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In risposta all”articolo di Paolo Bartolini, “Salvare il Capitalismo?”
di Rodolfo Monacelli
In un articolo di Paolo Bartolini pubblicato su Megachip e intitolato “Salvare il Capitalismo?” si afferma sostanzialmente che:
« (…) il capitalismo, come motore della modernità , ha contribuito a “creare” l”individuo, o meglio il senso di essere individui unici e irripetibili».
Chi scrive non è d”accordo con quest”assunto e cercherà di dimostrarlo in questo breve articolo.
È necessario, a mio avviso, tracciare preliminarmente una breve analisi del capitalismo nella sua forma storica secondo tre prospettive diverse.
Critica del capitalismo dal punto di vista dell”economia
Il Capitalismo negli ultimi 40 anni (orientativamente dagli anni ”70 in poi) ha fatto un passo ulteriore, e per questo viene da alcuni definito “Neo-Capitalismo“. Il capitalismo non si accontenta più, infatti, di sfruttare e di estorcere plusvalore al lavoratore, ma ha come obiettivo (realizzato) di renderlo un vero e proprio schiavo. Non parliamo soltanto dell”eliminazione di ogni diritto, conquistati da secoli di lotte dal movimento operaio, ma dell”idea stessa di lavoro. Da parte del Capitale il lavoro è oggi identificato, infatti, come una concessione medievale da parte del Signore al lavoratore il quale, come conseguenza di ciò, è obbligato ad accettare qualsiasi sopruso e in cui la lotta per i propri diritti viene vista quasi come un residuo del passato (il caso della Fiat di Marchionne è solo l”estremizzazione di questa pratica, non unica né esclusiva).
Critica del capitalismo dal punto di vista della democrazia
Sovranità politica significa sovranità decisionale sui temi fondamentali della propria esistenza sociale, e non solo sulla scelta se consentire i matrimoni omosessuali o i cosiddetti PACS. Ma la sovranità decisionale nell”Occidente capitalistico non esiste, poiché non può esistere quando non esiste sovranità e, oggi, non esiste sovranità della decisione democratica per due motivi correlati tra di loro:
- l”imperialismo americano, con le sue basi sparse per tutto il mondo e il suo controllo politico e militare. Perché, al di là di ogni pacifismo in buona fede, non esiste sovranità politica senza sovranità militare;
- il dominio dei mercati e della finanza transnazionale che svuotano ogni decisione politica dei partiti (di destra, di sinistra, di centro, eccetera) e che ora, con il governo Monti, hanno dato l”ultimo colpo di coda a questa pratica con l”assunzione del governo di una nazione. Su questo punto bisogna, però, essere chiari. Non esiste nessuna divisione tra un capitale finanziario (cattivo) e un capitale reale (buono). Entrambi i capitali sono parte dello stesso capitalismo: non esiste banca che non sia nei consigli d”amministrazione delle grandi imprese, così come non esiste grande impresa che non sia nei consigli d”amministrazione delle grandi banche. Per questo, non può esistere una democrazia reale all”interno di un sistema capitalistico (quale che sia la forma che ogni volta si da).
Capitalismo come Alienazione
Ancora più di Marx aveva visto giusto Pier Paolo Pasolini che vedeva nel consumismo di massa l”arma principale del capitalismo, di cui il potere autoritario e repressivo della televisione ne stava diventando lo strumento principale, avviando un”opera di “acculturazione omologante“, non ammettendo altra ideologia che non fosse quella del consumo in base alle regole di ciò che Pasolini definisce una “Produzione creatrice di benessere“. L”alienazione consumistica, secondo Pasolini, e oggi ancora più di ieri è drammaticamente confermato, era riuscita a realizzare ciò in cui il Fascismo aveva invece fallito: un”unione interclassista tra le classi dominanti e quelle dominate in nome del consumo e negando, in questo modo, qualunque prospettiva emancipatrice e rivoluzionaria.
Conclusioni
Un altro appunto che mi permetto di fare all”amico e compagno Paolo Bartolini è sul concetto di “modernità ” a cui, mi sembra, conferisce un”aura essenzialmente positiva. Un concetto questo, che a parte alcuni autori come Georges Sorel, Walter Benjamin ed Herbert Marcuse, fa parte dell”armamentario culturale della sinistra che ha pensato di opporsi con esso al capitalismo ritenuto “conservatore e reazionario”. Un vero e proprio “Mondo alla rovescia” perché, in realtà , il cosiddetto progresso o modernizzazione, non è altro se non l”approfondimento sociologico e ideologico della forma di merce liberalizzata, è l”elemento essenziale con cui il capitalismo è potuto nascere, vivere e sopravvivere, come dimostra lo stesso ”68 di cui si servì il neocapitalismo utilizzando i modelli libertari (o meglio falsamente libertari) per eliminare quegli elementi “tradizionali” della borghesia che ne impedivano quello sviluppo che la contingenza storica imponeva.
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