'L''inizio del capovolgimento del mondo'

'L''aggressione alla Russia è ora guerra finanziaria ed economica. Ma Mosca si prepara alle ostilità armate con autarchia agricola e nuove alleanze. [T. Meyssan] '

'L''inizio del capovolgimento del mondo'
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9 Agosto 2014 - 22.12


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La strategia russa di fronte
all”imperialismo anglosassone.

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«Sotto i nostri occhi», cronaca di politica
internazionale n°93

di Thierry Meyssan

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L”aggressione dei Paesi
anglosassoni alla Russia prende la forma di una guerra finanziaria ed
economica. Ciò nonostante, Mosca si prepara alle ostilità armate
sviluppando l”autarchia della propria agricoltura e moltiplicando le
sue alleanze. Secondo Thierry Meyssan, dopo la creazione del
califfato nel Levante,
Washington
sarebbe in procinto di calare una nuova carta sul tavolo, a San
Pietroburgo, a settembre.
La
capacità della Russia di mantenere la propria stabilità interna
determinerà allora il corso successivo degli eventi.

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L”Organizzazione di Shanghai
per la Cooperazione rappresenterà, a partire dal suo probabile
allargamento nel settembre 2014, il 40% della popolazione mondiale.

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L”offensiva guidata dagli
anglosassoni (Stati Uniti d”America, Regno Unito e Israele) per il
dominio del mondo prosegue su due linee parallele: da una parte la
creazione del “Medio Oriente Allargato” (
Greater
Middle East
) attraverso
l”attacco simultaneo all”Iraq, alla Siria, al Libano e alla
Palestina, e dall”altra la separazione della Russia dall”Unione
europea attraverso la crisi da essi organizzata in Ucraina.

In questa gara di velocità,
sembra che Washington voglia imporre il dollaro come moneta unica sul
mercato del gas, la fonte energetica del XXI secolo, nello stesso
modo in cui lo ha imposto sul mercato del petrolio [1].

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I media occidentali non danno
quasi notizia della guerra nel Donbass e il loro pubblico ignora la
portata dei combattimenti, la presenza di militari USA, il numero
delle vittime civili, l”ondata di profughi. Gli stessi media
occidentali trattano invece con ritardo gli eventi del Nord Africa e
del Levante, presentandoli però come il risultato di una presunta
«primavera
araba
»
(vale a dire, in pratica, una presa del potere a parte dei Fratelli
Musulmani), oppure come l”effetto distruttore di una civilizzazione
intrinsecamente violenta. Secondo loro sarebbe più che mai
necessario venire in aiuto ad arabi incapaci di vivere pacificamente
in assenza di coloni occidentali.

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La Russia è oggi la principale
potenza in grado di guidare la resistenza all”imperialismo
anglosassone. Essa dispone di tre strumenti: i BRICS, un”alleanza di
rivali economici che sanno di non poter crescere se non insieme agli
altri, l”Organizzazione di Shanghai per la Cooperazione, un”alleanza
strategica con la Cina per stabilizzare l”Asia centrale, e infine
L”Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva, un”alleanza
militare di stati ex-sovietici.

Al vertice di Fortaleza
(Brasile), che si è tenuto dal 14 al 16 luglio, i BRICS hanno fatto
il grande passo annunciando la creazione di un Fondo di riserva
monetaria (a partecipazione soprattutto cinese) e di una Banca BRICS,
come alternative al Fondo Monetario Internazionale e alla Banca
mondiale, dunque in alternativa al sistema basato sul dollaro [2].

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Già prima di questo annuncio,
gli anglosassoni avevano messo in atto la loro risposta: la
trasformazione della rete terroristica di Al-Qa”ida in un califfato,
al fine di preparare disordini presso tutte le popolazioni mussulmane
di Russia e Cina [3]. 

Hanno proseguito la loro offensiva in Siria,
espandendola poi contemporaneamente sia in Iraq che in Libano. Hanno
invece fallito nell”espulsione di una parte dei palestinesi verso
l”Egitto e nel destabilizzare la regione ancor più profondamente.
Infine, si tengono lontani dall”Iran per dare la possibilità al
presidente Hassan Rohani di indebolire la corrente anti-imperialista
dei Khomeinisti.

Due giorni dopo l”annuncio dei
BRICS, gli Stati Uniti hanno accusato la Russia di aver abbattuto il
volo MH17 della
Malaysia
Airlines
nel Donbass,
uccidendo 298 persone. Su questa base, puramente arbitraria, hanno
imposto agli europei di intraprendere una guerra economica contro la
Russia. Ponendosi come un tribunale, il Consiglio dell”Unione Europea
ha processato e condannato la Russia, senza alcuna prova e senza
darle la possibilità di difendersi. Ha promulgato “sanzioni”
contro il suo sistema finanziario.

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Consapevole del fatto che i
governanti europei non lavorano nell”interesse dei propri popoli, ma
di quello degli anglosassoni, la Russia ha morso il freno e si è
trattenuta fino ad ora dall”entrare in guerra in Ucraina. Sostiene
con armi e intelligence gli insorti, e accoglie più di 500mila
rifugiati, ma si astiene dall”inviare truppe e dall”entrare
nell”ingranaggio. È probabile che non interverrà prima che la
grande maggioranza degli Ucraini si ribelli al presidente Poroshenko,
a costo
di entrare nel paese soltanto dopo la la caduta della Repubblica
popolare di Donetsk.

