Silvio, un gigante della comunicazione.

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11 Gennaio 2013 - 00.07


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Altre due volte da Santoro e vince le elezioni. Purtroppo.

di Vito Biolchini.

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Ha detto diverse clamorose cazzate, è vero: ma che bravo. Straordinario. Un controllo totale della scena, una capacità di parlare a braccio fuori dal comune, una proprietà di linguaggio esemplare. Mai nervoso, sempre pronto a schivare le trappole, impietoso nel mettere in difficoltà l”avversario. Silvio Berlusconi è un nano della politica ma un gigante della comunicazione e da Santoro lo ha dimostrato in maniera strepitosa.

Una trasmissione secondo me impostata malissimo, con una prima parte molto lenta, e che il conduttore ha dovuto riprendere in pugno per evitare che si inabissasse. Silvio intanto furoreggiava, prendeva a pallate tutti, capace perfino di dire cose sensate e di dare lezioni di economia internazionale (sul comunismo avrà pure delle convinzioni datate ma sui meccanismi che regolano i mercati non si può certo dire che non abbia le idee chiare).

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Solo Travaglio (soprattutto con il suo secondo intervento) è stato efficace, ma il colpo di scena di Silvio ha lasciato il segno. L”unico errore: ammettere che quelle paginette contro il suo più acerrimo nemico giornalistico non le aveva scritte lui. Berlusconi ha portato un colpo basso e forse alla fine poco efficace. Però lo ha sferrato lo stesso e Travaglio ha vacillato, non c”è che dire: c”è voluta tutta la recitata indignazione di Santoro per evitare che il giornalista torinese finisse alle corde.

Scrivo queste cose perché penso di essere uno degli italiani più lontani da Berlusconi e dalla sua cultura, perché so chi è Dell”Utri, chi è stato Mangano e so che la tessera P2 di Berlusconi era la numero 1816. Però il ventennio di governo che ci ha inflitto non si potrà spiegare senza comprendere la grandezza comunicativa di questo politico che oggi è uscito assolutamente vincente da un confronto che secondo alcuni rischiava addirittura di non completare.

Per mettere in difficoltà Berlusconi (come qualunque altro politico) servono soprattutto le inchieste. Solo i giudici possono con le loro domande mettere in difficoltà un personaggio del genere, nel faccia a faccia (o se non altro, in questo contesto molto ideologico e anche fighetto organizzato da Santoro e Travaglio) i giornalisti non hanno speranza, soprattutto quelli che cedono alla tentazione di fare spettacolo (ed è vero che Santoro stava facendo Zelig, è verissimo). Biagi sì che lo avrebbe messo in difficoltà Berlusconi, anche Zavoli sarebbe stato efficace, perfino Minoli. Ma chi cede alla tentazione di colpirlo con battutine, allusioni e ammiccamenti vuol dire che non ha capito nulla del personaggio. E alla fine soccombe.

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Politicamente, ad uscirne con le ossa rotte è stato il Pd, a cui Silvione è riuscito, di sponda, ad addossare con straordinaria abilità tutte le peggiori cose fatte dal governo Monti. E Santoro si è ingenuamente prestato a questo gioco.

La difesa di Dell”Utri ha fatto venire i brividi e non me la potrò dimenticare. Ma anche quel coro di “sììì” che si è alzato dal pubblico dopo che Berlusconi ha detto “ad ogni elezioni sono sempre stato votato da 12, 13 milioni di italiani. Tutti coglioni?” e che ha di fatto suggellato la sua vittoria finale.

Questa è la sua forza: dividere e unire a suo piacimento, gasare i suoi, motivarli, dare loro concetti semplici da ricordare e da diffondere. Con un Berlusconi così la campagna elettorale sarà molto dura per il Pd. E se il Pdl dovesse arrivare alla fine al 25 per cento dei consensi io di certo non mi stupirei.

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Fonte: http://vitobiolchini.wordpress.com/2013/01/11/silvio-un-gigante-della-comunicazione-altre-due-volte-da-santoro-e-vince-le-elezioni-purtroppo/.

 

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