L'isola degli ingiuriosi

Come in un reality show. Dopo l’attentato di Parigi, la corrida mediatica sulla guerra santa. [Pier Francesco De Iulio]

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20 Gennaio 2015 - 06.00


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di Pier Francesco De Iulio

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Poco meno di due settimane fa, l’Europa intera veniva colpita in una delle sue città simbolo da una sanguinosa azione terroristica, precipitandoci tutti in un’atmosfera da The day after. L’11 settembre parigino, così l’hanno subito chiamato molti commentatori in varie parti del mondo. Non è un caso. E non c’è dubbio che la macchina della propaganda anti islamica e dell’orgoglio occidentale (laico e religioso) si sia messa subito in moto con una violenza e una intensità davvero ragguardevoli.

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Malgrado su quanto accaduto a Parigi il 7 gennaio scorso non si possa ancora avanzare nessuna interpretazione definitiva e buon senso vorrebbe che si rimanesse prudentemente nel campo delle ipotesi piuttosto che delle facili equazioni causa-effetto, stiamo tuttavia assistendo da giorni a una vera e propria corrida mediatica.

Naturalmente esistono anche voci fuori dal coro, sarebbe meglio dire fuori dalla mischia. Analisti e commentatori che tentano vie alternative alla vulgata imperante. Ma sono poche, isolate e il più delle volte schiacciate sotto la pressione dei grandi networks e delle agenzie internazionali, che propinano un’informazione preconfezionata, viziata il più delle volte da pressapochismo se non, nei casi più gravi, da una consapevole volontà di sovvertire l’evidenza dei fatti.

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La cronaca degli avvenimenti, conditi in salsa teologica e interpretati con categorie storiche fai-da-te, dilaga senza soluzione di continuità in ogni luogo del variopinto mondo dell’informazione mainstream. Noi tutti spettatori di un enorme reality show, rilanciato su giornali e televisioni (e naturalmente sul web), il cui unico risultato sembra essere la perversione dell’intelligenza e il rifiuto delle più elementari regole dell’umano raziocinio.

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Quello che resta sotto gli occhi (e purtroppo anche nella testa) di milioni di lettori e videoascoltatori sono le immagini con le grida e le ingiurie degli attori, vecchi e nuovi, che si avvicendano sul palco delle idee sghembe della televisione, in una cacofonica rincorsa a far prevalere la propria voce sopra quella dell’avversario di turno. Quale l”utilità per la comprensione dei fatti e degli scenari futuri? Nessuna.

Ecco allora che si fanno avanti i cantori della guerra santa in atto contro la civiltà giudaico-cristiana, capitanati da quell’esempio di equilibrio mentale che è Giuliano Ferrara, il quale, senza mezzi termini, manda a dire (anzi, lo dice lui in prima persona): “Se non lo avete capito siete dei coglioni!”. Dietro di lui i guerrafondai bipartisan di ogni età e generazione, al grido di battaglia di Maurizio Gasparri: “Serve un’offensiva militare decisa”. Il governo Renzi e il Partito Democratico a tenere bordone.

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E si potrebbe continuare. Nel frattempo a Bruxelles si sacrificheranno sull’altare della sicurezza europea anche le ultime libertà rimaste mentre da noi si deciderà sul nuovo capo dello Stato, nel pieno rispetto del Patto del Nazareno, il cui contenuto, naturalmente, è sconosciuto ai cittadini della Repubblica italiana.

Una menzione d’onore spetta però al leader della Lega Matteo Salvini. I suoi tuffi carpiati tra le peggiori sbruffonate di islamofobia sono entrate di diritto nel guinness dei primati. D’altronde il Matteo (secondo) nazionale ci ha abituato da tempo alle sue spericolate performances dialettiche. Ultima in ordine di tempo, la sua recente affermazione di essere persino un “uomo di sinistra” e un “comunista vecchia maniera”. Roba da non credere alle proprie orecchie. È proprio il caso di dire: non c’è più religione!

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(19 gennaio 2015) [url”Torna alla Home page”]http://megachip.globalist.it/[/url]

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