Rivelazioni: il jihad di Lafarge-Holcim

In occasione dell’uscita del libro di Thierry Meyssan, «Sous nos yeux. Du 11-Septembre à Donald Trump» pubblichiamo una serie di articoli che ne rilanciano le informazioni.

Rivelazioni: il jihad di Lafarge-Holcim
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25 Marzo 2017 - 00.10


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«Sotto i nostri occhi» – Cronaca di politica
internazionale n°229

di Thierry Meyssan.

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In occasione dell’uscita del libro di
Thierry Meyssan,
«Sous nos yeux. Du 11-Septembre à Donald
Trump
»
(“Sotto
i nostri occhi. Dall’11 settembre a Donald Trump”), pubblichiamo una serie di
articoli che sviluppano alcune tra le numerosissime informazioni in esso
contenute.

Dopo l”intervento di Jean-Luc Mélenchon in
occasione del dibattito delle elezioni presidenziali francesi, cominciamo con
la vera storia del caso Holcim-Lafarge in Siria.

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DAMASCO (Siria) – Il
2 marzo 2017, la società Lafarge-Holcim ha riconosciuto che la sua filiale
siriana «ha rimesso dei fondi a terzi al fine di trovare accordi con un certo
numero di gruppi armati, inclusi dei terzi fatti oggetto di sanzioni, al fine
di mantenere l”attività e per garantire il passaggio sicuro dei dipendenti e delle
forniture da e per la fabbrica». [1]

Già ora, questa
industria cementizia costituisce l’oggetto di due indagini. La prima è stata avviata
dalle associazioni Sherpa e ECCHR, il 15 novembre 2016, mentre la seconda è
stata lanciata dal Ministero francese dell”Economia. Entrambe reagiscono a
presunte rivelazioni di Le Monde, secondo
cui Lafarge ha versato denaro a Daesh, in violazione delle risoluzioni dell’Onu.

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È importante
notare che gli articoli pubblicati il 2 marzo su Intelligence Online (lettera confidenziale appartenente a Le Monde) e dallo stesso Le Monde, il 22 giugno, sono stati redatti
da una giornalista esterna a queste pubblicazioni, Dorothy Myriam Kellou.
Questa giovane donna ha studiato presso la Georgetown University, e nota per i
suoi legami con la CIA, ha ricoperto l’incarico di addetto stampa presso il
consolato francese a Gerusalemme. Queste pubblicazioni sono state confermate da
un libro di Jacob Waerness,
Risikosjef i Syra, nel quale questo
ex dipendente descrive la grave situazione della sicurezza del personale della Lafarge
in Siria. L”autore ha continuato a lavorare con l’azienda cementizia dopo la
pubblicazione del suo libro.

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Le
pseudo-rivelazioni di Le Monde sono
state organizzate in combutta con
Lafarge-Holcim per deviare
l”attenzione dell”opinione pubblica e dei giudici rispetto a un punto
particolare: accettare o non accettare di pagare un riscatto a Daesh.

La verità è molto
più grave.

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La preparazione della guerra contro la Siria

Nel giugno 2008,
la NATO organizzò la riunione annuale del gruppo Bilderberg a Chantilly (Stati
Uniti), nel corso della quale Hillary Clinton e Barack Obama si presentarono ai
partecipanti [2].

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Tra i 120 presenti
si trovavano Basma Kodmani (futuro portavoce della Coalizione Nazionale
siriana) e Volker Perthes (futuro assistente di Jeffrey Feltman all’ONU per la
Siria). Nel corso di un dibattito sulla permanenza della politica estera statunitense,
essi intervennero per presentare l”importanza dei Fratelli Musulmani e il ruolo
che avrebbero potuto svolgere nella “democratizzazione” del mondo
arabo.

Jean-Pierre Jouyet
(futuro segretario generale dell”Eliseo), Manuel Valls (futuro primo ministro)
e Bertrand Collomb (il padrone della Lafarge) erano presenti al fianco di Henry
R. Kravis (futuro coordinatore finanziario di Daesh).

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Lafarge in Siria

Lafarge è leader
mondiale dell’industria del cemento. La NATO gli ha affidato la costruzione di
bunker jihadisti in Siria e la ricostruzione della parte sunnita dell”Iraq. In
cambio, Lafarge lascia che l”Alleanza gestisca i suoi impianti in entrambi i
paesi, specie gli impianti di Jalabiyeh (al confine con la Turchia, a nord di
Aleppo). Per due anni, la multinazionale ha fornito i materiali da costruzione
per le gigantesche fortificazioni sotterranee che permettono ai jihadisti di
sfidare l”esercito arabo siriano.

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Lafarge è ora
guidata dallo statunitense Eric Olsen, che ha integrato nell’azienda le
fabbriche dei fratelli Sawiris e di Firas Tlass. Quest”ultimo è il figlio del
generale Mustafa Tlass, ex ministro della Difesa del presidente Hafez al-Assad.
È il fratello del generale Manas Tlass, che nei sogni della Francia sarebbe
stato il prossimo presidente siriano. È anche il fratello di Nahed Tlass-Ojjeh,
vedova del mercante d”armi saudita Akram Ojjeh, che lavora con il giornalista
Franz-Olivier Giesbert.

I legami tra
Lafarge e le forze speciali francesi sono facilitati dall’amicizia tra Bertrand
Collomb (diventato presidente onorario della multinazionale) e il generale
Benoît Puga (Capo di Stato Maggiore dei presidenti Sarkozy e Hollande).

