Pressioni ed errori, Strasburgo non boccia Roma

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22 Ottobre 2009 - 18.38


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di Alessandro Cisilin – «Il Fatto Quotidiano».

Con soli tre voti di scarto l”Europarlamento ha bloccato una risoluzione di condanna della situazione dell”informazione in Italia. E per la verità sembra che il centrosinistra si sia fermato da solo. Il deputato dell”Idv Arlacchi ha denunciato “pressioni e minacce ad altissimo livello”, accusando tra l”altro due colleghi del proprio gruppo centrista, gli irlandesi Gallagher e Aylward, di aver votato con il Pdl.

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Ma la polemica non ha risparmiato proprio l”Italia dei Valori con uno scambio di accuse con i deputati di area Pd, scatenate dall”errore, subito riconosciuto, di Vincenzo Iovine che ha ammesso di essersi sbagliato di bottone.

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La disamina della situazione italiana ha   rappresentato comunque una sberla per Palazzo Chigi, visto che l”europarlamento di solito non si occupa dei problemi dei singoli Stati. L”assemblea aveva inoltre respinto più volte le richieste della destra, seppur maggioritaria, di levare il punto dall”ordine del giorno. All”esame di ieri c”erano poi diverse risoluzioni, alcune partigiane di una tutela normativa del pluralismo, altre partigiane di Berlusconi. Tutte sono state bocciate, col risultato ultimo che si riconosce il problema del conflitto di interessi, ma al contempo si decide che l”Europa non debba far nulla di concreto per intervenire.

E nulla di fatto è stato, sicché la plenaria di ieri rimarrà nella storia dell”assemblea essenzialmente per le gesta da stadio inscenate dai pidiellini con la speranza   che qualche telecamera italiana li immortalasse agli occhi del premier. Urla di giubilo, strali contro il centrosinistra, volantini mostrati ai cameramen recitanti “basta infangare l”Italia”, cioè Lui. Soprattutto, il balzo e la corsa trionfante tra i banchi dell”emiciclo da parte del capogruppo Mauro, a discreta imitazione dell”esultanza di Ronaldinho dopo il gol sul rigore fasullo del Milan domenica scorsa contro la Roma. La gioia del centrodestra   era in parte motivata. Gli emendamenti che argomentavano la sussistenza di una piena libertà di informazione in Italia e l”assenza di conflitti di interessi o di minacce al pluralismo da parte di Berlusconi erano stati sonoramente respinti, e altrettanto lo sono state tutte le proposte di risoluzione presentate dal centrodestra con tali argomentazioni. Temevano il peggio, invece per un soffio sono riusciti a seppellire anche il testo del centrosinistra, che chiedeva alla Commissione una direttiva a tutela del pluralismo. La destra europea, ai voti, ha dunque mostrato di non amare Berlusconi e i suoi adepti ma, quando si è trattato di votare sulle norme, è tornata a fare la destra, decidendo che Bruxelles continui a mettere il naso negli affari interni solo quando si tratta di libera circolazione dei capitali, e non di diritti fondamentali. Nel nulla di fatto rimane la dura condanna espressa contro il conflitto di interessi dalla precedente risoluzione approvata cinque anni fa. E la Commissione, nominata dai governi, potrà proseguire a ignorarla con ulteriore serenità, usando la solita, contestata, giustificazione che non è di sua competenza. Sapendo di poter confidare, nei momenti decisivi, nelle distrazioni del centrosinistra, nonché nella sua gentile disponibilità a cedere alle “pressioni”.

Tratto da: Il Fatto Quotidiano

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