Il Cerchio del dono

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1 Ottobre 2012 - 16.57


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di Giuliana Ruberti*

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Per Renato Rozzi – docente universitario di psicologia, psicoterapeuta della Società italiana di psicanalisi, l”abbandonò per divenire psicologo del lavoro presso il Centro di psicologia della Olivetti. 

Il Cerchio sacro del Dono, gruppo di 246 persone, ha 1 anno di vita. È su Facebook.

Il nome viene da una pratica dei pellirosse, basata sull”economia del dono. Frequentemente circolavano i doni nell”accampamento, durante cerimonie rituali, tutti mettevano qualcosa su una stuoia e chi ne aveva bisogno prendeva, quando non serviva più quell”oggetto lo rimetteva sulla stuoia e qualcun”altro che ne aveva bisogno lo prendeva.

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Anche rinchiusi nelle riserve continuavano con questa pratica. Quando qualche colonnello dell”esercito americano si accorse che così i pellerossa non erano mai indigenti, c”era una costante redistribuzione dei beni e pareggiamento fra chi aveva di più e chi di meno, promulgò una legge che vietava lo scambio dei doni, si andava in prigione. Per far rispettare la legge nelle riserve indiane fu mandato l”esercito e i missionari. Ben presto i pellirosse divennero poverissimi e furono così un serbatoio di forza lavoro a pochissimo prezzo.

I NOSTRI AUTORI FONTE DI ISPIRAZIONE:

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Charles Eisenstein, Mark Boyle, Nipun Mehta, John Perkins, Gregg Braden, Benjamin Zander.

SCOPI, METODI, ATTIVITA”:

        Impratichirsi nell”arte del dono, diventare capaci di chiedere e di ricevere, non solo di dare. Sembra facile.

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        Costituire una tribù affettiva ed effettiva.

        Creare un legame forte fra le persone basato sulla circolazione di oggetti donati, sul parlarsi, sull”ascoltarsi, sul condividere interessi, cultura, musica, idee nuove, sul mangiare insieme. Ci incontriamo una volta al mese, cominciamo il sabato pomeriggio con una lettura e discussione, poi cena “potlach”, la domenica tutta la mattina yoga, meditazione, curarsi col suono delle campane tibetane.

        Sopravvivere alla crisi diventando sempre più bravi in queste attività.

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        Rompere la solitudine e la terribile separatezza di tutti da tutti, voluta dal “sistema”

        Dare forza a ognuno attraverso l”essere gruppo, attraverso una consapevolezza più precisa di ciò che ci blocca nel sognare e creare il più bel mondo possibile.

        La consapevolezza : attraverso letture, parlare insieme, meditazioni guidate, psiconavigazione, viaggi sciamanici.

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        Imparare a curarci fra noi alcuni mali fisici e psicologici.

        Inviare intenzioni positive a chi ce lo chiede ( è il pregate per me domani) e funziona

        Trasmettere come si fa a pregare per ottenere ( vedi Gregg Braden)

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OBIETTIVI RAGGIUNTI: TUTTI

Le persone del Cerchio stanno meglio, si sentono meno sole, sanno a chi poter chiedere aiuti concreti, affettivi, ascolto, consiglio, andare al cinema insieme, trovarsi per un tè, riscoprire il piacere di riconoscere gli altri e le altre della tribù. Aprirsi un po” di più agli altri, condividere qualcosa anche per il semplice piacere di trovarsi insieme. Una persona mi ha detto :”quando mi sento un po” sola, accendo Facebook e vado a leggere nel Cerchio, e sto subito meglio”.

I BISOGNI SODDISFATTI SONO QUELLI DI:

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        Appartenere a un gruppo che ti sostenga davvero, moralmente, affettivamente, praticamente

        Spiritualità fai-da-te

        Imparare a costruire la propria spiritualità ( senza preti né bigottismo)

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        Ri-imparare come si fa a stare insieme in tanti e a collaborare

        Essere importanti per gli altri

        Essere un contributo per sé e per gli altri ( pensare a se stessi come un contributo cambia la percezione di sé, diminuisce lo scoramento del non saper cosa fare. Mi accorgo che io non uso più il verbo “dare” un contributo, ma il verbo essere. Io sono un contributo, come te, come gli altri.

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        Imparare a curarsi

        Ri-imparare a prendersi cura degli altri oltre la cerchia familiare

        Cambiare qualcosa dentro di noi.

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La frase che ci piace citare viene da Mark BOYLE  è nel suo libro “The Moneyless Man” eccola:

Dal momento in cui siamo nati ci hanno insegnato che i soldi e non la comunità sono la nostra prima fonte di sicurezza. Credo fermamente che se viviamo ogni giorno nello spirito del dono riceveremo qualsiasi cosa ci serva nel momento in cui ci serve. Ho smesso di volerlo spiegare intellettualmente. La mia convinzione deriva da un sentimento e da un”esperienza. Faccio un esempio, mettiamoci in un gruppo di 30 amici. Decidiamo di diventare consapevoli dei bisogni di ognuno e di fare del nostro meglio per soddisfarli. Ogni persona del gruppo adesso ha 29 persone che pensano ai suoi interessi. Se ciascuno decidesse di tornare a vivere nel modo seguito dalla maggior parte delle persone, pensando principalmente a se stessi, avremmo  solo una persona che si cura dei nostri interessi: noi stessi.


* Ho 57 anni, lavoro da tanti anni come psicoterapeuta. In questa vita ho sempre avuto molte passioni per svariate cose. Ho perso la strada tante volte e altrettante l”ho ritrovata. Credo che la maturità, quantomeno anagrafica, debba significare una maggiore libertà di fare e osare quello che da giovane mi trovava più timida. Credo nella connessione con gli altri, nella gentilezza, nell”imparare a fare insieme agli altri. Mi piacciono le persone, mi piace parlarsi davvero e ascoltare, mi piace fare cose insieme: le piccole azioni quotidiane che possono rendere più bello il nostro viaggio su questo pianeta. Credo che apparteniamo a qualcosa di più grande di noi e che siamo sempre assistiti dalle generose e intelligenti forze dell”universo. Credo che il nostro cuore non sia solo una pompa, ma sia ciò che fa la differenza in tutto. Da alcuni mesi ho aderito ad Alternativa-Emilia R.(Piacenza), convinta che nella miriade di programmi e pratiche politiche che il web-suk offre, sia il laboratorio che più si avvicina alla mia visione del mondo, grazie anche alla lettura di grande respiro politico-culturale che ne offre Giulietto Chiesa.

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