Obama ha mancato il suo colpo di Stato in Venezuela

'USA, Germania, Canada, Israele e UK hanno lanciato la ''Operazione Gerico''. Di nuovo, l''amministrazione Obama ha tentato di cambiare con la forza un governo che le resiste'

Obama ha mancato il suo colpo di Stato in Venezuela
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22 Febbraio 2015 - 17.00


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«Sotto i nostri
occhi» – Cronaca di politica internazionale n°117

di Thierry Meyssan.

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Ancora una volta, l”amministrazione Obama ha
tentato di cambiare con la forza un regime politico che le resiste. Il 12
febbraio, un aereo Academi (ex Blackwater) travestito da aereo dell”esercito
venezuelano doveva bombardare il palazzo presidenziale e uccidere il presidente
Nicolas Maduro. I cospiratori avevano pianificato di mettere al potere l”ex
deputata María Corina Machado e di farla immediatamente acclamare da ex
presidenti latinoamericani.

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Nella foto in apertura:

Il presidente Obama con il suo consigliere per
l”America Latina, Ricardo Zuñiga, e la consigliera nazionale di sicurezza,
Susan Rice.

© Casa Bianca

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Il
presidente Obama aveva già avvertito. Nella sua nuova dottrina di Difesa (National
Security Strategy
), scriveva: «Noi stiamo al fianco dei cittadini il cui
esercizio della piena democrazia sia in pericolo, come nel caso dei
venezuelani». Eppure, poiché il Venezuela è, dopo l”adozione della Costituzione
del 1999, uno dei paesi più democratici del mondo, questa frase lasciava
presagire il peggio per impedirgli di continuare nel suo percorso di
indipendenza e di ridistribuzione della ricchezza.

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Era il
6 febbraio 2015. Washington finiva di mettere a punto il rovesciamento delle
istituzioni democratiche del Venezuela. Il colpo di Stato era stato pianificato
per 12 febbraio.

L”«Operazione
Gerico» era supervisionata dal Consiglio Nazionale di Sicurezza (NSC), sotto
l”autorità di Ricardo Zuñiga. Questo «diplomatico» è il nipote del dell”omonimo
presidente del Partito Nazionale dell”Honduras che ha organizzato i colpi di
stato del 1963 e del 1972 a favore del generale López Arellano. Ha diretto la
stazione CIA all”Avana (2009-11), dove ha reclutato e finanziato gli agenti per
formare l”opposizione a Fidel Castro durante la negoziazione per la ripresa
delle relazioni diplomatiche con Cuba (finalmente conclusa nel 2014).

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Come
sempre in questo tipo di operazioni, Washington fa attenzione a non apparire
coinvolta negli eventi che conduce. La CIA agisce attraverso organizzazioni
suppostamente non governative per organizzare il colpo di stato: il National
Endowment for Democracy
e i suoi due pseudopodi di destra (International
Republican Institute
) e di sinistra (National Democratic Institute),
Freedom House, nonché l’International Center for Non-Profit Law.
Inoltre, gli Stati Uniti sollecitano sempre i loro alleati affinché siano loro
subappaltate certe parti del golpe, in questo caso la Germania (incaricata
della protezione dei cittadini della NATO durante il colpo di Stato), il Canada
(con il compito di controllare l”aeroporto civile internazionale di Caracas),
Israele (incaricato dell”assassinio di personalità chaviste) e il Regno Unito
(responsabile della propaganda dei golpisti). Infine, mobilitano le loro reti
politiche che si tengono pronte a riconoscere i golpisti: a Washington il
senatore Marco Rubio, in Cile l”ex presidente Sebastián Piñera, in Colombia gli
ex presidenti Álvaro Uribe e Andrés Pastrana, in Messico gli ex presidenti
Felipe Calderón e Vicente Fox, in Spagna l”ex presidente del governo José María
Aznar.

Per
giustificare il golpe, la Casa Bianca aveva incoraggiato delle grandi aziende
venezuelane a stoccare, piuttosto che distribuire beni di prima necessità.
L”idea era quella di provocare le code davanti ai negozi, e di infiltrare
agenti tra la folla per causare disordini. In realtà, sebbene ci siano stati
problemi di approvvigionamento a gennaio-febbraio e delle code davanti ai
negozi, i venezuelani non hanno mai attaccato i negozi.

