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Contro il “Populista” ecco il Nuovo Che Avanza. Avanza come avanza l”umido e il secco di casa, così che c”è urgenza di avviare una raccolta differenziata. Mentre in casa stiamo attenti coi vari sacchettini, nel Palazzo, invece, l”Umido (il PDL) e il Secco (il PD) si mischiano allegramente. Sanno che sono rifiuti, perché saranno rifiutati da moltissimi Italiani, e allora si alleano perché il prossimo rifiuto plebiscitario si trasformi comunque in una “straordinaria” maggioranza dove chi andrà al governo lo farà col 20% reale del consenso del corpo elettorale.
Per evitare brutte sorprese, per fare in modo che se il Secco vince l”Umido abbia comunque voce in capitolo, o viceversa, occorre alzare ogni tipo di sbarramento verso chi vuole fare la raccolta differenziata e infilare quei due sacchetti di rifiuti negli appositi cassonetti.
Poveretti! Come soffrono! Vorrebbero un premio di maggioranza da golpe, ma temono che si riveli un boomerang perché non sono mica sicuri che ce la possano fare contro il Movimento 5 Stelle. Nonostante le difficoltà interne del movimento di Grillo (che noi speriamo riesca a ricomporre), loro sono messi così male che un po” di strizza gli viene.
E fanno bene, perché la “grande” partecipazione alle primarie del partito dato per vincente, cioè il Secco, in relazione a quelle precedenti è stata un flop con più di un milione di votanti in meno.
Così come è stata una vittoria di Pirro quella in Sicilia.
Allora che si fa? Cercano con l”aiuto dell”Umido di sbarrare la strada a Grillo con un emendamento preventivo. Le preemptive wars di Bush hanno insegnato.
Ed ecco che ne nasce un emendamento molto più spiritoso delle argute battute del nostro simpatico comico. Una vera gag surreale, andiamola a vedere: “Legge elettorale, l”emendamento per azzerare il ”non statuto” 5 stelle“.
E a cotanto fine, a che santo umido si è rivolto il Secco rappresentato dalla nosferatica persona di Enzo Bianco dopo che per venti anni hanno fatto le loro (poche) fortune politiche con l”antiberlusconismo?
Ma che ingenui! Non poteva che rivolgersi che al “berluscones” più di origine controllata che ci sia nel Palazzo, il senatore Lucio Malan.
Sì, proprio lui, il famoso “pianista” del Senato (vedi QUI), quello che beccato a votare anche per gli assenti, rivendicò fieramente il suo atto: «L”ho fatto e ne sono orgoglioso».
Un impiegato che timbra per un altro rischia la galera. Ma nel Palazzo lo si può rivendicare con orgoglio sapendo di essere impuniti.
Ecco i custodi della legalità repubblicana!
Dopo aver sostenuto il golpe bianco Napolitano-Monti, costoro sono così presi dalla disperazione che, avuto il mandato di coprire detto golpe con una facciata democratica, via elezioni politiche (che dovevano essere fatte un anno fa, alla caduta di Berlusconi!), non sanno nemmeno come onorarlo.
Proprio non ce la fa più, il Palazzo, a fare ragionamenti democratici.Nemmeno i più elementari.
Per cui, tra i tanti, noi un compito elementare ce l”abbiamo: salvare la democrazia.
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