Zero Privacy: il futuro del potere

Governi, Militari, Traders, Tecnocrati non vogliono che raccolta e trattamento dati siano ostacolati dal bisogno di riservatezza. Perciò hanno organizzato un sistema...

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25 Giugno 2013 - 23.44


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di Glauco Benigni.

 

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Secondo Marlon Brando la
privacy non era “semplicemente un diritto, ma un
prerequisito assoluto per vivere”. Per contro, la scrittrice e
regista cinese, Xiaolu Guo, si chiede: “ perché le gente ha
bisogno della privacy? Perché è così importante? In
Cina ogni famiglia vive insieme: nonni, genitori, figlie, figli e
tutti i parenti. Si mangia insieme, si parla di tutto e si divide
ogni cosa . La privacy rende la gente sola e distrugge
le famiglie.”

E” evidente che molte sono
le possibili interpretazioni del concetto e ogni interpretazione
illumina una piccola porzione di un”area sterminata. Di certo quando
il giurista Louis Brandeis e Samuel Warren, scrissero insieme nel
1890 The right to Privacy, formulando il primo nucleo
di pensiero moderno che avrebbe condotto alle attuali Leggi sulla
Riservatezza e Protezione Dati, non pensavano di aver piantato il
seme di quella che sarebbe diventata una fitta boscaglia piena di
rami intricati e foglie che dondolano nel vento della Storia .

In Occidente con privacy
si intende comunemente il Diritto di una persona che consente
ad altri di accedere, consultare, usare, archiviare,
controllare le informazioni che la riguardano, solo in caso di
necessità
.
Negli ultimi anni il diritto si è esteso, dalla iniziale
sfera della vita privata, ai propri dati personali : sensibili,
semisensibili, comuni, giudiziari.

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E qui già bisognerebbe
preoccuparsi perché l”estensione e la differenziazione hanno
trasformato un Diritto naturale, apparentemente semplice da
difendere, in una lotta complessa e impari contro poteri remoti e
interessi commerciali. Telecamere, smartphones, internet e in
generale ogni technodevice digitale, unitamente alla velocità
di raccolta, consultazione, riproducibilità dati e alla loro
archiviazione, quali ondate prepotenti hanno sgretolato la barriera
che la privacy tentava di erigere tra “la persona”
e l”Altro da sè. In tal modo il diritto è diventato un sogno
infantile e la protezione evocata si è sostituita al problema.

No one can hide
(Nessuno può nascondersi) – dicono i Guru Digitali – ma la Gente
ancora non ci crede fino in fondo. Se cominciasse a farlo si
sentirebbe “spellata” e indifesa, in balia di Forze estranee. E
questo la gente non lo vuole … e non lo vogliono neanche le Forze
estranee. Pertanto si preferisce abbandonarsi al sogno della privacy,
salvo svegliarsi di quando in quando e agitarsi e indignarsi
inutilmente, come nel recente caso Datagate che ha scosso la National
Security Agency statunitense.

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Parliamo un po”
dell”Italia, dove il dibattito è acceso e le protezioni sono
apparentemente alte. Parliamone ben sapendo però che l”Italia è in
Europa, che l”Europa è nel mondo e che l”Impero
Tecno-militar-finanziario transatlantico se ne frega delle Leggi
Nazionali. In ogni caso, nel Bel Paese la privacy viene
anche intesa quale sovranità su di sé, quindi non
solo un diritto alla protezione della sfera privata, ma anche uno
strumento della libera e piena autodeterminazione
. Che
poesia! I fondamenti costituzionali sono rinvenibili negli articoli
14, 15 e 21 (domicilio, segretezza della corrispondenza,
manifestazione del pensiero) ma si può far riferimento anche
all”articolo 2. Prima della Legge sulla Privacy del 1996 ci si
rifaceva alle sentenze della Corte di Cassazione, la quale con la
4487, nel 1956, aveva addirittura negato la presenza di un diritto
alla riservatezza.

In realtà quella
sentenza, ovviamente giudicata in seguito assurda, era
realista. Era un po” “cinese” se vogliamo, un po” nazional
paternalista, un po” “mica siamo inglesi”, un po” “l”unica
riservatezza è quella protetta dal segreto del confessionale”…
però avvertiva la gente: “non vi fate illusioni”. La stessa
Corte ci ripensa nel 1975 e con la sentenza n.2129 apre uno spiraglio
alla “tutela di situazioni e vicende strettamente personali e
familiari”. La Corte a quel tempo, reduce dalla batosta del
referendum sul divorzio e in piena rivoluzione sessuale, ce l”ha con
i rotocalchi e la stampa in genere e tende a regolamentare uno dei
nemici naturali della privacy : il diritto di cronaca. Salvo poi far
marcia indietro in epoca CAF , ma già berlusconiana, nel 1992,
chiarendo che “chi ha scelto la notorietà come dimensione
esistenziale del proprio agire si presume abbia rinunciato a una
parte di riservatezza”.

