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Transumanismo e biohaking

"Chi vuol vivere per sempre?", si chiedevano i Queen. Probabilmente, quasi tutti. È per questo che va tanto di moda il biohacking...

Transumanismo e biohaking
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3 Gennaio 2019 - 01.08


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di Giulia Zanette.

“Chi vuol vivere per sempre?”, si chiedevano i Queen. Probabilmente, quasi tutti. È per questo che va tanto di moda il biohacking, disciplina che racchiude in sé tutte quelle pratiche che ci permettono di potenziare le nostre capacità psicofisiche, dalla combinazione di un’alimentazione sana con un’attività fisica regolare, magari con l’aggiunta di qualche integratore ad hoc, fino alla tecnologia implantare e all’ingegneria genetica. Ma qualunque sia lo strumento, non è gratis. Per diventare più belli e più sani dobbiamo disporre di due cose: di tempo libero e di molto denaro. Un circolo vizioso, insomma, che penalizza chi non gode di condizioni di partenza favorevoli. Come un piccolo negozio di quartiere costretto a concorrere con un grande supermercato.
 
Lo testimonia il fatto che in quello che viene considerato il Paese più sviluppato del mondo, gli Stati Uniti, nei quartieri umili la percentuale di persone sovrappeso è maggiore che nei quartieri ricchi. L’obesità, infatti, è diventata una malattia nazionale che colpisce in particolar modo gli americani poveri, che sono circa il 15% del totale. Ad aprire la classifica degli Stati “obesi” d’America, con il 38,1% di abitanti adulti obesi, è la Virginia Occidentale, seguita dal Mississippi (37,3%) e dall’Oklahoma (36,5%). Non è un caso che Virginia Occidentale e Mississippi occupino il primo e il secondo posto anche nella classifica degli Stati Usa più poveri, dove il cibo spazzatura dei fast food permette ai meno abbienti di riempirsi lo stomaco a prezzi irrisori. Secondo un rapporto del 2013 dell’Università di Harvard, seguire una dieta sana può pesare sul portofoglio fino a 1,50 dollari in più ogni giorno. Lo stesso trend si può osservare anche da noi. In molti Paesi europei, spiega l’Organizzazione mondiale della sanità, la prevalenza di obesità è in rapido aumento soprattutto nei gruppi di popolazione più svantaggiati dal punto di vista socio-economico. Un’indagine di Federconsumatori del 2018 sui prezzi degli alimenti light, biologici, senza lattosio e senza lievito evidenzia che stare attenti alla propria dieta si traduce in un aumento significativo delle spese quotidiane: i prezzi di tali prodotti, infatti, ammontano al 47,2% in più dei prodotti ordinari.
 
Ed ecco che la visione del futuro che lo scrittore britannico Wells ci presentò nel suo romanzo “La macchina del tempo” non appare più così fantascientifica. Nell’anno 802701, scriveva Wells, la specie umana si è evoluta in due razze diverse, gli Eloi e i Morlock, molto graziosi i primi, ripugnanti i secondi. Già adesso, nel 2018, c’è, da una parte, chi a malapena riesce a soddisfare i propri bisogni primari, dall’altra, invece, chi – già sano – potenzia il proprio corpo cercando di superare i limiti imposti dalla natura umana. Il Giornale riferisce che secondo gli esperti sarebbero già 100 mila nel mondo le persone con un chip sottopelle in grado di amplificare i loro sensi e capacità, “con Stati Uniti, Svezia, Regno Unito, Giappone e Germania in testa ai Paesi in cui è diffuso il chip nella mano”.
Oggi siamo ancora agli inizi, ma già nel 2050, stando a un rapporto del Laboratorio di ricerca del Pentagono, le guerre saranno combattute da “robot assassini” e da “Super-Umani”. Questi ultimi degli autentici Robocop dotati di esoscheletro e con una migliore percezione dell’ambiente circostante, anche grazie ai futuri progressi nel campo dell’editing del Dna. 
 
È il videogioco che, un passo alla volta, diventa realtà. Bdyhax è una conferenza dedicata al potenziamento umano, al transumanesimo e al biohacking che si svolge ogni anno ad Austin, in Texas. Nell’edizione del 2016, la compagnia giapponese Konami Digital Entertainment aveva presentato il progetto “Phantom Limb”, una protesi bionica che si adatta perfettamente alle esigenze del portatore, ispirata a quella indossata da Big Boss nel videogioco Metal Gear Solid V: The Phantom Pain. Una tecnologia per pochi eletti. In un sistema sanitario come quello degli Stati Uniti, infatti, l’accesso ad arti protesici di ultima generazione si scontra con le restrizioni imposte dalle compagnie assicurative. In Italia, invece, il Nomenclatore tariffario è stato aggiornato nel 2017 dopo 18 anni di paralisi. Si tratta del documento che stabilisce la tipologia e le modalità di fornitura di protesi e ausili a carico del Servizio Sanitario Nazionale. Quindi, nel corso di lunghi anni, ai cittadini disabili sono state fornite prestazioni e ausili obsoleti, nonostante i progressi nel campo delle protesi. E ancora oggi, molte regioni non hanno ancora emanato le disposizioni necessarie a rendere operativo il nuovo documento.
 
E poi c’è, da una parte, chi non ha accesso nemmeno all’istruzione di base, dall’altra chi – già istruito – cerca di potenziare la propria mente facendo uso di droghe più o meno legali, dagli antidepressivi SSRI al modafinil fino all’ecstasy. «Penso che quello che stiamo facendo con il biohacking sia l’inizio della divisione dell’umanità in specie distinte», afferma il 32enne russo Serge Faguet. «Post-umani potenziati che prenderanno tutte le decisioni (e che probabilmente arriveranno dalle comunità tecnologiche di Silicon Valley e della Cina). Ed “esseri umani rudimentali”, dei quali (forse) ci si prenderà buona cura, ma che non avranno voce in capitolo», precisa Faguet. 
 
Dicono che un po’ di concorrenza fa sempre bene. Vero. Ma non tutti possiedono 200 mila dollari da investire nel biohacking. Tantomeno l’inclinazione a sperimentare con le droghe. In un mondo in cui la competizione tra le persone si fa sempre più pressante, invece di modificare i rapporti socioeconomici esistenti molti scelgono di conformarsi alla società, che ci chiede di essere più belli, più intelligenti e più forti degli altri. Conformarsi a questo tipo di società senza combatterla equivale ad alimentare la disuguaglianza sociale. Chiediamoci, quindi, se è davvero questo il mondo in cui vogliamo vivere. Per sempre, o almeno finché ce lo consentono le nostre condizioni socio-economiche.
 
 
Fonti:
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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