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La menzogna di Le
Monde
.

Inizialmente, la
rivista online dei mercenari anti-siriani, Zaman
Al-Wasl
, pubblica delle e-mail che dimostrano che la Lafarge versa denaro a
Daesh. In un secondo momento, Le Monde
pubblica i suoi articoli e i documenti di Zaman
Al-Wasl
vengono rimossi dal proprio sito web (li troverete comunque qui, sul sito
Réseau Voltaire
).

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Secondo Le Monde, la multinazionale si riforniva
di petrolio per far funzionare il suo impianto. Il che è falso, poiché questa installazione
funziona principalmente a carbone, che ha continuato a essere spedito dalla
Turchia. Senza rendersi conto dell”enormità della sua ammissione, il quotidiano
in pratica confessa che Lafarge stava producendo 2,6 milioni di tonnellate di
cemento all”anno, destinate alle “aree ribelli”.

Ora, durante
questa terribile guerra, niente avrebbe potuto essere costruito da civili in
quelle zone.

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Soldati di Daesh presso la fabbrica di
Lafarge-Holcim a Jalabiyeh (Siria)

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La costruzione dei bunker dei jihadisti

2,6 milioni di
tonnellate l’anno in due anni, questo fa almeno 5,2 milioni di tonnellate
prodotte per i “ribelli”. Metto la parola “ribelli” tra
virgolette perché questi combattenti non sono dei siriani, ma provengono da
tutto il mondo musulmano e anche dall”Europa.

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Questa quantità di
cemento è paragonabile a quella utilizzata dal Reich tedesco, nel 1916-17, per
costruire la linea Sigfrido. Dal luglio 2012, la NATO
— compresa la Francia — ha organizzato una guerra di posizione in accordo con la strategia
descritta da Abu Musab “Il Siriano” nel suo libro del 2004,
La Gestion de la barbarie.

Si può immaginare quale
sia il numero di ingegneri militari del Genio della NATO
— inclusi i francesi — che ci è voluto
per costruire questo insieme di opere.

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Lafarge, i Clinton e la CIA

Nel corso degli
anni ‘80, la Lafarge fu difesa al suo processo per l”inquinamento in Alabama da
un famoso avvocato, Hillary Rodham-Clinton. Ella riuscì a ridurre l”ammenda
inflitta dall”Agenzia di Protezione Ambientale ad appena 1,8 milioni di dollari.

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Durante il mandato
di George Bush padre, Lafarge ha reso dei servizi alla CIA trasportando illegalmente
in Iraq le armi che dovevano successivamente servire alla ribellione quando
l”Iraq avrebbe invaso il Kuwait e la Coalizione internazionale lo avrebbe
liberato.

Nello stesso
periodo, Hillary Rodham-Clinton divenne amministratrice della multinazionale,
una posizione che ha lasciato quando il marito è stato eletto alla Casa Bianca.
Il presidente Bill Clinton ridusse allora a 600 mila dollari la multa che la
moglie non aveva potuto evitare a Lafarge. I buoni rapporti sono continuati, poiché
la società ha versato 100 mila dollari alla Fondazione Clinton nel 2015 e il
suo nuovo Amministratore Delegato, Eric Olsen, non esita a farsi fotografare
con Hillary Clinton.

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L”intervento militare russo

Trincerati nei
loro bunker, i jihadisti non temevano l”esercito arabo siriano e non avevano
alcuna difficoltà a mantenere le proprie posizioni. Per due anni, il paese si è
trovato diviso in due, visto che il governo sceglieva di proteggere la
popolazione e, quindi, di abbandonare il campo.

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Quando la Russia è
intervenuta militarmente su richiesta del governo siriano, la sua missione era
quella di distruggere con le bombe a penetrazione i bunker jihadisti.
L”operazione è durata tre mesi, dal settembre 2015 al Natale ortodosso (6
gennaio 2016). Tuttavia, l’ampiezza delle costruzioni di Lafarge-Holcim si è
dimostrata così importante che l”esercito russo ha avuto bisogno di sei mesi per
annientarle.

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Conclusione

Quando la transnazionale
Lafarge-Holcim ha concluso la sua missione al servizio del genio militare della
NATO, ha chiuso il suo impianto e lo ha prestato all”Alleanza. La fabbrica di Jalabiyeh
è stata trasformata in quartier generale delle forze speciali degli Stati
Uniti, della Francia, della Norvegia e del Regno Unito che occupavano illegalmente
il nord della Siria.

A differenza della
cortina di fumo di Le Monde, non si
tratta quindi della triste storia di un’impresa di costruzioni che ha negoziato
con i jihadisti per salvare il suo personale. La responsabilità di Lafarge-Holcim
risiede nel suo ruolo centrale in una grande operazione militare volta a
distruggere la Siria: una guerra segreta che è costata la vita a centinaia di
migliaia di persone.

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Thierry Meyssan

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Per saperne di più sulla guerra segreta contro il Medio
oriente allargato: si legga
Sous nos yeux. Du 11-Septembre
à Donald Trump

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NOTE

[1] «Communiqué de Lafarge-Holcim sur ses activités en Syrie»,
Réseau Voltaire, 2 mars 2017.

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[2] “Quel che non sapete del Gruppo Bilderberg”, di Thierry
Meyssan, Traduz. A. Lattanzio, Rete Voltaire, 10 aprile 2011.

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Traduzione a cura
di Matzu Yagi.

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