‘di Pierluigi Fagan
E quindi Umberto Eco ed altri lasciano l”editore e ne fanno uno nuovo: La Nave di Teseo. Il nome è una colta citazione che però è interessante decifrare. La nave di Teseo è un antico problema di ontologia, il discorso sull”essere (delle cose): quando una cosa è? cose è una cosa?
La nave di Teseo era una leggenda che raccontava di come Teseo avesse navigato in lungo e largo sostituendo parti della sua nave deteriorate, sino a che non finì per sostituirle tutte. La forma ed il proprietario della nave erano sempre quelli ma la “sostanza” era cambiata interamente. Era ancora la stessa “nave di Teseo”?
Anche noi, cambiamo interamente la nostra sostanza e financo la nostra essenza, dal primo urletto all”ultimo rantolo, eppure siamo sempre “noi”. O no?
La faccenda ha a che fare con due concetti che nella cultura occidentale confliggono: essere e divenire. Per i cinesi la faccenda non si pone, loro ricostruiscono lo stesso tempio di legno da secoli ed infatti essendo per loro la forma, l”essenza, non capiscono perché noi ci arrabbiamo tanto quando ci copiano le cose. Per loro, il copiare è catturare l”essenza, è una virtù. Per noi è profanazione della sostanza e più prosaicamente, del diritto d”autore.
Si dirà , beh interessante ma che ce ne frega? Niente, forse. Ma di questi tempi, tempi di profondi cambiamenti, di cambiamenti delle identità , di conflitti ed ibridazioni, il problema di cosa si è e come si diviene, ha una sua piccola attualità .
(24 novembre 2015)Pierluigi Fagan, professionista ed imprenditore per 22 anni. Da più di dieci anni ritirato a confuciana “vita di studio”, svolge attività di ricerca da indipendente. Nel suo [url”blog”]http://pierluigifagan.wordpress.com/[/url] scrive sul tema della complessità , nella sua accezione più ampia: sociale, economica, politica e geopolitica, culturale e soprattutto filosofica.
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