La rivolta contro il Fratello Erdogan

«Sotto i nostri occhi», cronaca di politica internazionale n°36.
La rivolta turca affonda le sue radici nelle incoerenze del governo Erdoğan. [Thierry Meyssan]

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10 Giugno 2013 - 00.39


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di Thierry Meyssan.

La rivolta turca affonda le sue radici nelle
incoerenze del governo Erdoğan. Quest”ultimo, dopo essersi presentato come «democratico musulmano» (sul modello dei
«democratici cristiani»), ha improvvisamente mostrato la sua vera natura in
occasione delle «rivoluzioni colorate»
della Primavera araba.

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In politica interna ed estera, esiste un prima e
dopo
questo voltafaccia. Il prima era l”infiltrazione nelle istituzioni. Il
dopo è il settarismo. Prima, è la teoria di Ahmed Davutoğlu dei «zero problemi» con i suoi vicini. L”ex
impero ottomano sembrava uscire dal suo torpore e tornare alla realtà. Dopo di
che, è il contrario: la Turchia si è rimessa nei guai con ciascuno dei suoi
vicini ed è entrata in guerra contro la Siria.

I Fratelli Musulmani

Dietro questo cambiamento, i Fratelli Musulmani,
un”organizzazione segreta di cui Erdoğan e la sua squadra sono sempre stati
membri, nonostante le loro smentite. Sebbene questo cambiamento sia successivo a
quello del Qatar, finanziatore dei Fratelli musulmani, esso reca lo stesso
significato: regimi autoritari che sembravano anti-israeliani d’improvviso
esibiscono la loro alleanza profonda.

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È importante qui ricordare che il termine
occidentale «primavera araba» è
un”illusione che intende dar a bere che i popoli tunisino ed egiziano avrebbero
rovesciato il loro governo. Sebbene vi sia stata una rivoluzione popolare in
Tunisia, essa non mirava a cambiare il regime, bensì a ottenere un’evoluzione
economica e sociale. Sono stati gli Stati Uniti, non la piazza, a ordinare a
Zinedine el Abidine Ben Ali e a Hosni Mubarak di lasciare il potere. Poi è stata
la NATO ad aver rovesciato e fatto linciare Muammar al-Gheddafi. E sono ancora
la NATO e il CCG ad aver alimentato l’attacco alla Siria.

Ovunque in Nord Africa – tranne in Algeria –
i
Fratelli
Musulmani sono stati messi al potere da Hillary Clinton. Ovunque, hanno
consulenti di comunicazione turchi, gentilmente messi a disposizione dal
governo Erdoğan. Ovunque, la «democrazia»
è stata solo un’apparenza che ha consentito ai Fratelli di islamizzare le società
in cambio del loro sostegno al capitalismo pseudo-liberale degli Stati Uniti.

Il termine «islamizzare»
si riferisce alla retorica dei Fratelli, non alla realtà. La Fratellanza
intende controllare la vita privata degli individui basandosi sui principi esteriori
del Corano. Rimette in questione il ruolo delle donne nella società e impone
una vita austera, senza alcol né sigarette, e senza sesso, almeno per gli
altri.

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Per una decina d’anni, la Fratellanza ha tenuto un
profilo discreto, lasciando la trasformazione della pubblica istruzione alla
cura della setta di Fethullah Gülen, di cui è membro il presidente Abdullah Gül.

Anche se la Fratellanza proclama il suo odio per l’American
Way of Life
, si mantiene sotto la protezione degli anglosassoni (Regno
Unito, Stati Uniti, Israele) che hanno sempre saputo usare la sua violenza
contro chi osava loro resistere. Il Segretario di Stato Hillary Clinton aveva
installato nel suo ufficio la sua ex guardia del corpo, Huma Abedin (moglie del
parlamentare sionista Anthony Weiner), la cui madre Saleha Abedin dirige l’organizzazione
femminile mondiale della Fratellanza. È attraverso questo strumento che ha agitato
la Fratellanza.

I Fratelli hanno fornito l”ideologia ad Al-Qa”ida,
attraverso l’intermediazione di uno di loro: Ayman al-Zawahiri, l”organizzatore
dell”assassinio del presidente Sadat e attuale leader dell”organizzazione
terroristica. Al-Zawahiri, come Bin Laden, è stato un agente dei servizi statunitensi.
Mentre veniva ufficialmente considerato un nemico pubblico, si incontrava assai
regolarmente con la CIA presso l”ambasciata statunitense a Baku, dal 1997 al 2001,
come attesta la traduttrice Sibel Edmonds, nel quadro della «Gladio B» [1].

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Una dittatura
progressiva

Durante la sua prigionia, Erdoğan ha affermato di
aver rotto con i Fratelli e di aver lasciato il loro partito. Poi si è fatto
eleggere e ha lentamente imposto una dittatura. Ha fatto arrestare e incarcerare
due terzi dei generali
, accusati di aver partecipato a Gladio, la rete segreta
di influenza degli USA. E ha ottenuto il più alto tasso di incarcerazione di
giornalisti di tutto il mondo
. Questa evoluzione è stata occultata dai media
occidentali che non saprebbero criticare un membro della NATO
.

L”esercito è il custode tradizionale della laicità
kemalista
. Tuttavia, dopo l”11 settembre, degli ufficiali superiori erano
preoccupati per la deriva totalitaria degli Stati Uniti. Hanno preso dei contatti
con le loro controparti in Russia e in Cina. Per fermare questa tendenza prima
che fosse troppo tardi, i giudici hanno loro ricordato i loro precedenti pro-USA.

