Squilibri e squilibrati

Piccoli gnomi bipartisan, falchi e anatre Pd-Pdl gareggiano nell’additare il Movimento di Grillo quale responsabile morale del gesto disperato di Preiti.

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29 Aprile 2013 - 00.00


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di Anna LamiMegachip

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Il problema è chiaro. È colpa di quanti “fomentano l’odio sociale”. È colpa di chi alimenta “tensioni che hanno avvelenato il clima e acuito lo scontro sociale”.

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Del resto, “dopo mesi che si inveisce contro politica ed istituzioni, non c’è da stupirsi se un pazzo si mette a sparare!”. Di conseguenza, è necessario “aprire una stagione di pacificazione nel quale tutti abbassino i toni”.

I piccoli gnomi bipartisan, gli insignificanti uscieri di palazzo, i falchi e le anatre Pd-Pdl gareggiano nell’additare, senza fare nomi sia chiaro, il Movimento di Beppe Grillo quale mandante indiretto, o quantomeno responsabile morale, del gesto disperato di Luigi Preiti, un “calabrese” (è stato chiarito subito che si tratta di un calabrese, fosse stato un lombardo o un veneto la provenienza regionale non sarebbe stata specificata) di Rosarno. Ecco, è colpa di Beppe Grillo. Se Beppe Grillo la smettesse di ribadire quello che pensano un po’ tutti, ossia che abbiamo una classe politica meschina, dato di fatto di reale larghissima intesa nazionale, i ministri del governo Letta-Napolitano potrebbero fare le foto ricordo in tutta tranquillità.

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E invece l’idillio delle “larghe intese” è guastato da “uno squilibrato”. Certo, solo uno squilibrato può pensare di rovinare la festa alla squadra di Letta (composta da riservisti e seconde file piazzati nei dicasteri secondari e da fedelissimi dei dettami della troika nelle postazioni decisive). Abbiamo addirittura sette donne ministro, tra cui un’atleta olimpica e l’esponente di governo nera, non è abbastanza? E poi quanti ministri quarantenni! Non siete contenti?

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No. Evidentemente qualcuno non era contento. Qualcuno talmente “squilibrato” da pensare di sparare contro il palazzo del potere per poi tentare di togliersi la vita. Appena giungono le prime notizie, il profilo dello “squilibrato” diventa sempre più chiaro: si tratta di un uomo separato di mezz’età, un manovale edile che ha perso il lavoro ed è sommerso dai debiti.

Insomma, la tesi della follia diventa buona per negare l’evidenza. Non si può proprio dire, semplicemente, che il “folle” è un uomo distrutto da quella crisi economica che ha portato il tasso di disoccupazione a raddoppiare in cinque anni. È del resto difficile non avere squilibri quando a 48 anni non si ha più alcuna speranza di tornare ad avere una vita dignitosa. Ed è profondamente ipocrita nascondere che con l’intensificarsi a passo spedito delle politiche di austerità e macelleria sociale, aumenteranno i disperati.

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I suicidi per motivi economici non si contano più e temiamo che in futuro potranno apparire anche altri “squilibrati” emulatori di Luigi. Così che di giorno in giorno suonerà sempre più patetico il repertorio di moniti della classe politica di zombie che ci ritroviamo. Perché il primo e più feroce squilibrato che ogni giorno ferisce, uccide ed arma la mano dei Luigi di turno è quello stesso sistema economico che affida a Napolitano, a Monti, a Letta, il compito di ridurci in miseria e disperazione.

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