Per
rafforzare la sua azione economica, il presidente Obama ha firmato, il 18
dicembre 2014, una legge che impone nuove sanzioni contro il Venezuela e molti
dei suoi dirigenti. Ufficialmente, si trattava di punire le persone che avevano
represso le proteste studentesche. In realtà, dall”inizio dell”anno, Washington
pagava un salario  – quattro volte più
alto del reddito medio – a persone inserite in bande affinché attaccassero la
polizia. Gli pseudo-studenti avevano ucciso così 43 persone in pochi mesi e
avevano seminato il terrore per le strade della capitale.

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Ex
numero 2 dell”Isaf in Afghanistan, il generale Thomas W. Geary è ora
responsabile dell”intelligence presso SouthCom.

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L”azione
militare era soggetta alla supervisione del generale Thomas W. Geary, dal
SouthCom a Miami, e di Rebecca Chavez, dal Pentagono, e subappaltata
all”esercito privato Academi (ex Blackwater); una società ora amministrata
dall”ammiraglio Bobby R. Inman (ex capo della NSA) e John Ashcroft (ex Attorney
General dell”amministrazione Bush). Un Super Tucano, immatricolato
N314TG, acquistato dall”impresa della Virginia nel 2008 per assassinare Raul
Reyes, il n. 2 delle Farc colombiane, doveva essere camuffato da aereo
dell”esercito venezuelano. Doveva bombardare il palazzo presidenziale di
Miraflores e altri bersagli tratti da una lista di una dozzina di obiettivi
predeterminati, tra cui il Ministero della Difesa, la direzione dei servizi
segreti e il canale televisivo dell”ALBA, TeleSur. Mentre l”aereo stazionava in
Colombia, il quartier generale operativo di “Gerico” era stato
installato presso l”Ambasciata degli Stati Uniti a Bogotà con la partecipazione
dell”Ambasciatore Kevin Whitaker e del suo vice Benjamin Ziff.


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Alcuni
alti ufficiali, in attività o in congedo, avevano registrato in anticipo un
messaggio alla nazione in cui annunciavano di aver preso il potere al fine di
ristabilire l”ordine. Era previsto che essi sottoscrivessero il piano di
transizione, pubblicato il 12 febbraio mattina da El Nacional e redatto
dal Dipartimento di Stato USA. Un nuovo governo sarebbe stato formato, condotto
dall”ex deputata María Corina Machado.

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Il
colpo di Stato doveva mettere al potere María Corina Machado. Il 26 gennaio, ha
ricevuto a Caracas i suoi principali complici stranieri.

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María
Corina Machado è stata la presidente della Súmate, l”associazione che ha
organizzato e ha perso il referendum revocatorio contro Hugo Chávez Frias, nel
2004, già allora con i soldi del National Endowment for Democracy (NED)
e i servigi del pubblicitario francese Jacques Séguéla. Nonostante la sua
sconfitta, fu ricevuta con tutti gli onori dal presidente George W. Bush, nello
Studio Ovale, il 31 maggio 2005. Eletta rappresentante dello Stato di Miranda
nel 2011, è apparsa improvvisamente, il 21 marzo 2014, come capo della
delegazione panamense per l”Organizzazione degli Stati Americani (OSA). Fu
immediatamente destituita dalle sue funzioni di deputata per aver violato gli
articoli
149
e
191
della Costituzione.

Per
facilitare il coordinamento del golpe, María Corina Machado ha organizzato a
Caracas, il 26 gennaio, un simposio, intitolato «Potere del cittadino e
Democrazia oggi», a cui hanno partecipato la maggior parte dei personaggi
venezuelani e stranieri coinvolti.

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Nessuna
possibilità: i servizi segreti militari venezuelani sorvegliavano personalità
sospettate di aver fomentato un precedente complotto che puntava ad assassinare
il presidente Maduro. Lo scorso maggio, il procuratore di Caracas aveva
accusato María Corina Machado, il governatore Henrique Salas Römer, l”ex
diplomatico Diego Arria, l”avvocato Gustavo Tarre Birceño, il banchiere Eligio
Cedeño e l”uomo d”affari Pedro M. Burelli, ma costoro hanno disconosciuto le
e-mail, sostenendo che erano state falsificate dall”intelligence militare.
Naturalmente, erano tutti in combutta.

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Nello
stare sulle tracce di questi cospiratori, l”ntelligence militare ha scoperto
l”«Operazione Gerico». La notte dell”11 febbraio, i principali leader della
trama e un agente del Mossad sono stati arrestati mentre la sicurezza aerea è
stata rafforzata. Altri sono stati recuperati il giorno 12. Il giorno 20 le
confessioni ottenute hanno permesso di fermare un complice, il sindaco di
Caracas, Antonio Ledezma.


