E se Trump non avesse cambiato casacca?

L’aggressione militare statunitense contro la Siria potrebbe in realtà essere diretta alla fine contro gli alleati di Washington. [Thierry Meyssan]

E se Trump non avesse cambiato casacca?
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9 Aprile 2017 - 22.36


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 Â«Sotto i nostri occhi» – Cronaca di politica internazionale n°233

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di Thierry Meyssan.

Le cancellerie
e la stampa assicurano che il presidente Trump ha cambiato la sua politica e
tradito i suoi elettori, nell’accettare le dimissioni del generale Flynn e nel bombardare
Chayrat. Thierry Meyssan, da parte sua, rileva incongruenze che suggeriscono il
contrario: l’aggressione militare statunitense contro la Siria potrebbe in
realtà essere diretta alla fine contro gli alleati di Washington.

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Nell’immagine in apertura: Michael T. Flynn e
il suo amico Sebastian Gorka, mentre tengono l’uno il libro dell’altro. Il generale
Flynn, che incarnava la politica anti-jihadista, è stato costretto a dimettersi
dal suo incarico di consigliere della Sicurezza Nazionale. Sebastian Gorka è
ancora sul campo come vice consigliere del presidente Trump. Secondo lui, le
apparenze del bombardamento di Chayrat mascherano la realtà della politica
attuale della Casa Bianca.

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DAMASCO (Siria)  –  Donald
Trump, che era stato eletto in base al suo programma volto alla fine dell”imperialismo
e a servire gli interessi del suo popolo, ha improvvisamente cambiato bandiera,
appena tre mesi dopo il suo arrivo alla Casa Bianca?

Questa è l”interpretazione
ultra-maggioritaria del bombardamento della base Chayrat del 6 aprile 2017. La
totalità degli alleati degli Stati Uniti ha approvato quest’azione in nome di
principi umanitari. La totalità degli alleati della Siria l’ha condannata in
nome del diritto internazionale.

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Tuttavia, durante il dibattito nel
Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, l”argomento di un attacco chimico perpetrato
da Damasco non era sostenuto dal rappresentante del Segretario generale. Al
contrario, egli sottolineava l”impossibilità in questa fase di sapere come
questo attacco avrebbe potuto aver luogo. La Bolivia ha perfino messo in dubbio
l”esistenza di questo attacco, che è conosciuto solo dagli Elmetti bianchi,
vale a dire un gruppo di Al-Qa’ida a cui l’MI6 sovrintende ai fini della sua
propaganda. Inoltre, tutti gli esperti militari sottolineano che i gas da
combattimento devono essere dispersi tramite tiri d’obice e mai, assolutamente
mai, tramite bombardamenti aerei.

Comunque, l”attacco statunitense contro
la base Chayrat si è caratterizzato per la sua brutalità apparente: i 59
missili BGM-109 Tomahawk avevano una capacità combinata equivalente a quasi il
doppio della bomba atomica di Hiroshima. Tuttavia, l”attacco è stato anche
caratterizzato dalla sua inefficienza: sebbene vi siano stati dei martiri caduti
nel tentativo di spegnere un incendio, i danni sono risultati essere così poco
importanti che la base funzionava nuovamente già all’indomani.

Inevitabile constatare sia il fatto che
la US Navy sia una “tigre di carta”, sia che questa operazione è solo
una messa in scena.

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In questo caso, possiamo capire meglio
il fatto che la difesa aerea russa non abbia reagito. Ciò implica che i missili
antimissile S-400, il cui funzionamento è automatico, sono stati disattivati
volontariamente in anticipo.

Tutto è accaduto come se la Casa Bianca
avesse immaginato uno stratagemma inteso a condurre i suoi alleati in una
guerra contro gli utilizzatori di armi chimiche, vale a dire contro i
jihadisti. Infatti, fino ad oggi, secondo le Nazioni Unite, i soli casi
documentati di uso di tali armi in Siria e in Iraq sono stati attribuiti a loro.

Nel corso degli ultimi tre mesi, gli
Stati Uniti hanno rotto con la politica del repubblicano George Bush Jr. (che firmò
la dichiarazione di guerra del Syrian Accountablity Act) e di Barack
Obama (che sostenne le “primavere arabe”, ossia la riedizione della
“Grande rivolta araba del 1916”, organizzata dai britannici).
Tuttavia, Donald Trump non era riuscito a convincere i suoi alleati, in
particolare tedeschi, britannici e francesi.

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Saltando su quel che sembra essere un
cambiamento radicale nella politica USA, Londra ha fatto molte dichiarazioni
contro la Siria, la Russia e l”Iran. Il suo ministro degli esteri, Boris
Johnson, ha cancellato la sua visita a Mosca.

Solo che se Washington ha cambiato la
sua politica, per quale motivo il Segretario di Stato Rex Tillerson ha tuttavia
confermato la sua visita a Mosca? E perché dunque il presidente Xi Jinping, che
si trovava a essere ospite del suo omologo statunitense durante il
bombardamento di Chayrat, ha reagito in modo così molle, laddove il suo paese ha
fatto per ben 6 volte del suo diritto di veto al fine di proteggere la Siria al
Consiglio di sicurezza?

In mezzo a questo unanimismo oratorio e
a queste incongruenze di fatto, il vice consigliere del presidente Trump,
Sebastian Gorka, moltiplica i messaggi che vanno in direzione contraria.
Assicura che la Casa Bianca considera sempre il presidente Assad come legittimo
e i jihadisti come il nemico. Gorka è uno stretto amico del generale Michael T.
Flynn che aveva concepito il piano di Trump contro i jihadisti in generale e
Daesh in particolare.

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