'8 motivi per cui gli scozzesi hanno votato ''No'' all''indipendenza'

'Gli scozzesi hanno votato per rimanere nel Regno Unito. L''idea dell''indipendenza ha galvanizzato enormi settori della popolazione. Allora perché ha vinto il ''No''? '

'8 motivi per cui gli scozzesi hanno votato ''No'' all''indipendenza'
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19 Settembre 2014 - 19.14


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da
RT.com
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I
cittadini scozzesi hanno votato per rimanere nel Regno Unito, con
l”area del ”No” che si è assicurata il 55 per cento dei voti contro
il 45 per cento dei ”Sì”. Il sostegno all”indipendenza ha
galvanizzato enormi settori della popolazione.

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Allora
perché la maggioranza ha votato ”No”?

1
”Meglio insieme”

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La
campagna pro-unione
”Better
Together”

(‘Meglio insieme’,
ndt)
ha evidenziato i legami storici condivisi della Scozia con i suoi
vicini inglesi, gallesi e nordirlandesi. Il referendum ha sollevato
questioni di coscienza su ciò che significhi essere britannico. Il
fascino di questi legami storici comuni senza dubbio ha persuaso
alcuni elettori a rifiutare l”indipendenza.

2.
Paura

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Molti
scozzesi avevano paura di come una Scozia indipendente avrebbe potuto
cambiare la loro vita quotidiana. Mentre l’istanza dell’area del
”Sì” in favore dell”indipendenza ha attratto milioni di elettori, il
compito di costruire una nazione indipendente che fosse in grado di
funzionare praticamente si è rivelato troppo scoraggiante per molti.

Lo
slogan della campagna del ”No” –
”Perché
correre il rischio?”

– ha avuto indubbiamente un ruolo nel promuovere questo punto di
vista. Gli attivisti del ”Sì” sostengono che il
”progetto
paura”
era
uno sforzo concertato da parte dell”establishment britannico per
scongiurare una secessione.

I
propugnatori del ”Sì” hanno sostenuto che altri paesi con la stessa
popolazione o territorio della Scozia hanno prosperato dopo
l”indipendenza, citando in proposito i paesi che utilizzano il
”modello scandinavo”.

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Con
poco più di 5 milioni di abitanti distribuiti su un vasto
territorio, tuttavia, è evidente che alcuni elettori abbiano
reputato che la Scozia non avrebbe costituito uno stato indipendente
in grado di funzionare.

3.
Status quo

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Nonostante
l’area del ”Sì” sostenga che l”indipendenza avrebbe creato più
posti di lavoro, protetto il Servizio Sanitario Nazionale, alleviato
la povertà e protetto i servizi pubblici, molti hanno ritenuto che
in un periodo di instabilità finanziaria, il mantenere lo status quo
fosse la scommessa più sicura.

Ciò
ricomprende la questione della moneta. Il Primo ministro Alex Salmond
si è battuto per un’unione monetaria con il Regno Unito e la
continuazione dell’uso della sterlina. I principali partiti del
parlamento di Westminster hanno eliminato questa opzione, lasciando
alla Scozia la scelta tra una nuova moneta scozzese o l’adozione
del burrascoso euro.

L”incertezza
sulla valuta corrente in Scozia ha reso caro a molti lo status quo.

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4.
Prestigio e orgoglio

Una
volta indipendente, il campo del ”Sì” avrebbe voluto perseguire
l”appartenenza scozzese all”Unione europea. Tuttavia, l”Unione
europea è una questione che divide, nel Regno Unito. Alcuni hanno
sostenuto, tra questi il leader dell”UKIP Nigel Farage, che una
Scozia indipendente avrebbe rotto i legami con Westminster per
ottenere soltanto di vedere la propria libertà troncata da
Bruxelles.

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I
sostenitori della UE possono aver visto frustrati i loro sogni di
adesione, nel momento in cui i leader europei chiave, tra cui il
primo ministro spagnolo, hanno indicato che avrebbero bloccato
l”ingresso della Scozia.

Al
di fuori dell”Europa, la Scozia si avvale anche di un posto al G7 e
al Consiglio di sicurezza dell”ONU in quanto facente parte del Regno
Unito. Il separarsi dall”unione potrebbe tradursi in una Scozia priva
di una voce globale.

Una
certa paura dell”isolamento può aver fatto propendere alcuni
elettori verso un ”No”.

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5.
Più poteri da Westminster

Un’opzione
non presente sulla scheda elettorale era “Massima Devoluzione”,
che offrirebbe una sfilza di nuovi poteri devoluti al parlamento
scozzese. Come offerta dell’ultimo minuto per salvare l”unione, i
leader dei tre maggiori partiti del Regno Unito hanno firmato un
impegno a dare alla Scozia poteri interamente devoluti sulle tasse,
la spesa e lo stato sociale.

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Se
Westminster aderisca pienamente a questo impegno non è chiaro, ma
l”offerta sembra aver fatto pendere in suo favore quelli che
inizialmente pensavano che tali poteri sarebbero stati garantiti solo
con l”indipendenza.

6.
Supporto dai partiti di Westminster

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Naturalmente,
una porzione di quanti hanno votato ”No” sostengono i conservatori, i
laburisti e i liberaldemocratici, i tre principali partiti politici
del Regno Unito. Senza dubbio ci sono molti tra i ranghi del ”No” che
credono sinceramente che la Scozia possa ottenere la migliore
rappresentanza politica sotto un governo di Westminster. Alex Salmond
e la corte dello Scottish National Party non godono della fiducia di
certi settori della società scozzese.

7.
È
l”economia, stupido!

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Il
governo del Regno Unito ha messo un forte accento sul messaggio che
gli scozzesi starebbero stati finanziariamente peggio dopo
l”indipendenza. I sostenitori del ”No” hanno affermato che la Scozia
potrebbe garantirsi il suo futuro attraverso la condivisione delle
risorse comuni del Regno Unito. Ancora una volta, la paura di andare
da soli senza una quota della ricchezza avrà influenzato alcuni
elettori del ‘No’.

La
campagna del ”Sì” ha affermato fin dall”inizio che la democrazia
sociale prevista per la Scozia potrebbe essere garantita dalle vaste
riserve di petrolio nei territori scozzesi del Mare del Nord.

Molti
elettori del “No” non erano convinti da questa analisi,
avevano il sentore che il petrolio non sarebbe durato per sempre, e
che le fonti alternative di gettito, compresa una tassazione più
elevata, potrebbero ricadere su di loro in seguito.

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8.
Difesa e armi nucleari

Il
governo scozzese si era impegnato a rimuovere le armi nucleari
Trident del Regno Unito dalle sue coste, qualora si fosse assicurato
l”indipendenza. Avrebbe desiderato spendere la maggior parte del suo
bilancio dedicato alla difesa per la salute, l”istruzione e altri
servizi pubblici.

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Tuttavia,
gli esperti della difesa hanno ammonito lungo tutta la campagna che
l’acuirsi delle tensioni con la Russia e la minaccia del terrorismo
globale rendevano le spese per la difesa e le armi nucleari del Regno
Unito più rilevanti e necessarie che mai. Anche il disarmo ha minato
l”istanza di Alex Salmond per l”adesione alla NATO.

Per
alcuni elettori, il bisogno di una sicurezza unificata in un mondo
minaccioso avrà sopraffatto il desiderio di eliminare le armi
nucleari, pur costose, e per molti, non etiche.

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Traduzione
per Megachip a cura di Pino Cabras.

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