Se Baltimora non fosse statunitense

'Se #Baltimoreriots fosse in qualsiasi luogo, fuori dagli USA, la reazione sarebbe stata un''altra. Ecco come la immagina una sorprendente analisi del Washington Post.'

Se Baltimora non fosse statunitense
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Redazione Modifica articolo

8 Maggio 2015 - 22.17


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di Manuel E. Yepe.



Il quotidiano USA ”The Washington Post” ha pubblicato, nei giorni scorsi, una curiosa analisi speculativa condotta dai giornalisti su ciò che avrebbero divulgato i principali mezzi stampa occidentali su una situazione come quella creatasi nella città di Baltimora, stato del Maryland, a motivo dell”ondata di disordini causati dalla morte, il 19 aprile, del giovane nero statunitense, Freddie Gray, mentre era sotto custodia della polizia.

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Dal punto di vista di coloro che hanno partecipato all”analisi, se questi fatti fossero avvenuti in qualsiasi luogo, fuori dagli USA, la reazione sarebbe stata approssimativamente la seguente:



– Numerosi analisti internazionali avrebbero annunciato la nascita di una “primavera” – del tipo di quelle che si sono verificate in alcune nazioni del Medio Oriente – nel paese preso come base, lodando la mobilitazione dei giovani per la protesta attraverso i social network.



– I governi del mondo avrebbero espresso la loro preoccupazione per l”auge del razzismo e della violenza statale nel paese in cui il fenomeno stava accadendo. Avrebbero condannato il trattamento delle minoranze etniche e la corruzione delle forze di sicurezza al far fronte ai casi di brutalità della polizia nel paese in questione.

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– Londra avrebbe emesso un comunicato chiedendo al regime del paese di frenare gli eccessi degli agenti di sicurezza dello Stato nella nazione coinvolta nell”aver trattato brutalmente i membri delle minoranze etniche. Richiederebbe l”applicazione dell”uguaglianza della legge per tutti i cittadini, neri o bianchi, così come il rispetto dei diritti umani fondamentali, incolpando il regime locale di attentare contro una sana democrazia.



– L”ONU, nel frattempo, avrebbe anche emesso una dichiarazione condannando la militarizzazione e la brutalità della polizia “che abbiamo visto negli ultimi mesi nel paese dei fatti”, sollecitando fermamente le forze di sicurezza a svolgere una rigorosa indagine sulla morte del detenuto. “Non ci sono scuse per l”eccessiva violenza della polizia”. Inoltre, avrebbe esortato il governo di quella nazione a rendere pubblica le banche dati sulle violenze della polizia per migliorare la trasparenza e ridurre la corruzione nel suo sistema giudiziario.



– I gruppi di pressione internazionali in difesa dei diritti umani si sarebbero diretti alla comunità internazionale, chiedendo di facilitare l”asilo alle minoranze etniche nere del paese in cui si verificavano i disordini causati dall”assassinio del detenuto.

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Naturalmente niente di tutto questo si applicherebbe al governo del paese colpevole, nell”ipotetico caso in studio, dal momento che i fatti occorsero, si sono verificati molte volte e nessuno dubita che continueranno a verificarsi negli USA.



Un analisi di altro tipo era stata pubblicata dal quotidiano USA ”The New York Times” poco prima, sottolineando che 1.500.000 afroamericani sono stati eliminati dalla vita quotidiana degli USA nel periodo recente, persone nere tra i 24 e i 54 anni scomparse dalla società USA a causa di morte prematura o incarceramento.



Secondo l”ultimo censimento condotto negli USA, l”omicidio è la prima causa di morte tra i giovani neri. Gli USA sono il paese con il maggior numero di prigionieri al mondo (con il 5% della popolazione mondiale possiede il 25% della popolazione carceraria). Dei 2,3 milioni di detenuti che ha, quasi il 40% sono afro-americani, che solo rappresentano il 12,6% della popolazione totale. È sei volte più probabile che sia imprigionato un uomo nero rispetto ad un bianco.

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Gli USA sono la nazione più sviluppata con la maggiore disparità economica tra ricchi e poveri, e la disuguaglianza della ricchezza è ancora più grande della disparità di reddito. Il 3% delle famiglie con maggior ricchezza, possiede più del doppio del 90% delle famiglie con minori risorse. Questo divario si è costantemente ampliato dalla fine del XX secolo ad oggi.



Le famiglie nere USA sono state le più colpite dallo scandalo dei depredatori prestiti bancari quando scoppiò la bolla immobiliare, nel 2007. Verso la fine del XX secolo, la famiglia bianca media, nella superpotenza, aveva una ricchezza sei volte superiore a quella della famiglia nera. Oggi, la famiglia bianca media ha dodici volte più che quella nera e la pronunciata disuguaglianza economica continua ad acutizzarsi.



Queste disparità si riproducono, in modo drammatico, nelle cause della successiva disoccupazione, che colpisce in modo di gran lunga superiore i cittadini che non sono di pelle bianca.

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Fonte originaria: http://www.granma.cu/mundo/2015-05-07/si-baltimore-no-fuera-estadounidense.

Tratto da: http://www.cubainformazione.it/?p=7818.

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