Riuscirà Washington a compiere la pulizia etnica del Nord della Siria?

'A Kobané è in scena la doppiezza della NATO. Laddove la Coalizione USA dichiara la lotta all''Emirato islamico, la Turchia lo aiuta. [Thierry Meyssan]

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Riuscirà Washington a compiere la pulizia etnica del Nord della Siria?
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13 Ottobre 2014 - 08.21


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«Sotto i nostri occhi», cronaca di politica internazionale n°100

di Thierry Meyssan.

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A Kobané e dintorni,
dove più di 300.000 curdi siriani sono minacciati
di
sterminio dall”Emirato Islamico, ognuno può misurare la doppiezza
della NATO. Laddove il comandante della Coalizione statunitense dichiara di lottare contro l”Emirato islamico,
un membro della NATO, la Turchia,
gli fornisce l”assistenza
militare e medica di cui ha bisogno,
impedendo ai civili di fuggire e ai combattenti
del PKK
di venire in loro aiuto.

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Nel teatro greco antico, ogni spettatore conosceva in anticipo la tragica fine
della recita
. I personaggi, accecati
dagli dèi, continuavano a compiere atti
che affermavano di rifiutare a
parole. Ma il
coro
rivelava agli spettatori i progetti del Destino.

La tragedia che si mette in scena a Kobané (in arabo Ain
al-Arab) è stata scritta per concludersi
con
il genocidio annunciato di 300.000 curdi
siriani. L”Emirato islamico ha già preso
il controllo
di diverse parti
della città
e di numerosi
villaggi
circostanti. Se l”esercito arabo siriano
non riesce ad attraversare le linee dell’Emirato islamico per salvarli, saranno tutti massacrati.

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La popolazione curda è difesa dall’YPG (partito autonomista che sostiene la Repubblica araba siriana), ma la Turchia ha chiuso la
sua frontiera
di modo che i
civili
non possono fuggire e
che i rinforzi del
PKK
turco (partito separatista legato
all’YPG
) non possano arrivare.

Le forze curde sono comandate da
Mahmoud Barkhodan, assistito da Narine Afrin
(vero nome Mayssa Abdo). La scelta di
una donna come comandante
in seconda
ha causato il panico
in seno all’Emirato Islamico, poiché gli
jihadisti
sono convinti che di
non poter
entrare in paradiso qualora
siano
uccisi da una donna.

Di fronte alla resistenza
curda, l”Emirato Islamico
ha trasferito la maggior parte delle
sue forze in Siria per schiacciare Kobané.

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In base alla nostra analisi – parecchie volte ripetuta su queste
colonne
e in molte trasmissioni
radiotelevisive in America Latina, in
Russia
e nel mondo musulmanol”Emirato islamico è una creazione
degli Stati
Uniti incaricata di
attuare
la pulizia etnica della
regione
per poterla rimodellare.
Chiunque può notare che le dichiarazioni
tranquillizzanti dei dirigenti statunitensi sono smentite dalla loro azione militare sul terreno, che opera non contro, bensì a favore dell’Emirato
islamico
.

La Coalizione ha lanciato sei
ondate di bombardamenti su Kobané. Non ha mai mirato
a posizioni dell’Emirato islamico,
al quale non ha causato perdita alcuna. Mantiene per contro a distanza, più a sud e
a ovest, l”Esercito arabo siriano che non
riesce
ad aprire una breccia per
salvare la popolazione
.

Il governo regionale del Kurdistan iracheno (filoisraeliano) si rifiuta di aiutare i curdi siriani, con i quali è in conflitto
da lungo tempo. Per giustificare la propria
passività, sostiene di non avere accesso
diretto alla Siria.

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La Turchia, paese membro della NATO, rifiuta di dare assistenza alle popolazioni minacciate di genocidio, visto che i curdi siriani non rinunciano al loro
statuto autonomo in Siria e che non si uniscono ai
combattimenti della NATO contro la Repubblica araba siriana
e il suo presidente eletto Bashar alAssad.

Secondo i combattenti dell’YPG,
la Turchia fornisce quotidianamente armi all”Emirato islamico e accoglie i suoi feriti nei propri ospedali,
mentre questi ultimi pongono ogni sorta di ostacolo al trasporto di
feriti curdi in
Turchia
per ricevere cure mediche.

In Turchia, il gruppuscolo
islamista
curdo
Hür Dava Partisi (precedentemente
chiamato
Hezbollah al fine di
creare
confusione con la
resistenza libanese
) è entrato in guerra contro il PKK (partito
curdo maggioritario nel paese). L’
Hüda-Par (abbreviazione Hür Dava Partisi) è sostenuto segretamente dall”AKP del presidente  Recep Tayyip Erdoğan,
sia per combattere l’indipendentismo curdo
sia per sostenere i Fratelli Musulmani.