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E” evidente che la
dimensione mediatica al suo evolversi modifica il concetto di
privacy. Tantӏ che oggi, tutti coloro i quali sono alla ricerca di
notorietà, visibilità e aumento d”immagine grazie agli strumenti
digitali, stanno – inconsapevolmente – rinunciando a un pezzo di
riservatezza. Quanto è grosso questo pezzo non si sa ancora… se
continua così il pezzo tende al 100%.

Ma non è solo la
dimensione mediatica a giocare un ruolo nella partita libertà
vs controllo
. Un altro elemento molto importante sono i
Trattati Internazionali che, secondo l”articolo 11 della Costituzione
limitano la Sovranità dello Stato e , al dunque, anche la Sovranità
individuale.

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Nel 1989 si era proceduto
a prime modifiche delle norme italiane in ottemperanza alla
Convenzione di Strasburgo del 1981.

Il
vero cambio di paradigma comunque era già avvenuto nel 1988 con
l”adozione della Convenzione Europea dei Diritti dell”Uomo. Questa
“Carta” stabiliva, è vero, “barriere per evitare ingerenza di
autorità pubbliche sul diritto alla privacy”, precisando
però : “a meno che tale ingerenza sia prevista dalla Legge …
necessaria per la sicurezza nazionale, per la pubblica sicurezza, per
il benessere economico del paese, per la difesa dell”ordine e per la
prevenzione dei reati, per la protezione della salute e della morale
e per la protezione dei diritti e delle libertà altrui” . Ecco
qui! Non a caso il testo della Convenzione, scritto nel 1950, era
solo un modo più accattivante di affermare quello che diceva la
Legge Italiana del 1956. In sostanza : essendo molto labili i confini
tra libertà personali e sicurezza, prevenzione reati, protezione
diritti altrui, etc…, “non vi fate illusioni”, la vostra
privacy è solo un pixel di un vasto mosaico, nel quale
interessi pubblici e soggetti dominanti considerano la difesa del
diritto solo uno slogan elettorale. “La privacy –
dice l”uomo dei Poteri Forti – è un prodotto di massa della
Democrazia Liberale da sgranocchiare oggi di fronte al computer”.

La gente però ci credeva
nella privacy e accolse con plauso gli Accordi di
Schengen e la Carta dell”Unione Europea, in cui all”art.8 la privacy
diventava da prevalente diritto alla riservatezza a
prevalente diritto alla protezione dei dati. I Dati!
Questo sterminato agglomerato di informazioni doveva essere trattato
“lealmente, a seguito di consenso espresso” e diventava
magicamente un corpus esterno alla persona . Un corpus al quale si
aveva e a ottenere rettifica. Il che equivaleva a dire
: “Tu intanto diventi consapevole e acconsenti al fatto che
Qualcuno raccoglie i tuoi dati. Tu puoi chiedere di sapere tutto
quello che sappiamo di te e puoi anche chiedere di dargli
un”aggiustata” … basta che tu ti rivolga all”Autorità preposta.

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Per istituire l”Autorità
il Parlamento Italiano fece una bella Legge nel 1996, sostituita nel
2003 da un bel Decreto legislativo, detto Codice di protezione
dei dati personali
, che è attualmente in vigore.

In tal modo l”aspirazione
lecita ad “essere lasciati in pace” (una delle altre
interpretazioni della privacy) veniva presa in ostaggio e ricollocata
all”interno di un triangolo virtuale in cui ufficialmente giocavano 3
ruoli : i raccoglitori, gli intrusi e i protettori dei dati. Oggi
sappiamo che spesso i 3 ruoli coincidono. Specialmente in quei casi
in cui siamo considerati Consumatori o Elettori o potenziali
Ammalabili.

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Ma ormai siamo europei .
Quindi … in data 25 gennaio 2012, la Commissione Europea ha
approvato la proposta di un Regolamento sulla protezione dei dati
personali , che andrà a sostituire, una volta definitivamente
approvato, la direttiva 95/46/CE in tutti e 27 stati membri
dell”Unione Europea. In Italia andrà quindi a prendere il posto del
Decreto legislativo 196/2003. Ci sono novità? Sì .

