Preparare Ginevra 2

Gli ultimi giorni di guerra sono sempre i più letali. Gli eserciti in rotta si vendicano della loro sconfitta commettendo atrocità inutili. [Thierry Meyssan]

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12 Gennaio 2014 - 10.00


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«Sotto
i nostri occhi», cronaca di politica internazionale n°65

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di
Thierry Meyssan
.

Gli
ultimi giorni di guerra sono sempre i più letali. Gli eserciti in
rotta si vendicano della loro sconfitta commettendo atrocità
inutili, come abbiamo appena visto ad Adra, dove le torture inflitte
ai lavoratori lealisti non hanno nulla da invidiare a quelle commesse
durante la caduta del Terzo Reich. Ma la situazione è complicata dal
crollo di ciò che resta della coalizione internazionale
anti-siriana, dove ogni ex partner tenta di salvare i propri
interessi a scapito dei suoi ex alleati.

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Alla
vigilia della Conferenza di Ginevra 2, quel che resta della
coalizione internazionale anti-siriana va in frantumi, mentre gli
stati che hanno seguito la Russia o gli Stati Uniti durante la loro
ritirata si posizionano per la ricostruzione.

Il
primo problema è la rappresentatività della delegazione
dell”«opposizione siriana». Finora si trattava di stabilire se
fosse un”emanazione della Colalizione nazionale di Istanbul e/o
dell”opposizione nazionalista interna ed esterna, che si opponeva
alle ingerenze straniere. D”ora in poi, si tratterà anche di
stabilire se la Coalizione Nazionale rappresenti gli interessi
dell”Arabia Saudita, del Qatar o della Turchia.

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Sul
terreno, i tre sponsor della guerra si sono separati e si sono
impegnati in una battaglia senza esclusione di colpi, senza nemmeno
curarsi di rovesciare il governo che erano venuti a combattere.
Sebbene si parli sempre dell”Esercito siriano libero, è scomparso
dal terreno. Rimane quindi il Fronte Islamico (recentemente istituito
dal principe Bandar bin Sultan), il Fronte Al-Nosra (sempre vicino al
Qatar) e l”Emirato Islamico dell”Iraq e del Levante (ÉIIL “Daesh”
in arabo), di cui la polizia e la giustizia turche hanno appena
dimostrato che risulta illegalmente finanziato da Recep Tayyip
Erdoğan.

In un
primo momento, l”ÉIIL (cioè la Turchia, cioè la NATO) ha attaccato
il quartier generale dell”esercito siriano libero (ESL) e lo ha
saccheggiato. I suoi comandanti sono poi fuggiti in Qatar e in
Europa, ma il principe Bandar bin Sultan ha recuperato certi elementi
e ha creato il Fronte Islamico aggiungendogli nuovi mercenari. Poi
l”ÉIIL è avuto istruzioni affinché spostasse il grosso delle sue
forze in Iraq, dove ha preso Ramadi e Falujjah. Dal momento che la
natura ha orrore del vuoto, tutte le altre forze, a partire
dall”Esercito arabo siriano, hanno riempito lo spazio liberato.

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Per la
stampa atlantista e del Golfo, i “ribelli” si sarebbero
alleati con i “lealisti” contro gli “jihadisti” e
ci sarebbe una “seconda rivoluzione siriana”. Questa
descrizione romantica ha il vantaggio di chiudere la pagina della
“prima rivoluzione” senza chiedersi quale sia il suo
bilancio. La realtà è che non si è avuta una prima rivoluzione e
che non ce ne sarà nessuna adesso.

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La
stampa occidentale non sembra essere più interessata a sapere perché
Al-Qa”ida, eterno complemento della NATO, abbia questa volta ricevuto
istruzioni affinché lasci il campo di battaglia siriano per andare
in Iraq. Questa operazione ha tre vantaggi per Washington: in primo
luogo si concluderà con il trionfo del presidente Nouri Al-Maliki e
la temporanea stabilizzazione dell”Iraq, dal momento che andrà a
ridurre il numero di jihadisti che sperimenteranno pesanti perdite
contro un esercito fresco e sovra-equipaggiato, e, infine, elimina
uno dei giocatori che non hanno potuto partecipare decentemente a
Ginevra 2.

