La più piccola democrazia del mondo

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1 Dicembre 2012 - 19.16


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di PixelMegachip

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Parto da un argomento che può sembrare esoterico, ma in realtà ritornerà sul tema democrazia ed elezioni cercando nel frattempo di dare qualche informazione internazionale ai cittadini di un Paese, il nostro, dove l”interesse per ciò che accade al di là delle Alpi è sempre stato scarso, tranne svegliarsi ogni tanto all”improvviso per dire “La Germania è cattiva!”

Andiamo però un po” più in là dell”Europa.

Si sa che quando si parla di India si deve obbligatoriamente dire “la più grande democrazia del mondo”. È una sorta di tic nervoso richiesto dal “politicamente banale” ogni qual volta nel subcontinente c”è una consultazione elettorale (in India si vota e indubbiamente i votanti sono numerosissimi, cioè il loro numero è, per l”appunto, “grande”).

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La più grande democrazia del mondo ha obiettivamente molte qualità genuinamente democratiche, che permettono tra l”altro l”affermarsi di grandi leader, spessissimo donne, di movimenti per l”emancipazione e la difesa dallo strapotere economico e politico.

La libertà di stampa è rispettata, anche se recentemente certe inchieste di Arundhati Roy sui guerriglieri maoisti e specialmente le sue dichiarazioni a favore dell”autodeterminazione del Kashmir l”hanno messa nel mirino della magistratura. Comunque la coraggiosa scrittrice è ancora libera.

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Tuttavia nella più grande democrazia del mondo esistono anche zone in cui per legge la polizia e le forze di repressione possono eseguire rappresaglie a casaccio coperte da impunità. È una cosa che succede e che viene continuamente denunciata dalle organizzazioni indiane per i diritti umani e sociali. E in alcuni casi persino dalla stessa magistratura.

Ma si scoprono bachi nella struttura democratica di questo grande e straordinario Paese anche quando dal dito sul grilletto si passa ad esaminare il dito sul mouse del PC.

Succede infatti quanto segue.

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Il 17 novembre scorso è morto Bal Thackeray. Inutile che cerchiate notizie in Italiano su di lui: qui, nel nostro paesello a curiosa forma di stivale, una potenza atomica con un miliardo e duecento milioni di persone non desta attenzione se non quando mette in galera due nostri marò (e qualcuno per liberarli si atteggia a Rambo all”amatriciana invece di lasciar lavorare la diplomazia – se c”è una cosa che fa infuriare la magistratura indiana sono le pressioni esterne) o quando dei guerriglieri sequestrano quasi per sbaglio due sciagurati nostri connazionali.

Bal Thackeray era un noto nazionalista indù che ha fondato nello stato del Maharashtra (quello di Mumbai) il movimento Shiv Sena (Esercito di Shiva) che ha tante belle caratteristiche: è nazionalista, xenofobo, antimmigrati, estremista con ispirazioni fascisteggianti, pulsioni paramilitari, e a quanto si dice ha una simpatica predisposizione al controllo dell”industria cinematografica di Bollywood e persino della cultura accademica di Mumbai (si veda http://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/asia/india/8073240/Author-Rohinton-Mistry-slams-Mumbai-University-after-book-ban.html#).

E qui inizia l”interesse per noi.

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Marx aveva detto che l”India è un”Italia di dimensioni asiatiche. E in effetti si possono riscontrare interessanti e inquietanti parallelismi. Ad esempio la presa popolare che quelle belle qualità esercitano in questa fase storica sulle persone.

Ferme restando le differenze quantitative – e quindi qualitative – tra i loro e i nostri movimenti di ispirazione analoga, noi Italiani non dovremmo stupirci più di tanto che al funerale di Bal Thackeray abbiano partecipato centinaia di migliaia di persone. Qualche fonte parla addirittura di due milioni.

Ma qualcuno non era così affranto.

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Infatti, una ragazza di 21 anni di nome Shaheen Dhada ha scritto su Feisbuc (anche detto Face Book): “Gente come Thackeray nasce e muore ogni giorno. Non era certo il caso di proclamare un bandh [sciopero o serrata generale] per il suo funerale“.

Ohibò, è stata arrestata per “incitamento all”odio“. E un”altra ragazza, Rinu Srinivasan, ha subito la stessa sorte perché aveva cliccato “Mi piace”.

Ovviamente il Shiv Sena si è poi scatenato con atti di vandalismo ai danni della clinica di proprietà dello zio di Dhada. La polizia ha arrestato nove militanti del SS, ma la ragazza ha dovuto chiedere scusa per il suo commento. Par condicio è fatta.

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La più grande democrazia del mondo non scherza per nulla, come si vede, e francamente essere arrestati per un “Mi piace” su FB preoccupa un po”.

Anche da noi però inizia ad essere uno sport un po” troppo diffuso arrestare le persone che dissentono senza molto garbo. Quelle che vanno in piazza senza giacca e cravatta – o senza tailleur pantalone, per le donne – col capello non pettinato e – stavolta per gli uomini – senza il viso rasato e ben lozionato. Specialmente se non chiedono il rispettoso permesso di farlo:

“Mi scusi, vorremmo protestare contro la TAV. Possiamo? Ci mettiamo in un cantuccio e non disturbiamo nessuno. Ah, non possiamo nemmeno nel cantuccio? Mi scusi, credevamo. Ci perdoni e dimentichi l”improntitudine. Ma posso almeno per la pensione? Sa, sono rimasto senza un soldo. No? Nemmeno per la pensione? Cosa ha detto, non ho capito? Invece che in piazza la Fornero ha detto che posso andare a morì ammazzato che è più conveniente per lo spread? Non ci avevo pensato! Come sono preparati questi tecnici! Ne sanno proprio una più del Diavolo”.

La più grande democrazia del mondo non scherza per niente in tema di repressione. E tuttavia sulle regole democratiche formali potrebbe darci qualche lezione. Può non piacere il loro sistema uninominale maggioritario (e a noi non piace) ma per lo meno tutti sanno che è quello.

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Invece nella nostra democrazia, di dimensione non subcontinentale ma subeuropea, a quattro mesi dalle elezioni ancora non si sa con quale regole si andrà a votare. Nemmeno la più sputtanata repubblica delle banane … .

Grazie Monti! Grazie Napolitano! Grazie PDL! Grazie UDC! E sempre beato sia il pangrattato, cioè il PD-SEL!

 

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