Strage di Oslo, Incendio del Reichstag e altre storie

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20 Agosto 2011 - 08.41


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di Miguel Martinez – kelebeklerblog.com.

Continuo a parlare della strage di Oslo, perché – come forse qualunque altro argomento – ci aiuta a capire tante cose dell”epoca in cui viviamo. Subito dopo la strage, alcuni autori hanno notato come l”attentato avesse colpito un paese europeo anomalo. Anomalo per la sua distanza dall”Unione Europea, per la sua apertura verso la Russia, o verso la causa palestinese. Sono riflessioni portate avanti da persone diverse, di cui non faccio i nomi, perché non mi interessa entrare in polemiche: alcuni di questi autori non li conosco, due li apprezzo profondamente sul piano intellettuale e umano, e uno mi sembra soffra di sgradevoli disturbi caratteriali. Sono persone diverse, ripeto, con teste diverse.

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In comune, però, hanno scelto di unire i puntini, e di ipotizzare che dietro la strage ci fossero dei potenti interessi geopolitici.

Sul fronte opposto, molti hanno notato che, dopo Oslo, il Vittimometro pende dalla parte dei musulmani; centinaia di blog ipotizzano quindi che Breivik sia un utile idiota al servizio del Grande Complotto Islamonazicomunista.

Chi scrive si trova da sempre in una posizione scomoda su temi di questo tipo.

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Da una parte, mi sento molto lontano da chi crede sempre e automaticamente nella “versione ufficiale” dei fatti, come certi sedicenti “anticomplottisti” d”assalto. Anche perché gli stessi anticomplottisti d”assalto riservano la loro presunta scientificità a una parte sola. Tanto che non fanno nulla per debunkare chi parla di un complotto islamico.

I metodi “anticomplottisti”, infatti, raramente vengono applicati a tutto campo. In questo, gli anticomplottisti somigliano a certi predicatori religiosi, bravi a fare gli atei con le religioni degli altri. Il problema non è infatti nel debunking scientifico in sé, ma nel suo utilizzo come semplice arma di parte.

Difficilmente vedremo, ad esempio, un buon lavoro di debunking dei quasi ottant”anni di teorie del complotto che circondano l”incendio del Reichstag – il primo “controprocesso” per l”incendio fu organizzato a Londra, alcuni mesi dopo l”evento, da Willi Münzenberg, il geniale responsabile della propaganda del Partito Comunista Tedesco, e come si può immaginare, incolpò i nazisti, producendo presunti “testimoni” mascherati.

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Eppure l”incendio del Reichstag ha parecchie analogie con l”11 settembre – i cosiddetti complottisti sottolineano l”esistenza di un cui prodest indiscutibile, assieme alla debolezza della versione ufficiale, che parla di un “solitario fanatico”.

Ma nonostante la vittoria militare degli Alleati sulla Germania, non sono mai riusciti a trovare indizi positivi contro i nazisti.[1]

Il problema è che un ottimo movente non costituisce di per sé una prova, ma solo un indizio. Da valutare freddamente assieme ad altri indizi. E se gli altri indizi sono più plausibili, dobbiamo avere il coraggio di accantonare gli indizi meno plausibili, anche quando ci permettono di prendercela con i nostri nemici preferiti.

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Intanto, separiamo i fatti che contano da quelli che fanno notizia: la strage di Oslo ha certamente portato la Norvegia all”attenzione del mondo per la prima volta dal tempo dei Vichinghi; ma non è detto che l”uccisione di un certo numero di adolescenti e la distruzione di un edificio abbia avuto alcun impatto concreto sul paese. Mentre sul piano simbolico, possiamo immaginare che il governo che è stato preso di mira goda oggi di un sostegno popolare senza precedenti.

Tanti “complottisti” italiani, nel valutare gli attentati che avvenivano in Italia alcuni decenni fa, hanno compiuto lo stesso errore, pensando che qualche decina di morti, in eventi a lunga distanza temporale l”uno dall”altro, rientrassero tutti in progetto mirato a “destabilizzare” il governo o la società.

Facciamo finta che Israele o gli Stati Uniti mi abbiano affidato il compito di far cambiare politica alla Norvegia.

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Ovviamente, io c”entro solo per gioco, ma è altamente probabile che quei due paesi abbiano già assegnato un simile compito a qualcuno.

La prima cosa che farei è identificare un personaggio, poniamo un ministro, in Norvegia, cui far cambiare testa.

Poi sceglierei tra le seguenti opzioni:

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1) mandare un messaggio discreto al ministro, esprimendogli tutta la mia solidarietà, ma spiegando che il nostro paese è una Grande Democrazia in cui la libertà di espressione è sacra, e quindi non possiamo farci niente se mercoledì prossimo un fotografo pubblicherà le foto dell”incontro tra il ministro e un transessuale colombiano. Ma forse, in nome di una storica amicizia tra i nostri popoli, qualcosa possiamo fare.

2) non impedire che allo stesso ministro venga un banalissimo infarto, che non fa notizia da nessuna parte, ma permette di sostituirlo con un altro ministro più gradito.

3) creare un personaggio che viene considerato come il più grande mostro degli ultimi decenni. Un personaggio che ha come caratteristica principale il sostegno fanatico proprio al paese che rappresento, che compie una rumorosa strage di innocenti, compatta l”opinione pubblica attorno al governo che io sto cercando di buttare giù e distrae dal panico islamofobo che sto cercando da anni di diffondere nel mondo. Offrendo allo stesso tempo alla polizia di quel paese la possibilità di catturare l”attentatore dal vivo e di torchiarlo per i prossimi decenni alla ricerca di possibili mandanti.

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Se avete capito cosӏ il Rasoio di Ockham, potete facilmente immaginare quale scelta mi costerebbe il posto.

Nota:

[1] Non sono un esperto; e confesso di essermi basato per questa affermazione in buona parte sulla voce Reichstag Fire di Wikipedia.

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Fonte: http://kelebeklerblog.com/2011/08/20/strage-di-oslo-incendio-del-reichstag-e-altre-storie/.

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