Allo
stesso modo, la NATO ha dato delle informazioni all”esercito libanese
sul capo delle Brigate Abdullah Azzam, Majed al-Majed. Fermato nel
corso del suo trasferimento in ambulanza dall”ospedale al suo
quartier generale, doveva ufficialmente morire dieci giorni dopo per
le ferite riportate. È stato più probabilmente liquidato dai
sauditi preoccupati da quel che avrebbe potuto rivelare.

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Se
tutto avesse funzionato come previsto, ora dovremmo trovarci soltanto
con il Fronte Al-Nosra sul terreno, il che avrebbe ridotto
definitivamente le pretese della Coalizione Nazionale. Tuttavia, la
testardaggine dell”Arabia Saudita ha dato vita al Fronte islamico,
che intende pesare su Ginevra 2.

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Se
Israele non compare nell”esplosione della coalizione anti-siriana lo
si deve al fatto che, in conformità con la sua strategia degli
ultimi dieci anni, Tel Aviv si nasconde dietro i suoi alleati, in
questo caso la Francia e l”Arabia Saudita. Questo perché
l”amministrazione Netanyahu esce dalla boscaglia solo per venire in
aiuto dei Contras con la sua aviazione o per fornire una posizione di
ripiego sul Golan che occupa illegalmente. Suo malgrado, non può
intervenire in queste ultime settimane, poiché i principali
combattimenti si svolgono nel nord della Siria.

Nel
frattempo, le delegazioni degli Stati membri che hanno avuto la
prudenza di ritirarsi dal conflitto o che hanno sostenuto la Siria
sperano di essere ringraziate a Ginevra 2. Sono in una ventina ad
attendere i contratti per la ricostruzione finanziati dalle
organizzazioni intergovernative.

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Oramai,
è chiaro che l”Arabia Saudita e la Francia saranno i grandi perdenti
di Ginevra 2: dovranno più pagare che ricevere. Il presidente
François Hollande non sembra preoccuparsi perché ha compiuto la sua
missione al servizio di Israele e considerato secondarie le
conseguenze per il proprio paese. Re Abdallah sta cercando di
ottenere da parte sua un premio di consolazione in Libano. La
maggioranza libanese potrebbe così accettare la nomina di un governo
di minoranza la cui unica funzione sarebbe quella di approvare la
donazione di 3 miliardi di dollari di armamenti francesi da parte
dell”Arabia Saudita. Poi il governo verrebbe rovesciato dal
Parlamento e il paese ritornerebbe all”attuale marasma.

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La
delegazione del governo siriano affronta la conferenza con ottimismo.
Le forze dell”opposizione armata sono in rotta dopo la scomparsa
dell”ESL e la massiccia partenza dell”ÉIIL. Damasco sembra più
interessata a inventare dei piccoli orpelli da poter offrire ai suoi
interlocutori per mascherare la loro sconfitta e celebrare una
vittoria consensuale dell”interesse generale. Intende così creare
dei ministeri temporanei, da incaricare della gestione dei rapporti
con gli ex nemici diventati generosi donatori, e affidarli ai loro ex
dipendenti ridiventati buoni cittadini. La Coalizione Nazionale
avrebbe così acquisito una competenza grazie al suo passato
tradimento.

Thierry
Meyssan, 12 gennaio 2014.

Traduzione
a cura di Matzu Yagi.

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Questa
“cronaca settimanale di politica estera” appare
simultaneamente in versione araba sul quotidiano
“Al-Watan”
(Siria),
in versione tedesca sulla
“Neue
Reinische Zeitung”
,
in lingua russa sulla
“Komsomolskaja
Pravda”
,
in inglese su
“Information
Clearing House”
,
in francese sul
“Réseau
Voltaire”
.
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