Il Brexit ridistribuisce la geopolitica globale

Nulla potrà più impedire il collasso UE. Tuttavia, in gioco non è la stessa UE, ma tutte le istituzioni che permettono il dominio USA nel mondo. [Thierry Meyssan]

Il Brexit ridistribuisce la geopolitica globale
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25 Giugno 2016 - 21.43


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«Sotto
i nostri occhi» – Cronaca di politica internazionale n°191

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di
Thierry Meyssan
.

Mentre
la stampa internazionale cerca un qualche modo per rilanciare la costruzione
europea – sempre senza la Russia e ora senza il Regno Unito – Thierry Meyssan è
convinto che nulla ormai potrà più impedire il collasso del sistema. Tuttavia,
sottolinea, ciò che è in gioco non è la stessa Unione Europea, ma tutte le
istituzioni che permettono il dominio degli Stati Uniti nel mondo e l”integrità
degli Stati Uniti stessi.

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Nell’immagine
di apertura:
favorevole al
Brexit, la regina Elisabetta sarà in grado di reindirizzare il paese verso lo
yuan.

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Nessuno sembra capire le conseguenze della
decisione britannica di lasciare l”Unione europea. I commentatori, che
interpretano la politica politicante e hanno perso da tempo la conoscenza delle
questioni internazionali, si sono focalizzati sugli elementi di una campagna
assurda: da un lato gli avversari di un’immigrazione senza controlli e dall”altra
gli jettatori che minacciavano il Regno Unito dei peggiori tormenti.

Ora, la posta in gioco di questa decisione
non ha alcun rapporto con questi temi. Il divario tra la realtà e il discorso
politico-mediatico illustra la malattia di cui soffrono le élites occidentali: la loro incompetenza.

Quando il velo si strappa davanti ai nostri
occhi, le nostre élites non riescono
a capire la situazione meglio del Partito Comunista dell”Unione Sovietica, quando
non prevedeva le conseguenze della caduta del Muro di Berlino nel novembre 1989:
la dissoluzione dell”URSS nel dicembre 1991, poi del Consiglio per la mutua
assistenza economica (Comecon) e del Patto di Varsavia sei mesi più tardi, e poi
ancora i tentativi di smantellare la Russia stessa che quasi si trovava a
perdere la Cecenia.

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In un futuro assai prossimo assisteremo in
modo identico alla dissoluzione dell”Unione Europea e della NATO, e – se non staranno
abbastanza attenti – allo smantellamento degli Stati Uniti.

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Quali interessi
dietro il Brexit?

A differenza delle spacconate di Nigel
Farage, l’UKIP non è all’origine del referendum che ha appena vinto. Questa
decisione è stata imposta a David Cameron da membri del partito conservatore.

Per loro, la politica di Londra deve essere un
adattamento pragmatico al mondo che cambia. Questa “nazione di bottegai”, come
la definiva Napoleone, osserva che gli Stati Uniti non sono più né la più grande
economia del mondo, né la prima potenza militare. Non hanno dunque più motivo
di essere i loro partner privilegiati.

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Proprio come Margaret Thatcher non ha esitato
a distruggere l”industria britannica per trasformare il suo paese in un centro
finanziario globale, allo stesso modo questi conservatori non hanno esitato ad
aprire la via all”indipendenza della Scozia e dell’Irlanda del Nord, e quindi alla
perdita del petrolio del Mare del Nord, per fare della City il primo centro
finanziario off shore dello yuan.

La campagna per il Brexit è stata ampiamente
sostenuta dalla Gentry e da Buckingham
Palace che hanno mobilitato la stampa popolare per fare appello a ritornare all”indipendenza.

