espresso in modo pittoresco la sua furia per la maniera in cui si
rischiava di buttare a mare Marx. Costanzo esordì, dicendo “Dire, ‘ci siamo rotti i coglioni’, non è un argomento filosofico“.
Ma questa sua distanza da chi ai
Festival dell’Unità arrostiva la porchetta, o da chi distribuiva
volantini in piazza, non aveva nulla a che vedere con arroganza
intellettuale. Infatti, Costanzo scriveva per l‘ultima rivistina autoprodotta da un gruppo di studenti
con lo stesso impegno con cui avrebbe scritto per una grande casa
editrice; o forse anche di più, perché apprezzava profondamente ogni
autentico sforzo intellettuale, soprattutto se privo di secondi fini.
Festival dell’Unità arrostiva la porchetta, o da chi distribuiva
volantini in piazza, non aveva nulla a che vedere con arroganza
intellettuale. Infatti, Costanzo scriveva per l‘ultima rivistina autoprodotta da un gruppo di studenti
con lo stesso impegno con cui avrebbe scritto per una grande casa
editrice; o forse anche di più, perché apprezzava profondamente ogni
autentico sforzo intellettuale, soprattutto se privo di secondi fini.
Costanzo ha pagato volentieri un prezzo
molto alto per questa sua estraneità , venendo escluso dalla sinistra
realmente esistente, mentre il suo anticapitalismo radicale gli impediva
ogni avvicinamento al trionfante mondo liberale. In compenso ha avuto
molto ascolto da piccoli ambienti e singoli individui, provenienti dalle
più varie esperienze e alla ricerca di un modo per comprendere il
grande naufragio dei nostri tempi.
molto alto per questa sua estraneità , venendo escluso dalla sinistra
realmente esistente, mentre il suo anticapitalismo radicale gli impediva
ogni avvicinamento al trionfante mondo liberale. In compenso ha avuto
molto ascolto da piccoli ambienti e singoli individui, provenienti dalle
più varie esperienze e alla ricerca di un modo per comprendere il
grande naufragio dei nostri tempi.
Un’identità si mantiene solo con chiare e
invalicabili frontiere, e il fatto che Costanzo trattasse assolutamente
alla pari chiunque lo volesse ascoltare ha suscitato le più incredibili
reazioni da parte di certi identitari di sinistra, che sono arrivati in
taluni casi alle minacce fisiche e anche a falsificazioni piuttosto ridicole
dei suoi scritti, cosa di cui abbiamo dato conto anche qui. A
dimostrazione di come tutti i grandi gruppi umani sottostiano alle
stesse tremende leggi, a prescindere dalle idee cui dichiarano di
rifarsi.
invalicabili frontiere, e il fatto che Costanzo trattasse assolutamente
alla pari chiunque lo volesse ascoltare ha suscitato le più incredibili
reazioni da parte di certi identitari di sinistra, che sono arrivati in
taluni casi alle minacce fisiche e anche a falsificazioni piuttosto ridicole
dei suoi scritti, cosa di cui abbiamo dato conto anche qui. A
dimostrazione di come tutti i grandi gruppi umani sottostiano alle
stesse tremende leggi, a prescindere dalle idee cui dichiarano di
rifarsi.
Ci accomunava anche l’amore per le lingue: Costanzo era equivalente madrelingua in italiano, greco e francese,
conosceva molto bene il tedesco e l’inglese, abbastanza lo spagnolo e
se la cavava con il turco e, se ben ricordo, anche l’armeno. Era capace
di tenermi al telefono per lunghi minuti analizzando la costruzione
sintattica turca o le differenze tra greco classico e greco moderno.
conosceva molto bene il tedesco e l’inglese, abbastanza lo spagnolo e
se la cavava con il turco e, se ben ricordo, anche l’armeno. Era capace
di tenermi al telefono per lunghi minuti analizzando la costruzione
sintattica turca o le differenze tra greco classico e greco moderno.
Mi sono appropriato di molte delle riflessioni che Costanzo regalava in giro – ad esempio, la sua analisi degli stadi del capitalismo, la sua analisi del movimento operaio e della Seconda Internazionale, il concetto degli Stati Uniti come ideocrazia, l’attenzione alla prima guerra mondiale come punto di svolta della storia europea o l’idea semplice che la democrazia non è un sistema elettorale, ma il “potere del popolo†in perenne conflitto con il potere di chi si appropria dei beni comuni, l’oligarchia. E sono molto orgoglioso di aver fatto la prima raccolta dei suoi scritti in rete.
Eppure non sono mai stato un seguace di Costanzo,
un po’ perché le sue lucide ma incessanti critiche alla sinistra
italiana toccavano un argomento che mi interessa poco, e un po’ perché
non condividevo la sua tendenza a vedere negli Stati Nazione un’ancora
per l’umanità in questo periodo di caos (anche se non è mai entrato
nella logica geopolitica di alcuni altri pensatori marxiani italiani);
mentre Costanzo raramente toccava gli argomenti che mi interessavano di
più – i flussi energetici, il ciberdominio, l’autorganizzazione delle
comunità locali, l’antropologia, lo spettacolo e l’immaginario.
un po’ perché le sue lucide ma incessanti critiche alla sinistra
italiana toccavano un argomento che mi interessa poco, e un po’ perché
non condividevo la sua tendenza a vedere negli Stati Nazione un’ancora
per l’umanità in questo periodo di caos (anche se non è mai entrato
nella logica geopolitica di alcuni altri pensatori marxiani italiani);
mentre Costanzo raramente toccava gli argomenti che mi interessavano di
più – i flussi energetici, il ciberdominio, l’autorganizzazione delle
comunità locali, l’antropologia, lo spettacolo e l’immaginario.
Più semplicemente, non ho mai condiviso la passione principale della sua vita, che era la ricerca filosofica.
Pochi come Costanzo riuscivano a rendere Hegel affascinante e attuale,
ma per me tutte le forme astratte di pensiero restano comunque un po’
noiose. Ma questo è palesemente un limite mio.
Pochi come Costanzo riuscivano a rendere Hegel affascinante e attuale,
ma per me tutte le forme astratte di pensiero restano comunque un po’
noiose. Ma questo è palesemente un limite mio.
Un ultimo appunto.
Costanzo Preve ha voluto avere funerali religiosi.
Non è mai stato credente, non ha avuto alcuna conversione in punto di
morte; e certamente un uomo così poco provinciale non ha fatto questa
scelto per conformismo.
Piuttosto, come mi spiegava il figlio, è stato perché, anche da ateo, credeva alla sacralizzazione
delle grandi tappe dell’esistenza; e ha anche voluto indicare il
proprio totale e definitivo distacco dalla comunità identitaria della
sinistra.
delle grandi tappe dell’esistenza; e ha anche voluto indicare il
proprio totale e definitivo distacco dalla comunità identitaria della
sinistra.
Fonte: [url”http://kelebeklerblog.com/2013/11/25/costanzo-preve-un-borghese-ottomano/”]http://kelebeklerblog.com/2013/11/25/costanzo-preve-un-borghese-ottomano/[/url]
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