Deep Web. Oltre il confine di Google

'Una gita naif nelle profondità di internet, tra negozi d''armi, hacker e un sacco d''altre robe pazze. [Andrea Coccia]'

Deep Web. Oltre il confine di Google
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Redazione Modifica articolo

10 Agosto 2014 - 17.28


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di Andrea Coccia

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Qualche premessa e un disclaimer

Quello che state per leggere è il resoconto di una gita in un universo i cui confini sono sconosciuti (e probabilmente inconoscibili) e in cui le regole non esistono. Immergersi in questo universo, la cui grandezza stimata è circa 500 volte il Web visibile e in cui i motori di ricerca non servono (quasi) a nulla, comporta il passaggio di una porta oltre la quale il confine della legalità è molto labile e i pericoli sono sul serio a portata di click.

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Spiegarvi come si supera questo confine e come ci si muove là sotto non è lo scopo di queste righe. Non voglio spaventarvi troppo, ma se volete provarci anche voi preparatevi un po” — di tutorial e istruzioni il web, quello visibile, ne è pieno — e soprattutto fate molta attenzione a dove cliccate, perché, come dicevano i latini, hic sunt leones.

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Cosӏ il Deep Web

Il modo migliore per capire di cosa parliamo quando parliamo di Deep Web è immaginarsi un iceberg che flotta tranquillo nell”Atlantico: ciò che vediamo è solo la parte emersa, un gran pezzettone di ghiaccio che si erge sulla superficie dell”oceano, tutto il resto — quello che c”è sotto — possiamo solo immaginarlo. Ecco, per il Web vale la stessa cosa: ciò che si vede in superficie, il Web visibile, è ciò che i motori di ricerca tradizionali — Google in primis — sono in grado di indicizzare. Intendiamoci, si tratta di una mole impressionante di pagine — tra i 60 e i 120 miliardi secondo alcune stime — ma quel che sta sotto, come per gli iceberg, lo è ancor di più.

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Tra l”altro, se stabilire la dimensione esatta del Web visibile è un”impresa quasi impossibile, stimare quella del Web invisibile, o Deep Web, è un”operazione quasi folle. Anand Rajaraman, uno che di Deep Web si è occupato a lungo, cinque anni fa al Guardian ha detto:

«Io penso che quella che i motori di ricerca portano in superficie sia soltanto una piccola frazione del Web. Non saprei, onestamente, a quanto ammonta questa frazione. Nessuno può fare una stima credibile di quanto sia grande. L”unica stima che conosco dice che potrebbe essere 500 volte più grande».

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Si tratta di una mole inimagginabile di materiale, e c”è praticamente di tutto. Si va dalle pagine dinamiche ad accesso riservato — mail, home banking et al — fino a siti dedicati al commercio di armi, droga ed esseri umani, dai database di studi scientifici, accademici e documenti governativi fino a forum pedopornografici o siti per commissionare omicidi. La moneta corrente, là sotto, è il bitcoin, una moneta virtuale e molto fluttuante con cui si può comprare qualsiasi cosa.

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Lo scarto tra l”utilità e la legalità di una parte e la pericolosità e l”illegalità dell”altra è talmente immenso da rendere inutile qualsiasi tentativo di definizione in bianco e nero: il Deep Web, come il mondo, non è né buono né cattivo, è semplicemente immenso e in gran parte sconosciuto e ci si può trovare, come al mondo, il più depravato degli psicopatici e il più geniale degli scienziati.

In questo oceano pazzesco, come già accennato, non si può accedere né ci si può muovere usando i comuni strumenti a disposizione sul Web. Google, a questa profondità, è utile come un bilanciere da 30 chili lanciato da un elicottero su un gommone di salvataggio in mare aperto. E Facebook, o qualsiasi altro social, è decisamente meglio dimenticarselo in superficie, ché una delle cose più stupide da fare là sotto è usare i propri dati sensibili, mettendo a repentaglio il proprio anonimato, e anche la propria sicurezza personale.

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Per accedere alla rete è necessario installare e configurare un programma in grado di rendere la navigazione anonima e sicura — uno strumento come Tor, per esempio — capace di accedere a pagine con un dominio che probabilmente non avete mai sentito, “.onion”, (come questo della [url”Tor Library”]http://am4wuhz3zifexz5u.onion/[/url], per esempio).

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Per navigare e muoversi, invece, vista l”inefficacia quasi totale dei motori di ricerca che pur esistono a quelle profondità, si deve fare affidamento a delle liste compilate di link come la Hidden Wiki, o ai forum di utenti. Ma neanche così la navigazione è immediata, visto che, proprio per garantire la sicurezza e l”anonimato, le pagine cambiano molto spesso indirizzo, a volte vengono chiuse dai proprietari, dalle cyberpolizie di mezzo mondo o vengono abbattute da gruppi di hacker à la Anonymous.

Insomma, è una bella giungla e i personaggi che ci bazzicano sono di ogni tipo. Un parziale elenco non potrebbe fare a meno di citare hacker russi, dissidenti cinesi, ribelli siriani, militari statunitensi, polizie postali europee, giornalisti indipendenti, anarchici svedesi, complottisti zeitgeistiani, pedofili, assassini, mercanti d”armi e di droga, mafiosi, jihadisti, ma anche moltissimi curiosi.

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