Contrariamente a quanto spiega la stampa
europea, la separazione dei britannici dalla UE non si farà affatto lentamente,
perché l”Unione europea crollerà più velocemente rispetto al tempo necessario alle
trattative burocratiche per la loro uscita. Gli stati del Comecon non hanno
avuto da negoziare la loro uscita perché il Comecon ha smesso di funzionare una
volta iniziato il movimento centrifugo. Gli Stati membri della UE che si aggrappano
ai rami e continuano a salvare quel che resta dell”Unione non riusciranno ad
adattarsi alla nuova situazione con il rischio di sperimentare le convulsioni
dolorose dei primi anni della nuova Russia: caduta vertiginosa del livello di
vita e della speranza di vita.

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Per le centinaia di migliaia di dipendenti
pubblici, funzionari eletti e collaboratori europei che perderanno
inevitabilmente il loro posto di lavoro e per le élites nazionali che sono parimenti dipendenti da questo sistema,
vi è un urgente bisogno di riformare le istituzioni per salvarle. Tutti credono
a torto che il Brexit apra una breccia in cui gli euroscettici andranno a
introdursi. Ora, il Brexit è solo una risposta al declino degli Stati Uniti.

Il Pentagono, che prepara il vertice della
NATO a Varsavia, non ha capito che non era più in grado di imporre ai suoi
alleati di sviluppare il loro bilancio della Difesa e di sostenere le sue
avventure militari. Il dominio di Washington nel mondo è terminato.

Quel che abbiamo è un cambiamento d’epoca.

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Che cosa sta per
cambiare?

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La caduta del blocco sovietico è stata dapprima
la morte di una visione del mondo. I sovietici e i loro alleati volevano
costruire una società solidale in cui si mettessero quante più cose possibili in
comune. Hanno avuto una burocrazia titanica e dei dirigenti necrotizzati.

Il Muro di Berlino non è stato abbattuto da
anti-comunisti, ma da una coalizione di giovani comunisti e di Chiese luterane.
Intendevano rifondare l”ideale comunista liberato dalla tutela sovietica, dalla
polizia politica e dalla burocrazia. Sono stati traditi dalle loro élites che, dopo aver servito gli
interessi dei sovietici si sono precipitate con tanto ardore a servire quelli
degli statunitensi. Gli elettori del Brexit più impegnati cercano in primo
luogo di riguadagnare la loro sovranità nazionale e di far pagare ai leader
dell”Europa occidentale l’arroganza di cui hanno dato ampia prova con
l’imposizione del Trattato di Lisbona dopo il rifiuto popolare della
Costituzione europea (2004- 07). Potrebbero anche essere delusi da ciò che seguirà.

Il Brexit segna la fine della dominazione
ideologica degli Stati Uniti, quella della democrazia al ribasso delle
“quattro libertà“. Nel suo discorso sullo stato dell”Unione del 1941,
il presidente Roosevelt le aveva definite come (1) la libertà di parola e di
espressione, (2) la libertà di ciascuno di adorare Dio come vuole, (3) la
libertà dal bisogno, (4) la libertà dalla paura [di un’aggressione straniera].
Se gli inglesi risaliranno alle loro tradizioni, gli europei continentali ritroveranno
gli interrogativi delle rivoluzioni francese e russa sulla legittimità del
potere, e rovesceranno le loro istituzioni a rischio di veder risorgere il
conflitto franco-tedesco.

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Il Brexit segna altresì la fine del dominio
militare-economico degli Stati Uniti laddove la NATO e l”UE sono solo due facce
di un unico pezzo, benché la costruzione della politica estera e di sicurezza
comune abbia richiesto più tempo per la sua messa in opera rispetto al libero
scambio. Recentemente, ho scritto una nota su questa politica nei confronti
della Siria. Ho esaminato tutti i documenti interni della UE, fossero essi
pubblici o meno, per giungere alla conclusione che sono stati redatti senza
alcuna conoscenza della realtà sul campo, per esserlo invece a partire dalle
note del Ministero tedesco degli esteri, che a sua volta riproduce le
istruzioni del Dipartimento di Stato USA. Mi ero trovato alcuni anni fa a seguire
lo stesso processo per un altro Stato e sono arrivato a una conclusione simile
(solo che, in questo altro caso, l”intermediario non era il governo tedesco, ma
quello francese).

