Elezioni USA: la posta in gioco

Lo scontro in atto in USA in questo momento è un vero e proprio tornante della storia al pari dei tragici eventi del Settembre 2001. [Giuseppe Masala]

Elezioni USA: la posta in gioco
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6 Novembre 2016 - 17.31


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di Giuseppe Masala.

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Bisogna capire che lo scontro in atto in USA in questo momento è un vero e proprio tornante della storia al pari dei tragici eventi del Settembre 2001. Questo al di là dell’antipatia personale o la simpatia per uno dei due concorrenti principali ed è ancora più chiaro se non ci si lascia intossicare dalla terrificante campagna elettorale in corso: un”enorme macchina del fango tesa a screditare l’avversario con ogni mezzo e con ogni sorta di notizia manipolata.


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In realtà stiamo assistendo a uno scontro tra due fazioni dell’élite americana che hanno trovato nei due contendenti i loro apripista elettorali.


La posta in gioco è cosa deve essere l’Impero americano nei prossimi decenni e come uscire o almeno stabilizzare la sua evidente crisi. Le visioni in lotta sono le seguenti:

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1) I neoconservatives che hanno in Hillary la loro bandiera, vogliono continuare nell’esperienza della “guerra al terrorismo” ovvero nella guerra imperialista tendente a far guadagnare agli USA l’uscita dalla crisi allargando a tutto il mondo la loro sfera d’influenza anche con l’utilizzo delle armi oltre che con le rivoluzioni colorate. Dunque il programma è semplice ed è ormai ben oleato sulla falsariga del Project for the New American Century: allargare la sfera d’influenza economica con i due trattati transoceanici di libero commercio; il TTIP con l’UE e il TPP con il Giappone e tutti i paesi bagnati dall’Oceano Pacifico (escluse la Cina e la Russia). Usare lo strumento militare contro tutto il blocco antagonista che si sta creando attorno all’alleanza de facto tra Russia e Cina. Insomma imbastire una nuova guerra fredda nella speranza che i contendenti geopolitici crollino come avvenne con l’URSS. Ovviamente questa strategia di fondo non disdegna l’utilizzo diretto della forza qualora fosse necessario.


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2) Alla visione neoconservativa che ha dominato dai tempi di Bush Junior si contrappone un’altra fazione al momento più magmatica e non venuta alla luce in tutti i suoi uomini e strategie. Questa è la visione isolazionista e trattativista con il blocco antagonista nascente (Russia e Cina). 

Tra i punti finora conosciuti del progetto – di cui Trump è solo il front-man elettorale – vi è la rottura dei trattati TTIP e il TPP e la rinegoziazione in senso isolazionista anche del NATFA e dei trattati WTO. E’ previsto anche un minor interesse militare per l’Europa e per l’Asia qualora gli alleati non accettino di pagare la “protezione!. Un altro punto fondamentale è la trattativa con la Russia incentrata sul principio delle sfere d’influenza. 

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Per quanto riguarda la Cina non è chiaro se ci saranno aperture per una trattativa sulla falsariga di quelle previste per la Russia ma non è da escludere che la trattativa con la Russia sia in realtà il grimaldello con il quale spezzare l’asse russo-cinese. Tra le teste pensanti che appoggiano questa visione vi è Edward Luttwak (che alcuni anni fa scrisse un testo importantissimo nel quale si teorizzava un impero americano come nuovo Impero Romano d’Oriente, e quindi come Primus Inter Pares anziché come Dominus mondiale), James Woolsey (ex direttore CIA) e [url”Steve Pieczenik”]http://www.pandoratv.it/?p=12405[/url], il manipolatore che imperversava al Ministero dell’Interno durante il rapimento Moro e braccio destro di Kissinger. Da notare che Kissinger non si è esposto sull’elezione ma più di una volta ha ammonito che è l’ora di trattare con la Russia.


Per sommi capi questa è la vera posta in gioco in queste elezioni presidenziali USA. La fanghiglia schifosa che sta traboccando dai mass-media è solo roba per abbindolare gli allocchi.

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Fonte: [url”https://zeroconsensus.wordpress.com/2016/11/05/elezioni-usa-la-posta-in-gioco/”]https://zeroconsensus.wordpress.com/2016/11/05/elezioni-usa-la-posta-in-gioco/[/url]

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