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Di fronte
alla guerra economica, Mosca ha scelto di rispondere con misure
analoghe, ma riguardanti l”agricoltura e non la finanza. Due
considerazioni hanno guidato questa scelta: in primo luogo, a breve
termine, gli altri paesi BRICS possono mitigare le conseguenze delle
cosiddette “sanzioni”; in secondo luogo, a medio e lungo
termine, la Russia si prepara alla guerra e intende ricostruire
completamente la sua agricoltura per poter vivere in
autarchia.

Inoltre, gli anglosassoni hanno
programmato di paralizzare la Russia dall”interno. Dapprima attivando
gruppi terroristici in seno alla popolazione mussulmana attraverso
l”Emirato
Islamico (EI)
, poi
organizzando una contestazione mediatica in occasione delle elezioni
municipali del 14 settembre. Considerevoli somme di denaro sono state
fornite a tutti i candidati di opposizione nelle circa trenta grandi
città interessate, mentre almeno 50mila agitatori ucraini, mescolati
ai rifugiati, si stanno raggruppando a San Pietroburgo. La maggior
parte di loro
ha
doppia cittadinanza, ucraina e russa.

Si tratta chiaramente di replicare nella provincia le proteste che
erano seguite alle elezioni a Mosca nel dicembre 2011 –
aggiungendoci la violenza; e di impegnare il Paese in un processo di
rivoluzione colorata al quale una parte dei funzionari e della classe
dirigente è favorevole.

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Per fare questo, Washington ha
nominato un nuovo ambasciatore in Russia: John Tefft, lo stesso che
aveva preparato la “rivoluzione delle rose” in Georgia e il
colpo di stato in Ucraina. Sarà importante per il presidente
Vladimir Putin poter contare sul suo primo ministro, Dmitry Medvedev,
che Washington sperava di reclutare per rovesciarlo.

Considerando l”imminenza del
pericolo, Mosca sarebbe riuscita

a convincere Pechino ad accettare l”adesione dell”India in cambio di
quella dell”Iran, (ma anche quelle di Pakistan e Mongolia)
all”Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai.
La
decisione dovrebbe essere resa pubblica in occasione del vertice di
Dushanbe (Tagikistan) nei giorni 12-13 settembre. Ciò dovrebbe porre
fine al conflitto che oppone da secoli India e Cina e impegnarle in
una cooperazione militare. Questo cambiamento, se confermato,
metterebbe ugualmente fine alla luna di miele tra Nuova Delhi e
Washington, che sperava di allontanare l”India dalla Russia dandole,
com”è noto, accesso alle tecnologie nucleari. L”adesione di Nuova
Delhi è anche una scommessa sulla sincerità del suo nuovo primo
ministro, Narendra Modi, proprio mentre pesa su di lui il sospetto di
aver incoraggiato violenze anti-mussulmane nel 2002 nel Gujarat, dove
era il capo del
l”esecutivo.

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Inoltre, l”adesione dell”Iran,
che rappresenta una provocazione per Washington, dovrebbe portare
all”Organizzazione di Shanghai una precisa conoscenza dei movimenti
jihadisti e dei modi per contrastarli. Anche in questo caso, se
confermata, tale adesione potrebbe ridurre la volontà dell”Iran di
negoziare una tregua con il “Grande Satana”, che l”ha
portato a eleggere Sheik Hassan Rohani alla presidenza. Sarebbe una
scommessa sull”autorità del Capo Supremo della Rivoluzione Islamica,
l”Ayatollah Ali Khamenei.

Di fatto, queste adesioni
segnerebbero l”inizio de
l
capovolgimento
del
mondo dall”Occidente verso l”Oriente [4].

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Resta il fatto che questa
evoluzione deve essere protetta militarmente. È proprio questo il
ruolo dell”Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva
(CSTO), costituita intorno alla Russia, ma della quale non fa parte
la Cina. A differenza della NATO, questa Organizzazione è una
alleanza classica, compatibile con la Carta delle Nazioni Unite in
quanto ogni membro mantiene la possibilità di uscirne se vuole. È
dunque facendo leva su questa possibilità che Washington ha tentato
negli ultimi mesi di
attirare
a sé e acquisire

alcuni membri, specialmente l”Armenia. Tuttavia, la situazione
caotica in Ucraina sembra aver raffreddato coloro che sognavano una
“protezione” statunitense.

La tensione sembra dunque
destinata a crescere nelle prossime settimane.

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NOTE:
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[1] “«Qu’ont
en commun les guerres en Ukraine, à Gaza, en Syrie et en Libye?
»
di Alfredo Jalife-Rahme, Traduzione Arnaud Bréart,
La
Jornada
(Messico), Réseau
Voltaire
, 7 Agosto 2014.

[2] «VI
vertice dei BRICS: la base della nuova architettura finanziaria
»,
di Ariel Rodriguez Noyola,
Réseau
Voltaire
, 1 luglio 2014.
“Sixth
BRICS Summit: Fortaleza Declaration and Action Plan
”,
Voltaire Network,
16 luglio, 2014.

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[3] «Una
jihad globale contro i BRICS?
»
di Alfredo Jalife-Rahme, Traduzione Arnaud Bréart,
La
Jornada
(Messico), Réseau
Voltaire
, 18 luglio 2014.

[4] “Russia
and China in the Balance of the Middle East: Syria and other
countries
”,
di Imad Fawzi Shueibi,
Voltaire
Network
, 27 gennaio 2012.

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Questa “cronaca settimanale di politica estera” appare
simultaneamente in versione araba sul quotidiano“Al-Watan” (Siria),
in versione tedesca sulla “Neue Reinische Zeitung”, in lingua
russa sulla “Komsomolskaja Pravda”, in inglese su “Information
Clearing House”
, in francese sul “Réseau Voltaire”.

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Thierry Meyssan, 9 agosto 2014.

Traduzione per Megachip a cura
di Luisa Martini.

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