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Le prime conseguenze
in seno alla UE

Attualmente, i sindacati francesi rifiutano
il disegno di legge sul lavoro che è stato redatto dal governo Valls sulla base
di un rapporto dell”Unione Europea, a sua volta ispirato dalle istruzioni del
Dipartimento di Stato USA. Se la mobilitazione della CGT ha permesso ai francesi
di scoprire il ruolo dell”UE in questo caso, non hanno ancora colto in cosa
consista l’articolazione UE-USA. Hanno capito che invertendo le norme e
mettendo i contratti aziendali al di sopra dei contratti di settore, il governo
rimetteva in realtà in questione la preminenza della Legge sul contratto, ma
ignorano la strategia di Joseph Korbel e dei suoi due figli, la sua figlia
naturale democratica Madeleine Albright e la sua figlia adottiva repubblicana
Condoleezza Rice. Il professor Korbel affermava che per dominare il mondo, era
sufficiente che Washington imponesse una riscrittura delle relazioni
internazionali secondo termini giuridici anglosassoni. In effetti, nel porre il
contratto al di sopra della Legge, il diritto anglosassone privilegia nel lungo
periodo i ricchi e i potenti in rapporto ai poveri e ai miserabili.

È probabile che i francesi, gli olandesi, i
danesi e altri ancora cercheranno di rompere con l”Unione europea. Dovranno per
tutto ciò affrontare la loro classe dirigente. Se la durata di questa lotta è
imprevedibile, il risultato non lascia più dubbi. In ogni caso, nello sconvolgimento
incombente, i lavoratori francesi saranno difficilmente manipolabili, a
differenza dei loro omologhi inglesi, oggi disorganizzati.

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Le prime conseguenze
per il Regno Unito

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Il primo ministro David Cameron ha usato
l’argomento delle vacanze estive per rimettere le sue dimissioni a ottobre. Il
suo successore, in linea di principio Boris Johnson, può quindi preparare il
cambiamento per applicarlo immediatamente al suo arrivo a Downing Street. Il
Regno Unito non aspetterà la sua uscita definitiva dalla UE per gestire la
propria politica. A cominciare dal dissociarsi dalle sanzioni prese contro la
Russia e la Siria.

A differenza di quel che scrive la stampa
europea, la City di Londra non è direttamente influenzata dal Brexit. Dato il
suo status speciale di Stato indipendente sotto l”autorità della Corona, non ha
mai fatto parte dell”Unione europea. Certo, non potrà più ospitare le sedi
sociali di certe aziende che ripiegheranno verso l”Unione, ma al contrario
potrà utilizzare la sovranità di Londra per sviluppare il mercato dello yuan.
Già ad aprile, ha ottenuto i privilegi necessari firmando un accordo con la
Banca centrale della Cina. Inoltre, dovrebbe sviluppare le sue attività di
paradiso fiscale per gli europei.

Se il Brexit disorganizzerà temporaneamente
l”economia britannica in attesa di nuove regole, è probabile che il Regno Unito
– o almeno l’Inghilterra – si riorganizzerà rapidamente ottenendo il massimo
profitto. La domanda è se chi ha concepito questo terremoto avrà la saggezza di
far arrivare dei benefici al proprio popolo: il Brexit è un ritorno alla
sovranità nazionale, non garantisce la sovranità popolare.

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Il panorama internazionale può evolvere in
modi molto diversi a seconda delle reazioni che seguiranno. Anche se questo
dovesse andare male per alcune persone, è sempre meglio attenersi alla realtà
come fanno i britannici, anziché persistere a stare in un sogno fino a quando questo
non va in pezzi.

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Thierry
Meyssan, 25 giugno 2016.

Traduzione
a cura di Matzu Yagi.

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