Che io sia una strega?

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19 Novembre 2009 - 13.58


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di Franco Cardini – «Il Secolo d”Italia», 18 novembre 2009.

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Nella nostra vita, il dolce si mischia sempre all”amaro. E magari al piccante. È la regola. E io non vi sfuggo. La settimana scorsa, ad esempio, ero vicino a Gerusalemme, nell”oasi ospitale di Neve Shalom, l”«Oasi di pace» dove israeliani ebrei, arabi cristiani e arabi musulmani vivono insieme, cercando di dimostrare al mondo che tutto è possibile agli uomini di buona volontà.

 

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Abbiamo ricordato insieme, con la preghiera e con un convegno di studi, la memoria di padre Michele Piccirillo, il prestigioso francescano-archeologo di recente immaturamente scomparso. Anima dell”evento è stata una mia meravigliosa amica, Simonetta Della Seta, adesso addetta culturale presso la nostra ambasciata a Tel Aviv. Con Simonetta ho scritto un romanzo storico, Il guardiano del santo Sepolcro (Milano, Mondadori, 2000), dove noi due, un”ebrea e un cattolico, c”incarichiamo di far parlare in prima persona il portinaio della basilica gerosolimitana della resurrezione, un musulmano. Peccato che i media ne abbiano parlato poco.

A Neve Shalom ho avuto la gioia di poter riabbracciare tanti stimati colleghi israeliani, come il grande me-dievista Benjamin Z. Kedar, amico di colui ch”è stato uno dei miei più cari maestri, Joshua Prawer, il cui splendido libro Colonialismo medievale ho avuto l”onore di tradurre in italiano (Roma, Jouvence, 1985).

I miei amici ebrei, tanto italiani quanto israeliani, sanno bene che io non concordo in tutto con la politica israeliana, specie con quella di alcuni recenti governi e soprattutto con l”attuale, e segnatamente nella politica seguita nei confronti dei palestinesi e dei “territori occupati”; come sanno che io non credo molto che l”attuale modo maggioritario di presentare la società iraniana  sia  corretto e risponda completamente a verità.

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Ma discutiamo, come si fa tra amici: e gli amici non sono quelli che ti danno sempre e comunque ragione, ma quelli che ti espongono lealmente le loro ragioni e si aspettano altrettanto da te.

Per il resto, essi – che mi leggono – sanno benissimo che cosa pensi di loro, della loro cultura e della loro fede abramitica, che da figlio di Abramo in quanto cattolico  anch”io  per tanti versi condivido. L”ho scritto a chiare lettere, introducendo  la traduzione italiana del  libro curato da Alain Dieckhoff, Israele. Da Mosè agli accordi di Oslo (Bari, Dedalo, 1999).

Dicevo testualmente, a p.14: “.Israele non è né uno strano fenomeno antropologico-religioso, né una specie di fossile storico misteriosamente sopravvissuto e riaffiorato nelle tormentate vicende degli ultimi duecento anni. Ma, semplicemente, una parte di noi e delle nostre vicende di cui non possiamo fare a meno. Una gloria del mondo”.

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Non ho nulla da  aggiungere e nulla da togliere a quelle parole

La bella esperienza di Nevé Shalom si è conclusa per me venerdì scorso, a tavola, ospite fraternamente accolto da Simonetta, da suo marito – il musicologo Massimo Torrefranca – e dai loro figli Anna e Gad, per la cena di shabbat.

Fin qui il dolce. L”amaro, o meglio il “piccante” – nel senso dell”irritante – è arrivato qualche giorno dopo, martedì 17 novembre scorso, con un articolo su «Libero» nel quale Alexandre Del Valle, forse sull”onda delle recenti dichiarazioni del ministro Maroni, “denunzia” un terribile complotto “verde-nero-rosso” ordito insieme, in spregevole combutta, da fondamentalisti islamici, nostalgici neonazisti ed estremisti bolscevichi.

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E naturalmente buona parte di tale articolo è dedicata a me: non ho capito tropo bene in quale delle tre convergenti categorie egli mi ponga, ma credo in entrembe (neologismo per dire in tutte e tre). Follia diffamatoria? Non proprio. O, perlomeno, diciamolo con l”Amleto di Shakespeare: c”è del metodo in questa follia.

Il Del Valle in realtà in parte “denunzia” cose che io sono stato il primo a dire di me stesso in molti libri (dall”autobiografia L”intellettuale disorganico alla raccolta di saggi Scheletri nell”armadio), in parte vaneggia cucendo insieme indizi allegramente interpretati e squisite falsità in uno stile che ricorda certi personaggi di un famoso romanzo di Volkoff, Il montaggio, o certe “rivelazioni” che andavano per la maggiore nella bell”America dei tempi di Joseph McCarthy.

