PRISM della NSA, perché la privacy è importante

"Privacy non equivale a segretezza. Io so quel che fai quando ti siedi sul cesso, ma ciò non significa non sia opportuno chiudere la porta quando entri in bagno."

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Redazione Modifica articolo

15 Giugno 2013 - 19.24


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di Cory Doctorow.

Alcuni
si chiedono come mai si faccia tanto chiasso riguardo alle rivelazioni
su Prism ed altre forme di sorveglianza a strascico della NSA. William
Hague, affermando che gli innocenti non hanno nulla da temere dalla
diffusione involontaria delle loro infomazioni personali, solleva degli
interrogativi su quali siano i danni prodotti dallo spionaggio. Ecco
alcuni motivi per cui dovresti preoccuparti della tua privacy, della
divulgazione dei tuoi dati e della sorveglianza in generale. 

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Siamo scarsi nella gestione della nostra privacy, perché le conseguenze
delle violazioni della stessa sono separate da un enorme lasso di tempo e
di spazio rispetto alle violazioni stesse. E” come cercare di diventare
bravi giocatori di cricket sventolando la mazza al vento, chiudendo gli
occhi prima ancora di vedere dove la palla sia diretta, e poi sentirsi
dire, mesi dopo, dove abbiamo spedito la palla. Per questo,
naturalmente, siamo scarsi a gestire la nostra privacy: quasi tutte le
violazioni della nostra privacy non ci fanno alcun male (anche se alcune
ci provocano danni grotteschi). Ma, quando accade, accade in maniera
così distante dal momento della violazione che non riusciamo a collegare
i due eventi ed imparare a difenderci. 

Dovresti badare alla privacy perché la privacy non equivale a
segretezza. Io so quello che fai quando ti siedi sul cesso, ma ciò non
significa non sia opportuno chiudere la porta quando entri in bagno. 

Dovresti badare alla tua privacy perché, se i dati dicono che hai fatto
qualcosa di male, la persona che leggerà i dati interpreterà tutto ciò
che fai attraverso quella prospettiva. Naked Citizens,
un breve documentario gratuito, mostra molti casi raccapriccianti, in
cui i computer dicono alla polizia che qualcuno potrebbe essere
implicato in qualcosa di sospetto, ed essi, successivamente,
interpretano tutto ciò che scoprono sull”indagato come ulteriore prova
di un misfatto. Per esempio, quando un programmatore di computer di nome
David Mery entrò in una stazione della metropolitana con indosso una
giacca (sebbene fosse estate), un algoritmo di controllo delle
telecamere a circuito chiuso lo portò all”attenzione di un operatore,
bollandolo come figuro sospetto. Quando Mery lasciò passare un treno di
passaggio senza prenderlo, l”operatore decretò che il suo fosse un
comportamento allarmante. La polizia lo arrestò, lo perquisì, gli chiese
di spiegare il significato di ogni pezzo di carta presente nel suo
appartamento. Uno scarabocchio su un foglio fu interpretato come una
mappa di una stazione della metropolitana. Anche se non fu mai
incarcerato o incriminato, Mery è ancora sul database, segnalato  come
un potenziale terrorista, anche se sono passati otto anni. Non può
ottenere un visto per viaggiare all”estero. Una volta che un computer
attribuisce lo status di sospetto a qualcuno, tutto il resto della vita
di quella persona diviene sinistro e inspiegabile. 

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Dovresti preoccuparti della sorveglianza a strascico perché offre ai
poliziotti dei pagliai giganteschi in cui sono presenti, in proporzione,
molti meno aghi di prima. La Commissione sull”11/9 ha affermato che le
spie americane avevano tutto il necessario per prevedere gli attacchi –
ma le informazioni essenziali erano perdute in mezzo a tutto il rumore
di sottofondo presente nei database. Da allora, la avidità
d”informazione è andata in overdrive – i pagliai sono divenuti enormi,
ma contengono lo stesso numero di aghi di prima. Voglio che i miei cieli
siano sicuri, proprio come te: quindi voglio che le mie spie possano
svolgere bene il loro lavoro, non semplicemente succhiare ogni
informazione a disposizione nella speranza che, un giorno, qualcuna sia
utile. 

Dovresti preoccuparti della sorveglianza perché conosci persone la cui
vita può essere compromessa da una violazione della privacy: gay non
dichiarati, malati terminali, parenti di chi ha compiuto un qualche
terribile crimine. Queste persone sono i tuoi amici, i tuoi vicini di
casa, forse i tuoi figli: si meritano una vita tanto libera da problemi
quanto quella garantita a te, che non hai, per così dire, scheletri
nell”armadio. 

Dovresti preoccuparti della sorveglianza perché una volta che il sistema
è integrato con i network ed  i telefoni, i cattivi (o i poliziotti
corrotti) possono usarla per attaccarti. In Grecia, qualcuno ha
utilizzato una backdoor della polizia sugli switch della società
telefonica nazionale per intercettare il primo ministro, mentre
organizzava gli appalti delle Olimpiadi del 2005. Gli hacker cinesi
hanno usato una backdoor, creata per legge, nei sistemi di Google per
entrare negli account Gmail degli utenti e capire con chi parlassero i
 dissidenti. I nostri sistemi di comunicazione sono più sicuri se sono
progettati per tenere chiunque fuori – e l”aggiunta di una sola
backdoor manda in vacca tutto il sistema di sicurezza. Non si può essere
un po” incinta, e il computer che tieni in tasca e sulla scrivania e
sulle pareti di casa tua non può essere un po” violabile. Se è stato
progettato per la sorveglianza, chiunque riesca corrompere un poliziotto
(o spacciarsi per tale) può accedervi. 

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Tornando a Hague: se gli innocenti non hanno nulla da temere dalla
violazione della privacy, allora perché il suo stesso governo chiede a
gran voce la creazione di un inedito sistema di tribunali segreti in cui
valutare le prove della complicità dell”intelligence inglese in
rapimenti illegali e tortura? La privacy, a quanto pare, è assolutamente
essenziale per i potenti e completamente inutile per noi altri peones.

– See more at: http://www.massimospiga.com/2013/06/cory-doctorow-il-prism-della-nsa-perche.html#sthash.uhWDTWMZ.dpuf

Fonte: http://www.guardian.co.uk/technology/blog/2013/jun/14/nsa-prism.

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Tradotto da Massimo Spiga sul suo blog: http://www.massimospiga.com/2013/06/cory-doctorow-il-prism-della-nsa-perche.html.

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