‘
Â
“Sarà un caso, ma negli ultimi mesi sono cambiati una ventina di direttori fra tv e giornali. Tutti, o quasi, per ordine o su auspicio del presidente del Consiglio.”
Â
In febbraio Silvio Berlusconi aveva invitato i direttori del ”Corriere” e della ”Stampa”, Paolo Mieli e Giulio Anselmi, a “cambiare mestiere”. L”hanno prontamente cambiato. Enrico Mentana gli stava sulle scatole: costretto a lasciare ”Matrix” e licenziato da direttore editoriale di Mediaset, Mentana ha avuto un”offerta da La7, subito bloccata da un veto di Palazzo Chigi: non sia mai che un giornalista cacciato dal Cavaliere si accasi in un altro posto. Non deve proprio esistere, un altro posto.
Â
Vedi quel che è accaduto alla Rai, i cui vertici sono stati nominati, per comodità , direttamente a Palazzo Grazioli: il direttore generale Masi e i suoi quattro vice; i responsabili di Rai1 e Rai2 (Mazza e Liofredi), nonché del Tg1 e del Tg2 (Minzolini e Orfeo); ma anche di Rai Corporation (Magliaro), Radio Rai (Socillo), dei Gr (Preziosi) e di Gr Parlamento (Berti, ex ufficio stampa di Forza Italia). Ora, se tutto va bene, il premier piazzerà pure Minoli a Rai3 con la benedizione del suo ultimo sponsor, Agostino Saccà . Sistemata la concorrenza, ecco gli house organ: Feltri lascia ”Libero” a Belpietro e passa al ”Giornale” lasciato libero da Giordano che trasloca a Studio Aperto al posto di Mulè che va a ”Panorama” dove sedeva Belpietro. Signorini intanto raddoppia: oltre a ”Chi”, che sta a Palazzo Grazioli come ”Rinascita” stava a Botteghe Oscure, dirige anche ”Sorrisi e Canzoni”. Domanda ingenua: ma ”Il Giornale” non è di Paolo Berlusconi? Le pazze risate.
Â
Feltri, ormai privo di freni inibitori, ha confessato a Cortina che al ”Giornale” di Paolo l”ha assunto Silvio: “Il 30 giugno ho incontrato Silvio Berlusconi. Ogni volta che lo vedevo mi chiedeva: ”Ma quand”è che torna al ”Giornale?””. E io: ”Sto bene dove sono”. Ma quel giorno entrò nei dettagli, fece proposte concrete e alla fine mi ha convinto”. Completa il quadro ”Il Mattino”, che è di Caltagirone, ma ha scelto come direttore Virman Cusenza, ottimo notista politico e nipote di Dell”Utri. Ora, sai che sorpresa, Dino Boffo lascia ”Avvenire”: essendo vicino a Ruini, era troppo sbilanciato a sinistra. E si auspica un cambio della guardia anche all””Osservatore romano”, altro covo dell”antiberlusconismo militante. Poi, certo, ci sono pure direttori non nominati né sponsorizzati dal premier: sono quelli denunciati dal premier. Come ha scritto il ”New York Times”, “i giornalisti italiani si dividono in due categorie: quelli che lavorano per Berlusconi e quelli che lo faranno“. Infatti l”Antitrust ha subito aperto un”istruttoria per “abuso di posizione dominante”: contro Google.
Â
Rubrica: Signornò.
Â
‘