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Il sindaco di Caracas, Antonio Ledezma, era l”ufficiale
di collegamento con Israele. Si è recato segretamente a Tel Aviv, il 18 maggio
2012, per incontrarsi con Benjamin Netanyahu e Avigdor Lieberman. Rappresentava
il capo dell”opposizione venezuelana, Henrique Capriles Radonski.


Il presidente Nicolas Maduro è immediatamente intervenuto
in televisione per denunciare i congiurati. Mentre a Washington, la portavoce
del Dipartimento di Stato faceva ridere i giornalisti che si ricordavano del
colpo di Stato in Honduras organizzato da Obama nel 2009 – per stare
all”America Latina –  o, più
recentemente, del tentato colpo di stato in Macedonia, nel gennaio 2015 – per
riferirci al resto del mondo -, quando affermava: «Queste accuse, come tutte le
precedenti, sono ridicole. È una questione di politica di lunga data, gli Stati
Uniti non sostengono transizioni politiche con mezzi incostituzionali. Le
transizioni politiche devono essere democratiche, costituzionali, pacifiche e
legali. Abbiamo visto più volte che il governo venezuelano sta cercando di
distogliere l”attenzione dalle proprie azioni, accusando gli Stati Uniti o
altri membri della comunità internazionale per gli eventi in Venezuela. Questi sforzi
riflettono una mancanza di serietà da parte del governo del Venezuela nel far
fronte alla grave situazione cui è chiamato a porre rimedio.»

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Per i venezuelani, questo colpo di Stato non riuscito
pone una questione grave: come far vivere la democrazia, se i principali leader
dell”opposizione si ritrovano in carcere per i crimini che stavano per
commettere contro la democrazia?

Per coloro che pensano, a torto, che gli Stati Uniti
siano cambiati, non siano più una potenza imperialista e difendano ormai la
democrazia nel mondo, l’«Operazione Gerico» è un oggetto di riflessione
inesauribile.

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Gli Stati Uniti contro il Venezuela

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– Nel
2002, gli Stati Uniti avevano organizzato un colpo di stato contro il
presidente eletto Hugo Chávez Frias [1], poi assassinarono il giudice
incaricato delle indagini, Danilo Anderson [2].

– Nel
2007, hanno cercato di cambiare il regime organizzando una “rivoluzione
colorata” con dei gruppi trotskisti [3].

– Nel
2014, sembravano rinunciare al loro obiettivo e sostennero gruppi anarchici per
vandalizzare e destabilizzare il paese, è la Guarimba [4]
.

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NOTE

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[1] «Opération manquée au Venezuela», par Thierry
Meyssan, Réseau Voltaire, 18 mai 2002.

[2] «Notre ami Danilo Anderson assassiné à Caracas», «La CIA derrière l’assassinat de Danilo Anderson?», par Marcelo Larrea, Réseau Voltaire, 19 novembre et 1er décembre
2004. “
FBI and CIA identified as helping Plan Venezuelan Prosecutor’s Murder”, by Alessandro Parma, Voltaire Network, 11 November 2005.

[3] «Venezuela: conclusion d’une année déterminante», par Romain Migus, Réseau Voltaire, 10 octobre 2008. Si veda anche
la risposta Gene Sharp alle nostre accuse: «
L’Albert Einstein Institution: la versione CIA della nonviolenza», di Thierry Meyssan, Rete Voltaire, 4 giugno 2007.

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[4] «USA contro Venezuela: la guerra fredda diventa calda», par Nil Nikandrov, Traduzione Alessandro Lattanzio, Strategic
Culture Foundation, Rete Voltaire
, 9 marzo 2014. «
Las “guarimbas” de Venezuela: derecha embozada», por Martín Esparza Flores, Contralínea (México), Red
Voltaire
, 28 de abril de 2014.

Questa “cronaca settimanale di politica estera” appare simultaneamente in versione araba sul quotidiano“Al-Watan”(Siria), in versione tedesca sulla “Neue Reinische Zeitung”, in lingua russa sulla “Komsomolskaja Pravda”, in inglese su“Information Clearing House”, in francese sul “Réseau Voltaire”.

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Thierry Meyssan, 22 febbraio 2015.

Traduzione a cura di Megachip.info.
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