Brahimi: giudice e parte in causa, con il suo mandato di infliggere alla Siria ciò che aveva fatto sopportare al suo proprio paese: la guerra. [Thierry Meyssan]
«Sotto i nostri occhi», cronaca di politica internazionale n°76
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di Thierry Meyssan.
Dopo il fallimento della conferenza di pace di Ginevra 2, l”inviato speciale dei Segretari generali dell”Onu e della Lega Araba, Lakhdar Brahimi, ha rinunciato a fissare una data per un nuovo incontro. Si è prodigato nel diffondere accuse a carico della la Siria, alla quale ha attribuito la responsabilità della guerra di cui essa è vittima. Per Thierry Meyssan, Brahimi non solo era giudice e parte in causa, ma il suo mandato è stato quello di infliggere alla Siria ciò che aveva fatto sopportare al suo proprio paese: la guerra.
Sulla scorta dei consigli della Russia, la Siria aveva accettato che l”inviato speciale di Ban Ki-moon presiedesse le sessioni. Mosca sperava all”epoca che Washington avrebbe mantenuto le sue promesse. Damasco si ricordava che 25 anni prima, a Taif, Brahimi non era stato un avversario della Siria. Tuttavia, il voto del Congresso USA per i finanziamenti ad Al-Qa”ida nel corso di una sessione segreta [1], la mancanza di rappresentatività e autorevolezza della delegazione dell”opposizione siriana, la revoca dell”invito all”Iran alla vigilia della conferenza, poi il discorso introduttivo del Segretario di Stato John Kerry che accusava la Siria di tutte le responsabilità [2], per non parlare degli ostacoli frapposti dall”Unione europea per impedire fisicamente alla delegazione siriana di recarsi in Svizzera [3], hanno dimostrato che Mosca si ingannava o era stata ingannata.
La sessione di Montreux è stata concepita esclusivamente per mettere la Siria sotto accusa e questa è caduta in un tranello. Infatti, gli Stati Uniti avevano essi stessi compilato l”intervento dell”opposizione e avevano lanciato due giorni prima un rapporto apparentemente indipendente, in realtà una bufala finanziata dal Qatar, che confrontava le prigioni siriane con il campo nazista di Auschwitz [4]. Se Walid al-Moualem si è ragionevolmente rivolto all”opinione pubblica siriana, John Kerry e i suoi alleati parlavano al resto del mondo per imporre la loro propaganda.
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I colloqui di Ginevra hanno offerto l”occasione a Lakhdar Brahimi per mettere in scena l”inflessibilità della Siria e incolparla della guerra di cui essa è vittima. Così, agli occhi del mondo, le vittime diventano carnefici. Ha concesso di parlare del terrorismo, chiedendo di parlare del governo di transizione, poi ha accusato la Siria di non giocare la partita, anche se la discussione sul terrorismo aveva condotto a un chiaro sostegno della delegazione della cosiddetta “opposizione” agli abusi degli jihadisti.
Dopo la giravolta statunitense, Lakhdar Brahimi si è trasformato in accusatore permanente della Siria. Il 14 marzo, davanti all”Assemblea Generale delle Nazioni Unite, l”ha accusata di negare l”aiuto internazionale umanitario e di affamare il proprio popolo. [5]
Ha presentato la situazione nel campo di Yarmouk come frutto di una volontà della Siria di affamare i palestinesi, passando sotto silenzio che l”Autorità palestinese sostiene la Siria e l”ha ringraziata per quello che fa a Yarmouk. Soprattutto, non ha mai cessato di affermare che il conflitto oppone il governo ad alcuni dei suoi cittadini e non può trovare una soluzione militare. Questo significa eludere i dieci anni di preparazione di questa guerra da parte dell”Occidente, come sia stata innescata inviando cecchini a Deraa e diffondendo disinformazione circa la tortura dei bambini. Significa ancora ignorare la presenza di combattenti stranieri, quantunque Brahimi avesse in precedenza ammesso che erano almeno 40mila. Sebbene questa cifra risulti tre volte inferiore alla realtà , basta già a far capire quanto questa sia una guerra d”aggressione paragonabile a quella subita dal Nicaragua negli anni ”80.
Poi, Lakhdar Brahimi aveva accumulato il suo ruolo di inviato speciale del Segretario generale dell”Onu con quello di inviato speciale del Segretario generale della Lega Araba, da cui la Siria è stata indebitamente esclusa. Era quindi giudice e parte in causa.
All”epoca, il leader degli islamisti algerini, Abbasi Madani, prese come consulente politico il pseudo laico siriano Bourhan Ghalioun (futuro presidente del Consiglio nazionale siriano). La fazione islamista armata GSPC (rinominata nel 2007 Al-Qa”ida nel Maghreb islamico) è stata addestrata all”uso delle armi con il Gruppo islamico che combatteva in Libia (ridenominato nel 1997 Al-Qa”ida in Libia); la maggior parte dei combattenti dei due gruppi sono oggi incorporati nelle fazioni armate in Siria.
Molto preoccupati per le conseguenze di queste rivelazioni, funzionari siriani si opposero alla loro pubblicazione. Secondo loro, la diffusione di un tale articolo sarebbe stata interpretata, compresa la Russia, come un desiderio di rottura da parte della Siria. Così l”ho pubblicato in Algeria, a casa di Brahimi, su El-Ekhbar, il secondo quotidiano del paese. [7] Gli ha sollevato una bufera contro.