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di Marco Niro – Megachip.
Ho letto un interessante e originale pezzo scritto sul suo blog dallo storico Mattia Pelli, intitolato “Il Grillo magico. Complottismo, New Age e populismo nel M5S: un’analisiâ€. Il pezzo è meritorio, perché inquadra in modo fortemente critico il fenomeno-M5S da un”angolatura nuova, rilevando legami tra il M5S, l’approccio dello Sviluppo del Potenziale Umano (SPU), la New Age e il complottismo. A questi elementi, Pelli affianca il populismo (e qui nulla di nuovo), ponendolo (questa è la novità ) in sintonia ideologico-culturale con gli elementi “magici†di cui sopra. Dissento però dall’impostazione di fondo del ragionamento critico di Pelli. Il che m’induce a una contro-riflessione su certi atavici mali da “ideologismo di sinistra“.
Vado con ordine, seguendo la riflessione di Pelli. Prima di proseguire, però, chiedo al lettore di leggere prima il pezzo di Pelli, per comprendere appieno il senso della mia contro-riflessione.
M5S e SPU (sviluppo del potenziale umano)
- Prima considerazione. Considero l”approccio dello SPU alla stregua di una supercazzola da bar. Ovvero: un mucchietto di cazzate cui non darei grande importanza.
- Seconda considerazione. Mi pare, e la cosa si ripete anche oltre nel pezzo di Pelli, che il legame tra l”oggetto della critica, in tal caso l”approccio dello SPU, e il M5S sia deboluccio. Il M5S pratica lo SPU siccome Grillo ha attraversato a nuoto lo Stretto di Messina dicendo che si è allenato duramente per riuscirci? Mah… Ci sono candidati M5S che hanno segnalato nel loro cv di aver fatto corsi di formazione in “Programmazione Neuro Linguistica (PNL)”? Quanti? Sei su centinaia. Mi pare un po” poco…
- Terza considerazione. Con la quale inizio a costruire la mia contro-riflessione critica. “Quello del “se vuoi puoi†resta un pensiero di destra“, scrive Pelli nel suo pezzo. Ah! Eccola qui la deleteria mania di appioppare a ogni cosa la categorizzazione destra/sinistra! Se proprio vogliamo andare a vedere, il “se vuoi puoi†è un pensiero moderno, sul quale si fonda l”approccio crescista, economicista e sviluppista che ha innervato e tuttora innerva il capitalismo come il comunismo (non solo nelle sue applicazioni reali avutesi nel corso della Storia, ma anche nel suo impianto teorico). Ma il punto è un altro: non è che stiamo confondendo le cose, nella fretta di liquidare come pensiero di destra questo pensiero di Grillo (“se uno vuol portare a casa un risultato, lo porta”)? La determinazione è tutt”altra cosa dal senso di onnipotenza! (del resto, il M5S è l’unica forza politica che parla in modo chiaro di decrescita, che con il senso di onnipotenza malissimo si concilia, essendo fondata, all’opposto, sul senso del limite…)
- Quarta considerazione. Ed ecco il punto: con quest”ansia di non contaminarsi con tutto quanto possa semplicisticamente essere ridotto alla categoria “di destra”, nella fattispecie appunto la determinazione, la sinistra ha finito col rinunciare a troppe cose di per sé potenzialmente utili alla sua affermazione, nella fattispecie appunto la determinazione!
M5S e complottismo
- Come sopra: mi pare che il legame tra l”oggetto della critica, in tal caso il complottismo, e il M5S sia deboluccio. Il M5S è complottista siccome Grillo 15 anni fa parlava di signoraggio? Mah… Il M5S è complottista perché c”è un loro eletto dentro al “Movimento Zeitgeist“, un”organizzazione che – cito da Wikipedia – “promuove la nonviolenza e la sostenibilità “? Il M5S è complottista perché denuncia l”esistenza della Casta (simpaticamente “Kasta”, nel testo di Pelli)? Allora lo sono anche Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo e il loro documentatissimo libro da cui è nata la definizione? Allora complottista lo sono anche io… Il M5S è complottista per il video realizzato da Casaleggio, “Gaia“? Dov’è l”ipotesi di complotto? Nel riferimento al Gruppo Bilderberg? Perché, non esiste? Cosa si pensa che facciano lorsignori, quando vi si riuniscono? Prendono il thè e parlano del meteo? Il Bilderberg, come tutti i salotti del potere economico-finanziario dominante, è un incubatore di idee che hanno come comun denominatore il mantenimento del potere per i pochissimi che lo detengono, a scapito dei molti che lo subiscono. Dire questo è essere complottisti? Allora anche io lo sono…
M5S e New Age
- Prima considerazione. Come sopra: considero l”approccio New Age alla stregua di una supercazzola da bar. Ovvero: un mucchietto di cazzate cui non darei grande importanza.
- Seconda considerazione. Come sopra: mi pare che il legame tra l”oggetto della critica, in tal caso l”approccio New Age, e il M5S sia deboluccio. Il M5S è New Age per via di un video, di nuovo quello di Casaleggio, realizzato 5 anni fa, quando il M5S non esisteva? Mah… Poco, anche qui.
- Terza considerazione. Un altro pezzo della mia contro-riflessione critica. Nel pezzo di Pelli, anche la “New Age”, come il “se vuoi puoi”, è di destra. E lo è perché preconizza una società senza classi. Ma io rispondo: la preconizzava anche Marx! Era di destra, il vecchio Karl? E allora fermiamoci un attimo. Siamo sicuri, anche in questo caso, di non farci assalire dall”ideologismo di sinistra? “Di sinistra” è il conflitto di classe. “Di destra” l”armonia senza classi. Quest”ultima non ci sarà mai, d’accordo, ma siamo sicuri che porselo come obiettivo non sia semplicemente utopistico (nel senso buono del termine), piuttosto che “di destra”?
