Obama tiene il broncio a Putin

I media occidentali descrivono la cancellazione del vertice Obama-Putin come una crisi diplomatica gravissima. Altrove si vede un segno della debolezza USA [Thierry Meyssan].

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Redazione Modifica articolo

12 Agosto 2013 - 00.01


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«Sotto i nostri occhi», cronaca di politica internazionale n°45. 

di
Thierry Meyssan
.

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Mentre
i media occidentali hanno descritto la cancellazione del vertice
Obama-Putin come la più grave crisi diplomatica dalla fine della
guerra fredda e applaudono alla fermezza della Casa Bianca, la stampa
cinese vi vede un segno della debolezza degli Stati Uniti di fronte
alla Russia. Per Thierry Meyssan, questo caso in fondo non ha
importanza. Dà conto dell”atteggiamento dei media e non avrà alcun
impatto sulla pace in Medio Oriente.

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Mercoledì
mattina, la Casa Bianca ha annunciato che il presidente Barack Obama
ha annullato il suo viaggio in Russia e qualsiasi incontro bilaterale
con il Presidente Putin. Si presenterà sì al G20, il 5 e il 6
settembre a San Pietroburgo, ma solo per partecipare a questo vertice
internazionale, senza incontri ad hoc con il suo omologo
russo. Questa è la prima volta dopo la guerra fredda che Washington
manifesta così il suo disappunto nei confronti di Mosca.

Secondo
la stampa statunitense, i due presidenti sono ormai così distanti
tra loro sulla maggior parte delle questioni, che non avrebbero nulla
da dirsi. I commentatori presentano il caso dell”asilo concesso
all”ex consulente della NSA Edward Snowden come la goccia che ha
fatto traboccare il vaso. Per una felice coincidenza, l”annuncio
della Casa Bianca è stato preceduto alla vigilia da un editoriale
del
New
York Times –

quotidiano perfettamente indipendente dal Potere, manco a dirlo –
che faceva esattamente appello a questo boicottaggio in risposta alla
defezione di Snowden [1].

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Il
giornale parla di
«decisione
provocatoria
»
delle autorità russe, per via della concessione dell”asilo a un
individuo che non è perseguito
«per
la sua razza, la sua etnia, la sua religione, la sua appartenenza a
un determinato gruppo sociale o politico, né per le sue credenze
»
bensì per
«attentato
alla

sicurezza dello Stato
»
(
sic).
In realtà, questo motivo di annullamento sarebbe altamente ridicolo:
ciò significherebbe che Washington punisce Mosca per il fatto che si
difende di fronte allo spionaggio di cui è fatta oggetto, assieme al
resto del mondo.

Il
vertice doveva essere consacrato alle relazioni militari tra i due
paesi: la riduzione degli arsenali e lo “scudo antimissile”.
Le due grandi potenze non sono riuscite a ridurre in modo
significativo i loro arsenali nucleari e ne conservano entrambe
abbastanza da far saltare il pianeta varie volte. Nonostante i tagli
di bilancio, gli Stati Uniti sono riluttanti rispetto alla
distruzione di una parte del loro stock, mentre la Russia – il cui
esercito convenzionale è molto meno dotato della sua controparte USA
– considera l”armamento nel suo insieme e si rifiuta di separae i
negoziati sul disarmo nucleare rispetto a quelli sugli armamenti
convenzionali. Per quanto riguarda lo “scudo antimissile”,
Mosca rifiuta e denuncia il suo nome ingannevole e accusa un sistema
d”armi offensivo diretto contro di essa. Prendendo Washington in
parola, Vladimir Putin ha proposto che questo “scudo” sia
posto sotto un comando congiunto e che protegga le due superpotenze e
i loro alleati da alcuni dittatori folli. Obama gli ha risposto:
“No!”.

Poi
Vladimir Putin ha preteso, per sollevarlo dal sospetto, che il
dispiegamento di questo “scudo” sia accompagnato da
garanzie diplomatiche sul fatto che non sarebbe utilizzato contro la
Russia. Ancora una volta, Obama ha risposto: “No!”.

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Da
parte russa, non vi è dubbio alcuno che Barack Obama si sarebbe
presentato a mani vuote a questo vertice, giacché si è mostrato
particolarmente a disagio di fronte al suo omologo russo in occasione
dei vertici precedenti. Avendo appena imposto drastici tagli al
bilancio del Pentagono, non può fare di più. Piuttosto che
ammettere la propria debolezza, ha dunque preso a pretesto il caso
Snowden per disimpegnarsi. Il Global Times, equivalente cinese
del New York Times– e, nel frattempo, portavoce ufficiale di
Pechino -, constata in un editoriale che la Russia emerge vittoriosa
nel match Snowden e che gli Stati Uniti non hanno alcun mezzo di
pressione significativo contro di essa. [2]

Tuttavia,
questa cancellazione non avrà alcuna conseguenza sulla pace in Medio
Oriente. In effetti, questo venerdì i ministri degli esteri e della
difesa dei due paesi si sono incontrati con calma nella capitale
degli Stati Uniti. John Kerry e Chuck Hagel si sono mostrati assai
poco colpiti dalla cancellazione del vertice Obama-Putin. Hanno fatto
il punto con i loro omologhi sulla Corea del Nord e l”evoluzione
dell”Iran sotto lo sceicco Hassan Rohani. Soprattutto, hanno discusso
degli «obiettivi comuni in
Afghanistan» e della
«possibile cooperazione in
Siria.»

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Thierry
Meyssan, 9 agosto 2013.

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[1]
“What’s
the Point of a Summit?
”, a cura della
redazione del New York Times, 6 agosto 2013.

[2] “Winners
and losers in Snowden fiasco
“, editoriale
del Global Times, 8 agosto 2013.

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Traduzione
a cura di Matzu Yagi.

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Questa “cronaca settimanale di politica estera” appare simultaneamente in versione araba sul quotidiano “Tichreen” (Siria), in versione tedesca sulla “Neue Reinische Zeitung”, in lingua russa sulla “Komsomolskaja Pravda”, in inglese su “Information Clearing House”, in francese sul “Réseau Voltaire”.

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