di Giuseppe De Nicolao.
In Italia ci sarebbero troppe
università , troppi corsi di laurea, troppi professori e troppi laureati.
È proprio così? Vediamo cosa dicono le statistiche Eurostat per
l’Unione Europea a 28 nazioni. Come percentuale di laureati nel segmento
di età 30-34 anni, nel 2004 l’Italia era quartultima (seguita da
Slovacchia, Repubblica Ceca e Romania). Oggi, dopo un decennio,
occupiamo saldamente l’ultimo posto in Europa. Nella pagina Europe 2020 della Commissione Europea è anche possibile confrontare gli obiettivi per il 2020 di ogni nazione:
quello dell’Italia è mantenere l’ultima posizione e aggravare il
distacco, dato che il suo target (26-27% di laureati) è il più modesto
di tutta l’Unione Europea. Non ci toglierebbe dall’ultima posizione
nemmeno l’ingresso nell’UE della Turchia, perché anch’essa è in procinto
di sorpassare l’Italia in quanto a percentuale di laureati.
dati aggiornati sul numero di laureati nelle nazioni dell’Unione
Europea. È una buona occasione per fare il punto sull’evoluzione del
numero di laureati nell’ultimo decennio, sempre con l’aiuto dei dati
scaricabili dal database Eurostat.
il grafico della percentuale di laureati nel segmento di età 30-34 anni
lungo il periodo che abbraccia il decennio 2004-2013.
l’Italia era quartultima (seguita da Slovacchia, Repubblica Ceca e
Romania). Nel corso dell’ultimo decennio, siamo stati superati anche da
queste tre nazioni e nel 2013 occupiamo saldamente l’ultimo posto in Europa.
nell’immediato futuro? Stiamo progettando una rimonta per risalire
almeno qualche posizione? Non sembra proprio.
In the area of tertiary education, the Europe 2020
Strategy set the headline target that at least 40 % of 30-34 year olds
should have a tertiary or equivalent qualification by 2020.
dell’Unione sono differenziati tra loro. Come si può vedere dal grafico
riportato di seguito, otto nazioni hanno un target superiore al 40%.
L’Italia, al contrario, non solo è tra le dieci nazioni il cui target è
inferiore al 40%, ma presenta il target più basso dell’intera UE: 26-27%, partendo
dal 21,7% del 2012. Un target decisamente meno ambizioso di quello di
altre nazioni come Malta (MT), Croazia (HR) e Slovacchia (SK), il cui
dato di partenza supera di poco quello italiano.
nei confronti di chi già la precede. Se gli obiettivi dovessero essere
mantenuti, continueremo ad inseguire la Romania, il cui target – seppur
modesto – è superiore a quello italiano, mentre si consoliderà un netto
distacco da tutto il resto dell’UE.
Turchia entrerà nell’Unione Europea, spetterà a lei il ruolo di
“fanalino di coda†dell’UE. Per verificarlo, approfittiamo del fatto che
il database Eurostat fornisce anche i dati di alcune nazioni non
appartenenti all’UE, tra cui la Turchia. Ecco il confronto tra la serie
storica italiana e quella turca.
utlimi anni, la Turchia ha quasi annullato il distacco nei confronti
dell’Italia. Se la sua percentuale di laureati nella fascia 30-34
continuasse a crescere con la stessa velocità , è destinata a raggiungere
il 30% nel 2020, una percentuale superiore a quel 26-27% che costituisce il target dell’Italia.
di mantenere e consolidare l’ultima posizione nella classifica europea
della formazione universitaria, anche a fronte di un eventuale ingresso
della Turchia in Europa.
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