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Il 30 agosto, un leader dell”Emirato
Islamico, Hikmet, e due delle sue guardie del corpo sono stati uccisi dal PKK a Istanbul, dove soggiornavano su invito dell’
Hüda-Par e sotto la protezione della polizia
turca
.

In un SMS inviato a
tutti i suoi membri, il PKK ha dato ordine di eliminare fisicamente tutti i membri dell’
Hüda-Par, accusato di lavorare per il governo turco e di aiutare l”Emirato Islamico.

Nello stabilire un paragone con il massacro di
Srebrenica
(Jugoslavia, 1995)
l”inviato speciale Onu per la Siria, Staffan de
Mistura, ha messo in causa il 10 ottobre responsabilità
turca nel caso si verifichi la caduta di Kobané e il genocidio della
sua popolazione
. Ha preteso
invano che la Turchia apra le sue frontiere.

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Il capo della Coalizione statunitense,
il generale John Allen, ha parimenti chiesto
pubblicamente
alla Turchia di aprire
i suoi confini
e di impedire
il genocidio dei curdi
a Kobané. Tuttavia, non sembra che il
rifiuto
turco abbia alterato
le relazioni tra Washington e Ankara, ben al contrario.

Il nuovo ministro degli Esteri turco, Mevlüt Çavuşoğlu, ha affermato
che
il suo paese non interverrà
finché la coalizione formata dagli Stati Uniti contro l”Emirato Islamico
(di cui la Turchia fa parte) non deciderà di imporre una no-fly
zone
nel nord della Siria e
non si porrà l’obiettivo di rovesciare la Repubblica araba siriana.

Inoltre, il parlamento
turco
ha autorizzato il suo governo
a
combattere sia l”Emirato
Islamico sia il
PKK
.

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Nel ricevere Çavuşoğlu a
Parigi
, il ministro degli Esteri francese,
Laurent Fabius, ha
appoggiato l”
idea di creare una «zona di
sicurezza
» nel nord della Siria, senza
specificare
esattamente cosa volesse
dire
, ma sottolineando il suo accordo con la Turchia.

La Francia, anch’essa un
membro della NATO, fornisce direttamente
armi al Governo Regionale separatista
del Kurdistan iracheno, senza autorizzazione da parte del governo centrale iracheno.
Il governo regionale del Kurdistan
iracheno ha esteso il suo territorio del 40% in
coordinamento con
l”Emirato Islamico, nel momento in cui questo si è impadronito della
zona araba sunnita irachena. Negli anni precedenti, la Francia sosteneva politicamente il PKK turco (filosiriano), e ora aiuta
militarmente il governo
regionale del Kurdistan
iracheno (filoisraeliano).

Attualmente, lo spazio aereo nel
nord della Siria
è controllato dalla
coalizione
guidata dagli Stati Uniti.
L”Emirato Islamico dispone di aerei (MiG
rubati alla Siria e F15 rubati all”Iraq), ma ha pochi
piloti e poco personale tecnico per
usarli. La creazione di una no-fly zone da parte della NATO in territorio siriano,
oltre a essere una
flagrante violazione
del diritto internazionale, non avrebbe quindi alcun impatto sui combattimenti in corso.

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L”idea di creare una no-fly zone in Siria è stata promossa da Israele, che vede in ciò un mezzo atto a smembrare entro un
certo termine questo paese, sulla
falsariga di
quanto è stato fatto dal 1991 al 2003 in Iraq (a
favore dell”attuale Governo regionale
del Kurdistan). Tuttavia, l”unico confronto valido
deve essere fatto con la zona cuscinetto imposta
nel 1983 durante la guerra civile libanese. Percepita come un’aperta ricolonizzazione del Libano, si trasformò in un fiasco dopo l”eliminazione di 300 soldati statunitensi e francesi.

In Turchia, il PKK moltiplica
le manifestazioni volte a costringere il
governo
Erdoğan a riaprire il confine. 31
persone
sono già state uccise
dalla polizia durante la repressione
di queste proteste.

L”unica questione è quella di sapere per quanto
tempo
ancora i curdi siriani
potranno resistere da soli agli
jihadisti
armati e finanziati
dagli Stati Uniti in virtù di un voto del Congresso riunito
in seduta segreta nel gennaio 2014. In altre parole:
quando Washington e i suoi alleati riusciranno a dare compimento
alla
pulizia etnica nel nord
della Siria
da parte della loro creatura,
l”Emirato islamico?

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Questa
“cronaca settimanale di politica estera” appare simultaneamente in
versione araba sul quotidiano“Al-Watan”(Siria), in versione
tedesca sulla “Neue Reinische Zeitung”, in lingua russa sulla “Komsomolskaja
Pravda”
, in inglese su “Information Clearing House”,
in francese sul “Réseau Voltaire”.

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Thierry
Meyssan, 13 ottobre 2014.

Traduzione
per Megachip a cura di Matzu Yagi.

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