Assassinato in Turchia il cronista/regista siriano anti-ISIS

Naji Jerf, l’ennesima vittima fra giornalisti, intellettuali e attivisti che denunciano in suolo turco le atrocità di Daesh in Siria. Aveva raccontato il Sacco di Aleppo.

Assassinato in Turchia il cronista/regista siriano anti-ISIS
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28 Dicembre 2015 - 16.35


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da RT.

Con nota di Megachip in coda all’articolo

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Un
eminente giornalista e regista siriano, che aveva prodotto documentari contro
lo Stato Islamico è stato ucciso da ignoti in pieno giorno a Gaziantep, in Turchia.
Naji Jerf,
redattore capo del mensile Hentah,
noto per i suoi documentari che descrivono la violenza e gli abusi nei
territori controllati dallo Stato islamico (IS, ovvero ISIS / ISIL / Daesh) è
stato ucciso nei pressi di un edificio che ospita i media indipendenti siriani nella
città
turca di Gaziantep.

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La
sua morte è stata originariamente riferita da un gruppo di giornalisti
partecipativi con cui lavorava.

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Jerf
ha recentemente completato un documentario che indaga la
violenza e la criminalità nelle zone controllate da Daesh in Aleppo per il
gruppo RBSS [“Raqa is Being
Slaughtered Silently”, ossia
“Raqa è massacrata silenziosamente”,
ndt].
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Secondo
i resoconti, è stato colpito da un proiettile alla testa mentre camminava in
strada.
È stato
portato in ospedale, dove è morto.
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Un
amico di Jerf ha riferito all’agenzia AFP che il giornalista «era atteso a
Parigi questa settimana, dopo aver ricevuto, insieme alla sua famiglia, un
visto d”asilo in Francia.»

La
Federazione Europea dei Giornalisti (EFJ) con sede a Bruxelles ha affermato in
una dichiarazione a RT che «l’EFJ chiede con forza alle autorità turche di
intensificare le misure volte a proteggere i giornalisti siriani e gli operatori
dei media che si trovano in Turchia.»

«L”EFJ
osserva che questo omicidio avviene dopo che lo Stato Islamico ha rivendicato
la morte del direttore esecutivo e del capo del reparto di produzione di un collettivo
mediatico siriano, a Urfa, lo scorso ottobre.
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Il
coordinatore del programma per il Medio Oriente e il Nord Africa del CPJ, Sherif
Mansour, ha dichiarato che «i giornalisti siriani fuggiti in Turchia per la
loro sicurezza non sono per niente al riparo», ricordando sia alcuni
giornalisti siriani sia importanti esponenti dell”opposizione turca uccisi in
Turchia negli ultimi mesi.

«Invitiamo
le autorità turche a portare gli assassini di Naji Jerf davanti alla giustizia
rapidamente e in modo trasparente, nonché a rafforzare le misure per proteggere
tutti i giornalisti siriani in territorio turco», ha aggiunto.

All”inizio
di novembre, il presidente dell”associazione degli avvocati e attivista per i
diritti dei curdi, Tahir Elci, è stato ucciso da uomini armati ignoti in una
strada di Diyarbakir, nel Sud-Est turco a forte dominanza curda.
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A
ottobre, due giornalisti siriani, Ibrahim al-Qader Abd e Fares Hamadi – anche lui
un membro della prima ora del gruppo di RBSS – sono stati trovati uccisi in un
appartamento della città di Urfa nella Turchia sud-orientale.

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Can
Erimtan della Istanbul Gazette ha ha
dichiarato a RT che gli assassini potrebbero essere «sostenitori locali dello
Stato islamico, in considerazione del fatto che sapevano dove muoversi e come operare.»

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«Per
quanto riguarda il motivo per cui quest’uomo [Naji Jerf] sia stato preso di
mira, si consideri che stava lavorando per far conoscere le atrocità commesse
dallo Stato islamico, e per questa ragione farlo tacere è sembrata a loro una
buona scelta», ha affermato Erimtan, che ha aggiunto: «c”è un chiaro legame tra
lo Stato islamico e il governo di Ankara» e «[vi sono] un sacco di attività dell’ISIS
nel paese, [mentre] le autorità o non vogliono prendere misure drastiche [o non
sono consapevoli] di cosa ci sia da fare.»
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Traduzione per Megachip a cura di Fanny Milazzo.

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NOTA DI MEGACHIP.
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Articolo Correlato:

Morte di una giornalista in Turchia, in zona NATO-ISIS, Megachip, 20 ottobre 2015.

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