M5S e populismo
- Prima considerazione. Il populismo non è un mucchietto di cazzate, e va preso ben più seriamente dei precedenti oggetti di critica.
- Seconda considerazione. Il legame tra il M5S e il populismo (come definito da Taguieff) è piuttosto evidente.
- Terza considerazione. Proseguo nella mia contro-riflessione critica. Senza voler arrivare all”apologia del populismo di Dario Fo (nella sua definizione di populismo da Pelli riportata), forse – e lo dico con cautela – il populismo come definito da Taguieff, per quanto affatto affascinante, non è da demonizzare a prescindere, ma solo nelle sue possibili derive. Anche in questo caso va rintuzzato l’ideologismo di sinistra, che liquida gli aspetti definiti “populisti” da Taguieff categorizzandoli frettolosamente come “di destra”. Siamo sicuri che rivolgersi all”elettorato in modo diretto (nel senso di chiaro e comprensibile) sia di destra e non semplicemente efficace? Siamo sicuri che volere forme di democrazia diretta sia di destra e non semplicemente responsabilizzante? Siamo sicuri, come dicevo sopra, che aspirare all”interclassismo sia di destra e non semplicemente utopistico (nel senso buono del termine)? Siamo sicuri che appellarsi all”onestà sia di destra e non semplicemente etico? Siamo sicuri che appellarsi al cambiamento anti-sistema sia di destra e non semplicemente rivoluzionario? Chiamerei quello che Taguieff definisce “populismo†piuttosto “radicalismo popolareâ€. Il populismo come lo intendo io – di cui ho più timore – è quello di chi dice di voler fare gli interessi del popolo per poi fare i propri (vedi Berlusconi). Non ho (per ora) rilevato questo né in Grillo o Casaleggio, né negli eletti del M5S.
- Quarta considerazione. Anche in questo caso l’ideologismo di sinistra porta chi a sinistra ne è affetto ad un handicap: demonizzare di per sé il “radicalismo popolare†(o populismo in Taguieff) induce inevitabilmente ad un allontanamento dalla gente comune (la cosiddetta – in modo spregiativo – ggente): si preferisce non contaminarsi e rivolgersi solo ai propri simili: di volta in volta, la classe operaia – ma dov’è? –, i militanti di sinistra – ma dove sono? –, gli intellettuali di sinistra – ma quanti sono? – o, ultimamente, persino finanzieri e banchieri. Solo che puoi permettertelo se sei un’associazione culturale o di categoria, non una forza politica che chiede il voto agli elettori… Insomma, nell’ansia di non essere populista, ovvero “di destraâ€, l’ideologismo di sinistra si gioca il popolo.
Conclusioni
- Alcuni capi d’accusa al M5S mi sembrano di poco conto (SPU e New Age).
- Alcuni mi sembrano sostenuti debolmente dai fatti (SPU, New Age e complottismo).
- Tutti (i tre citati più il populismo) mi paiono più o meno viziati dall’ideologismo di sinistra. Per ribadire il concetto, faccio un ragionamento sulla questione, a mio parere cruciale, dell’efficacia comunicativa. Siamo – mi pare – a un passo dall’assurdo di considerare l’efficacia comunicativa come populista, e quindi di destra. Riprendiamo il video di Casaleggio. Io quel video l”ho interpretato in modo diverso da Pelli. Guardandolo, la prima cosa che mi è venuta in mente è stata: “quanto è efficace!”. A prescindere dai contenuti – senz’altro ingenui, semplicistici e visionari – noto che è fatto bene dal punto di vista “linguisticoâ€, strutturato con grande capacità di sintesi e di attrazione. Al pari, trovo che tutta la comunicazione di Beppe Grillo sia di enorme efficacia. Ma siamo alle solite: se ti fai capire dal popolo, se gli parli in modo diretto, sei un populista, e quindi di destra. E allora cosa fa l’ideologismo di sinistra? Per non contaminarsi, preferisce rinunciare all’efficacia comunicativa, e restare criptico, involuto, cervellotico, professorale (vedi Vendola, Bersani, e prima di loro D’Alema, Bertinotti, e via di seguito risalendo la storia, l’elenco è lungo). Finché resterà segnata da questo retaggio ideologista, la sinistra perderà sempre. Perché se la gente non ti capisce, non ti vota.
Detto questo, non nego affatto che il M5S abbia tanti difetti. Qualcuno degli aderenti – magari anche degli eletti – si perde senz’altro in supercazzole (SPU, Programmazione Neuro-Linguistica, New Age, Zeitgeist, ipotesi di complotto, ecc…). E, a causa del suo “radicalismo popolare†(o populismo), il M5S non è certo “bello da vedere†(né da sentire), per un intellettuale o anche solo per una persona colta, diciamo pure per una persona di sinistra. Tuttavia, io, che aborro le supercazzole e mi ritengo una persona colta e prima ancora radicalmente di sinistra, credo (e magari mi sbaglio grandemente) che qualche supercazzola o qualche “anti-estetismo†si possano provare – con molta, molta cautela e restando molto, molto in guardia – a tollerare, in questa fase, se la contropartita è l’applicazione di un programma (che resta, comunque, l’unica espressione ufficiale del M5S) nel quale si trovano per la gran parte punti condivisibili per un radicale di sinistra come il sottoscritto, che dalla sinistra rappresentativa quei punti non ha mai visto applicati, da quando (da sempre) la vota.
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