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Ho scritto un libro, nuovo. Costa nove euro, il libro. E” sottile, è scritto grande. Non pesa niente, non fa male. Un volume, senza volume.
Periodi brevi fanno effetto. Spazi bianchi, da scrittore.
Non ho più niente da dire, in politica. Continuo a dirlo, nei libri.
Avevo scritto un romanzo, Noi. Mi hanno fatto ottime recensioni, loro. Curo i rapporti, io. E continuerai a comprarmi, tu.
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Trecentoquarantasette pagine, il totale. Trecentoquarantasette pagine, da riempire.
Finito quello, cosa inventare? Continuare, a pubblicare. Un libro bianco, da stampare. Un libro bianco, se ne può parlare.
Mi hanno detto: “Qualcosa mettici”. Sessantotto pagine, pronte per uscire. Sessantotto pagine, si può fare.
E” una brutta cosa, la violenza. E” solo un gioco, il calcio. Questo ho scritto, originale.
Vedete, un calcio in culo, è un”altra cosa. Può fare male, il calcio.
Capite, io l”ho preso, quel calcio. In culo, l”ho preso.
Adesso ce l”hanno, anche loro. Dal limite dell”area gliel”ho restituito.
Democratica, quell”area. Inutile, quel partito sul mio pullman, se n”è andato.
E”come l”Africa, la panchina. Più di tanto, non ci puoi stare.
Di nuovo in campo, per provare. Di nuovo in campo, per tirare.
Un goal a porta vuota, da sbagliare. Questo è il mio calcio, questo so fare.
*(ghost writer, Valdo Gamberutti)
Tratto da: antefatto.ilcannocchiale.it
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