Io sarei stato quindi iscritto, da giovane, alla Giovane Europa di Jean Thiriart e “membro” della Nuova Destra di Marco Tarchi (che non è mai stata un movimento); avrei studiato la mistica fascista (mai!) e il sincretismo islamico (falso; non so che cosa sia il sincretismo islamico; io mi sono occupato di rapporti tra Europa e Islam) e seguirei quanto alla mia interpretazione della fede coranica le tesi di René Guénon (manco per idea!). Ispirandosi inoltre alle “rivelazioni” (sic) del settimanale «Tempi» e dell”agenzia «Corrispondenza romana», il Del Valle prosegue sostenendo che sarei «corrispondente di Radio Teheran» (un”emittente che mi ha in effetti intervistato un paio di volte; e al quale ho risposto con cortesia, come faccio sempre con tutti e come avrei fatto anche con Radio Zagarolo.) e che avrei preso posizione contro le guerre in Afghanistan e in Iraq (be”, ho scritto anche tre libri al riguardo).

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Vi risparmio le piacevolezze minori: salvo il fatto che mi definirei «uomo d”ordine e di destra» (in realtà ho sempre detto di essere uomo d”ordine e dotato di vivo senso dello Stato) e che sarei spesso interpellato perciò dal «Secolo d”Italia» (vero: sono anzi forse il decano dei suoi collaboratori, dal momento che la mia firma su tale quotidiano è uscita per la prima volta nel 1958), ma che sarei stato «stranamente risparmiato dalla sinistra» e che una volta sono stato addirittura elogiato in pubblico da Walter Veltroni «per i suoi (cioè miei) attacchi ai tagli del governo alla scuola e all”università». Peccato che il Del Valle, forse mal consigliato e peggio documentato, “ometta” che Veltroni mi citò esplicitamente per un articolo comparso, guarda caso!, proprio sul «Secolo».

Che malinconia. Ho quasi settant”anni, e ho passato quasi mezzo secolo dell”esistenza studiando come un matto. Ho al mio attivo circa 150 volumi, e molte migliaia fra saggi e articoli. Eppure, il quotidiano «Libero» non ha mai creduto opportuno – ed è stato suo sacrosanto diritto, che diamine! – di dedicarmi nemmeno due righe di recensione. Di recente, ho pubblicato due libri di medievistica: Cassiodoro il Grande (Jaca Book) e una raccolta di studi francescani editi dal centro Italiano di Studi sull”Alto Medioevo. Silenzio-stampa, almeno su quel giornale.

E allora, perché d”incanto interesso in tal modo a lorsignori, affaccendati a quel che pare a impaurire la loro opinione pubblica col temibile fantasma d”un”alleanza tra “opposti estremismi” rosso-nero-verdi?

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Azzarderei una risposta. In effetti, non pare che il Del Valle declini proprio tutte le sue fonti. Forse, un”occhiata al blog “Informazione corretta”, che da tempo mi dedica attenzioni analoghe alle sue, deve averla data. O magari dev”essergli diciamo così passato per le mani il numero del 21 aprile 2004 dell”«American National Review», nel quale due solerti “giornalisti” (?!), per la cronaca italiani, argomentavano sul mio conto più o meno le stesse cose. Ho citato i due paltonieri in questione per diffamazione: se la sono cavata andando assolti (ma con formula dubitativa: ed è in arrivo il processo d”appello). Non so se ricorrerò ancora alla legge.

Quel che so è che in Italia sta montando un”ondata di “caccia alle streghe” nella quale chi non si preoccupa di “allinearsi”, ma cerca di dir la sua restando un uomo libero e rispettoso della verità, potrebbe anche rischiar qualcosa.

Per esempio si prende di mira  un galantuomo che magari non apprezza del tutto la politica estera americana o quella dell”attuale governo d”Israele e che ha sempre detto la sua a viso aperto e documentando le sue affermazioni: e, guardandosi bene dal confutarle con altrettanta lealtà, lo si denunzia come “filomusulmano” e “antisionista”, e s”insinua che possa essere in realtà antisemita, e magari criptonazicomunista.

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Peccato che non tutti siano disposti a lasciarsi intimidire Vecchi metodi. Vecchie inquisizioni. Vecchi giochi di prestigio.

Che io sia una strega?

In fondo, sarei anche in buona compagnia (penso alla strega Sabatilla di Brancaleone alle crociata, splendidamente interpretata da una giovane Stefania Sandrelli; o alla strega Finicella di un mediocre film peraltro piacevolmente interpretato da Renato Pozzetto, nel quale figura una giovane  e mozzafiato Eleonora Giorgi ).

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Ma allora venite fuori una buona volta, allo scoperto, tàngheri che siete. Abbiate per una volta la forza di studiare, invece di sceglier la pigra via della calunnia; scovate per una volta  il coraggio di citarmi per quel che veramente ho detto e scritto, senza interpolazioni e senza giochetti delatòri. E sia chiaro: sempre meglio comunque criptonazicomunista, come non sono io,  che infami e incolti, come siete voialtri.

 

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