Alle
definizioni fondamentali si aggiungono :
dato
genetico e dato biometrico
; viene
introdotto il principio del controllo dei dati di cittadini non UE
se costoro commerciano con cittadini UE ; si stabilisce il diritto a
trasferire i propri dati da un social network ad un altro e anche il
“diritto all’oblio” salvo però “specifici obblighi di
legge, garanzie della libertà di espressione e continuità della
ricerca storica”; sarà istituito un
data
protection officer
per le imprese
al di sopra di un certo numero di dipendenti; sarà introdotto il
requisito del
privacy impact
assessment
(valutazione
dell”impatto-privacy) e del
privacy
by design
; sarà introdotto
l”obbligo di notificare all”Autorità (le violazioni)
personal
data breaches
; i Garanti per la
Protezione dei dati personali saranno dotati di maggior poteri anche
sanzionatori. Et voila! Manca solo l”Istituzione di un Corpo di
Polizia a Statuto Speciale … ma, per lo meno in Rete, c”è già
l”Escopost.

Questa sarà la privacy
nell”Europa del III Millennio , prepariamoci.

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Intanto,
a prima vista sembra che chi non parla inglese non ha diritto a
capire neanche di che si tratta. Poi rendiamoci conto che la
privacy,
vista dal Potere, è innervata di raccolta-protezione dati genetici
e biometrici. Il dibattito va avanti da anni ma alla fine non se ne
esce. “Se mi serve il tuo DNA per tutela salute o utilizzo in sede
giudiziaria io me lo prendo”.

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A
proposito di biometrica poi si sono accesi i riflettori sul prossimo
prodotto della Google : i Google Glass. Quali informazioni si
possono raccogliere? Con chi verranno condivise? Come verranno
utilizzate? etc… Le Autorità di Protezione Dati di diversi
continenti, riunite nel GPEN (Global Privacy Enforcement Network)
hanno chiesto chiarimenti alla multinazionale californiana: “State
per mettere in commercio su larga scala un oggetto indossabile che
include al suo interno una microcamera, un microfono e un
dispositivo Gps con accesso a internet …“, si possono dunque
realizzare “riconoscimenti facciali “ all”insaputa dei soggetti
ritratti … il soggetto riconosciuto potrebbe poi essere
individuato nei suoi gusti e nelle sue opinioni, la sua sfera
privata diventerebbe un colabrodo trasparente . “Spiegateci!”  
google glass 

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Ovviamente Google, la
stessa società che, grazie a Google Map, ha fotografato e sbattuto
in rete, senza alcuna autorizzazione, le strade, le piazze, le case
di tutto il mondo, se ne guarda bene dal rispondere.

Ma
allora Orwell aveva ragione? La domanda ormai appare retorica. Certo
che aveva una gran parte di ragione! La terna :
Governi
ossessionati dalla Sicurezza + traders ossessionati dal guadagno +
tecnocrati facilitatori del controllo
,
non consente scampo. La privacy è stata abbindolata, sedotta e
stuprata da bambina e ora, i suoi stupratori travestiti da padri di
famiglia ne fanno mercimonio.

Il
Regolamento europeo si sforza di poggiare l”accento sui social
network. Ma i social networks, i motori di ricerca, i service
providers e ogni altro soggetto rilevante, se aventi Casa madre in
Usa, sono costretti, in ottemperanza al Fisa Act del 2008 a “fornire
tutti i dati richiesti al Governo … in segreto e in modo che il
soggetto sorvegliato non se ne accorga”. Ovviamente la richiesta
deve essere giustificata da “motivi di sicurezza” e approvata
(neanche tanto) dall”Avvocatura Generale Usa e dal DNI (Director of
National Intelligence) quindi dagli stessi controllori, che
vezzosamente si definiscono “sorveglianti”. Ora : si da il caso
che l”80% dei soggetti rilevanti operanti in rete siano
statunitensi. Cosa potranno fare gli Europei che usano la rete per
impedire di essere “sorvegliati”. Per il momento NULLA. E” la
coda di Echelon! Una situazione giustificata dal fatto che le leggi
antiterrorismo Usa sono a ogni effetto
norme
globali
anche se non recepite
dagli altri Governi.

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Al dunque : un
Regolamento così è pensato per proteggere Chi da Chi?

Proteggere
è veramente un parolone . Anche un po”
improprio. Ciò che appare è che la Sfera Pubblica globalizzata: i
Governi, i Militari, i Traders, i Tecnocrati vogliano impedire che
la raccolta e il trattamento dei dati sia ostacolata dal sacrosanto
bisogno di riservatezza e per far questo hanno organizzato un
sistema molto complesso di protezione regolata, al quale è
impossibile sottrarsi e nel quale è quasi impossibile intervenire .

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Fonte: http://glaucobenigni.blogspot.it/2013/06/la-privacy-e-stata-abbindolata-sedotta.html#more.

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