Il sipario strappato

Lo squarcio Flynn s’ingrossa. Sarebbe interessante sapere cosa sta facendo l’invisibile Tillerson che è pur sempre Segretario di Stato oltreché ex Exxon-Mobil... [P. Fagan]

Il sipario strappato
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15 Febbraio 2017 - 18.44


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di Pierluigi Fagan

Lo squarcio Flynn s’ingrossa. Da una parte, dopo esser stato scalato dal magnate newyorkese, il GOP tradizionalista e neocon, tramite Priebus e forse lo stesso Pence, ora pare stia scalando l’amministrazione Trump. Dall’altra, c’è ancora molta storia da usare contro Trump come fa ad esempio il NYT che accenna alla tradizione trumpiana di avere contatti coi russi sin dalla campagna elettorale e l’ovvia riconducibilità delle azioni dello stesso Flynn a Trump che non poteva non sapere e che, quando ha saputo, ha atteso fino all’ultimo secondo dimissionando Flynn quando non era più possibile fare altrimenti.

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Oggi Trump, forse proverà ad usare Netanyahu come testimonial di supporto, abbracciandosi e baciandosi nel mentre dovrà concedere qualcosa all’israeliano (Iran, sud Siria) per ottenere un endorsement convincente. Fine della strategia sulle nuove relazioni con la Russia? Non credo proprio.

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La revisione delle relazioni con la Russia ha due finalità, quella geopolitica del divide et impera e riduzione della massa del nemico che punta a dividere Russia e Cina e questa certo non cambia per lo scandalo Flynn. La seconda è l’interesse deciso dei Big Oil a garantirsi un ruolo nel mercato delle energie per i prossimi trenta anni, energie necessarie alla re-industializzazione americana, re-industrializzazione necessaria per migliorare le performance della bilancia commerciale di ben 700mld US$ in negativo, miglioramento necessario per tenere a distanza la perdita di peso in favore della Cina. Neanche questa, cambia per lo scandalo Flynn anche se la gestione politica dell’affare diventa sempre più complicata anche perché Trump tutto è tranne che un fine politico.

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Sarebbe interessante sapere cosa sta facendo l’invisibile Tillerson che è pur sempre Segretario di Stato oltreché ex Exxon-Mobil. Ma di tutto questo WP, NYT, Repubblica, The Guardian non vi parleranno perché altrimenti il pubblico infantile del teatro dei pupi vedrebbe cosa c’è dietro il sipario strappato, quell’interesse nazionale che la banda di Trump vuole portare avanti in una maniera e che la Clinton avrebbe portato avanti in un altro. Noi non dobbiamo vedere cos’è l’interesse nazionale altrimenti ci turbiamo, noi dobbiamo solo pagare il biglietto e tifare per il buono ed odiare il cattivo. Platone la chiamava “teatrocrazia”.

(15 febbraio 2015)

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Pierluigi Fagan, 1958, una compagna artista ([url”sito”]http://artforhousewives.wordpress.com/[/url]) due figli, un gatto. Professionista ed imprenditore del marketing e della comunicazione per 22 anni. Da tredici anni ritirato a confuciana vita di studio, scrive come pensatore indipendente sul tema della complessità, nella sua accezione più ampia: sociale, economica, politica e geopolitica, culturale e soprattutto filosofica [cosa si intende per “complessità” è specificato [url”qui”]http://pierluigifagan.wordpress.com/complessita/[/url]]. Nel 2017 è uscito per Fazi editore il suo saggio: “[url”Verso un mondo multipolare”]http://fazieditore.it/catalogo-libri/verso-un-mondo-multipolare/[/url]”.

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