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Il blog langue per colpa di un libro di cucina che sto traducendo.
Quindi mi limito a darvi la buona notizia: Avaaz ha tolto la petizione per abolire il rosso dei semafori, ormai arrivata a 609 firme. Evidentemente chi cura il sito di Avaaz deve aver letto da qualche altra parte che sul suo stesso sito stava succedendo qualcosa di strano. Ora, Avaaz è un”organizzazione bellicista, ma dai modi miti. Le guerre, dice Avaaz, le devono fare i generali, i bombardieri, i droni e le spie ufficialmente deputati; mentre tra civili, ci si comporta con la massima gentilezza, come si vede dal messaggio che mi scrivono.
Un messaggio che evita di toccare l”argomento principale: cioè il fatto che una persona che firma una petizione semplicemente perché odia il rosso nei semafori viene considerata “membro” di una “comunità “ e contata, a sua insaputa, come uno dei “milioni di membri” di Avaaz anche per cause che non condivide.
Ma questo è un argomento su cui Avaaz semplicemente non può rispondere, perché se cambiasse tecnica vedrebbe calare i propri membri del 99,9% in un solo colpo.
Chi sa cosa vuol dire la frase:
“Per assicurarci di farlo, ogni giorno inviamo petizioni alla nostra comunità  per sondarla e controllare che siano appoggiate.”
Da notare, il riferimento a Care2.com come “sito di petizioni commerciali”. Noi ne abbiamo parlato ai tempi del caso di Kate Omoregbe, quando Franco Corbelli – lo sponsor della ragazza che non voleva tornare in Nigeria – presentò così quel sito:
“Una delle piu” importanti associazioni americane per i diritti umani, Care 2, ha avviato una petizione on line in favore della ragazza nigeriana, Kate Omoregbe.”
Anche l”altro “sito di petizioni commerciali”, Change.org, immenso cliccatoio per persone affette da buoni sentimenti, meriterebbe una divagazione.
Ma ecco cosa ci scrive Avaaz:
Ciao Miguel ,
Ci scusiamo ancora,
Il team di Avaaz.
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