‘di Antonella Pierangeli
Un articolo di Antonella Pierangeli, scritto tre anni fa per Critica Impura, ancora di grande attualità . Lo riproponiamo ai lettori di Megachip, dietro gentile concessione dell”autrice. Buona lettura. (pfdi)
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Ora possiamo finalmente parlarne. A festa ultimata, a mimose ormai tristemente appassite dentro
involucri infiocchettati e vagamente rosacei, appuntati come medaglie al valore su muliebri e palpitanti
petticini, orgogliosi di cotanto affetto, da omoni e omini e ominicchi sortiti da ogni dove con regolarità di
marea.
Al tramonto di questa pagana kermesse che ogni anno strazia l’ecosistema facendo scempio di alberi umili
e maestosi, colpevoli soltanto di essere giallofioriti, mi sento di chiedermi e di chiedervi, quest’anno più
che mai, che cosa ci sia mai da festeggiare?
Ogni anno, in Italia come nel resto del mondo, ci sono donne picchiate, violentate, torturate, vendute,
mutilate e spesso, troppo spesso, barbaramente uccise da uomini in virtù del loro “essere donnaâ€. Le
violenze, gli stupri, i femminicidi sono ormai diventati spesso la drammatica risoluzione delle controversie.
Allora mi chiedo, donne con la mimosa attaccata al collo come un collare per cani da riporto, di che cosa
dobbiamo gioire? I dati sono agghiaccianti: ad una rapida disamina, scopriamo che il femminicidio in Italia
è la prima causa di morte tra le donne tra i 16 e i 44 anni, cresciuto nel 2012 del 6,7%. La realtà italiana
poi non brilla neanche nel campo della parità dei diritti. Secondo il Global Gender Gap 2012, l’Italia è
passata dal 74esimo all’80esimo posto, dopo Bangladesh, Ghana e Perù. Addirittura al 101esimo posto per
partecipazione economica e opportunità concesse alle donne da parte di questa società ancora troppo
maschiocentrica. Il nostro paese ha il più basso tasso di occupazione femminile, facciamo peggio di
Romania e Bulgaria.
Ma la violenza è il dato più devastante in Italia: nel 2012 è stata praticamente uccisa una donna ogni
quattro giorni da ex-mariti, ex-padri, ex-amori, ex-esseri umani. Viviamo in una palude marcescente di
indifferenza e dominio del vacuo, del fatuo, dei sentimenti codificati nella fraseologia povera e
rabberciata dei talk-show dove uomini e donne (titolo di una nota e aberrante trasmissione televisiva
postprandiale, assolutamente deleteria sia a livello sociologico che neurologico), con simulacri di presenze
sinaptiche nello sguardo affogato di mascara, vengono conglobati e ingoiati dall’immaginario televisivo
reificato nella mistificazione normalizzante dell’irreale spacciato per reale, sotto forma di immagini virtuali
da possedere e da fagocitare non più come oggetti di desiderio ma come beni di consumo. In questa fiera
dell’orrore, la donna oggetto che le femministe negli anni ’70 tanto aborrivano diviene dunque un feticcio
preistorico se confrontata con la donna da palchetto che il virtuale totalizzante del feticcio televisivo
propone.
In questa desolazione, nel vuoto cosmico della sottocultura, della violenza e della sopraffazione
arrogante del maschilismo più becero, viene automatico considerare anche la donna che accudisce la
figliolanza, che lava cumuli di mutande sporche magari dopo aver lavorato otto ore al giorno, una cosa da
scannare o strangolare non appena non si mostri abbastanza docile o appaia poco facile da “guidareâ€,
imprigionare, comandare come un automa. Femmina da letto e da riproduzione, mai testa pensante, mai
padrona di se stessa e del proprio futuro, a dispetto di tempi nuovi, di quote rosa e di donne al centro
del mondo: il “mi lasci, ti cancello†è dunque ancora la logica di una catena da incubo in cui femminicidio,
stupro, violenze e abusi sono orrende realtà che un ciuffo di giallo su di un fermaglio, in un pallido giorno
di marzo, difficilmente potrà cancellare.
Basta feste allora, meglio teste, se pensanti meglio ancora.
L”articolo è stato pubblicato su [url”Critica Impura”]http://criticaimpura.wordpress.com[/url], l”8 marzo 2013.
[url”Link articolo”]http://criticaimpura.wordpress.com/2013/03/08/il-monologo-nella-palude-l8-marzo-o-linvenzione-di-una-festa-inutile/[/url] © Antonella Pierangeli © Critica impura.
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