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Se i giornalisti possono essere, come qualsiasi
altra professione, dei mascalzoni, il più alto tasso di carcerazione del mondo rivela
una precisa scelta politica: l”intimidazione e la repressione. Con l”eccezione
di Ululsal, la televisione era diventata un panegirico ufficiale, intanto che
la carta stampata aveva preso la stessa strada.

«Zero problemi» con i
vicini

La politica estera di Ahmed Davutoğlu era
altrettanto ridicola. Dopo aver cercato di risolvere i problemi lasciati
irrisolti, un secolo prima, dall”Impero Ottomano, ha voluto mettere Obama
contro Netanyahu organizzando la Freedom
Flotilla
in direzione della Palestina [2]. Ma, nemmeno due mesi dopo l’atto di pirateria
israeliano, ha accettato la creazione di una commissione internazionale
d”inchiesta incaricata di insabbiare la questione e riprendeva di nascosto la collaborazione
con Tel Aviv
.

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Segno di cooperazione tra la Fratellanza e Al-Qa”ida,
la confraternita aveva piazzato sulla nave Mavi
Marmara
Mahdi al-Hatari, numero due di Al Qaeda in Libia e probabile agente
britannico [3].

Disastro economico

Come ha fatto la Turchia a sprecare non solo un
decennio di lavoro diplomatico di ripristino delle sue relazioni
internazionali, ma anche la sua crescita economica? Nel marzo 2011, ha
partecipato all”operazione della NATO contro la Libia, uno dei suoi principali
partner economici. Una volta finita la guerra, essendo la Libia distrutta, la
Turchia ha perso il suo mercato
. Contemporaneamente, Ankara si è lanciata nella
guerra contro il vicino siriano, con il quale aveva appena firmato, un anno
prima, un accordo di liberalizzazione commerciale. Il risultato non si è fatto
attendere: La crescita del PIL che nel 2010 aveva un tasso del 9,2%, nel 2012 è
scesa al 2,2%, e continua a precipitare [4].

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Pubbliche relazioni

Con l”avvento al potere della Fratellanza in Nord
Africa, il governo Erdoğan si è montato la testa. Nell’esibire la sua ambizione
imperiale ottomana
, per cominciare ha sconcertato l”opinione pubblica araba, e
poi ha sollevato la maggior parte del suo popolo contro di lui.

Da un lato, il governo finanzia Fetih 1453 – un film dal budget faraonico per gli standard del
paese – che dovrebbe celebrare la presa di Costantinopoli, ma storicamente
fuorviante. Dall”altro, ha cercato di vietare la serie televisiva più popolare
in Medio Oriente, L’Harem del Sultano,
perché la verità non dà un’immagine pacifica degli Ottomani.

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La vera ragione della
rivolta

La stampa occidentale evidenzia, nella sollevazione
attuale, certi elementi di dettaglio: un progetto immobiliare a Istanbul, il
divieto di vendere alcolici di sera, o le dichiarazioni che incoraggiano la
natalità. Tutto questo è vero, ma non fa una rivoluzione.

Mostrando la sua vera natura, il governo Erdoğan si
è separato nettamente dalla sua popolazione. Solo una minoranza di sunniti si
riconosce nel programma arretrato e ipocrita dei Fratelli
. Ora, circa il 50%
dei turchi sono sunniti, il 20% aleviti (cioè alauiti), il 20% sono curdi (prevalentemente
sunniti), e il 10% appartengono ad altre minoranze. È statisticamente chiaro
che il governo Erdoğan
non può
resistere alla rivolta che la sua politica ha provocato
.

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Nel rovesciarlo, i turchi non solo risolvono il loro
problema. Mettono fine alla guerra contro la Siria. Ho spesso evidenziato che questa
cesserebbe quando uno degli sponsor stranieri fosse scomparso. Questo sarà
presto il caso che si darà. Così facendo, mettono fine all’espansione dei
Fratelli
. La caduta di Erdoğan preannuncia quella dei suoi amici; da Ghannouchi
in Tunisia, a Morsi in Egitto. È in effetti poco probabile che questi governi
artificiali, imposti da elezioni truccate, possano sopravvivere al loro potente
padrino.



Note

[1] «Al Qaeda Chief was US Asset», di
Nafeez Ahmed, 21 maggio 2013.

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[2] «Perché Israele ha attaccato dei civili nel
Mediterraneo?
», e «Flottiglia della Libertà:
il dettaglio che Netanyahu ignorava
», di Thierry Meyssan, Rete Voltaire, 31 maggio e 6 giugno 2010.



[3] «L”esercito libero siriano
è comandato dal governatore militare di Tripoli
», di Thierry Meyssan, Rete Voltaire, 18 dicembre 2011.



[4] «Turkey’s Economic Growth Slows
Sharply
» di Emre Perer e Yeliz Candemir, The
Wall Street Journal
, 1 aprile 2013

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Traduzione a cura di Matzu Yagi.

Questa “cronaca settimanale di politica estera” appare simultaneamente in versione araba sul quotidiano “Al-Watan” (Siria), in versione tedesca sulla “Neue Reinische Zeitung”, in lingua russa sulla “Komsomolskaja Pravda”, in inglese su “Information Clearing House”.
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