di Sandro Vero
Furbo: I soliti fuffaroli dei cinque stelle, aria fritta pompata dentro bolle di sapone, Di Maio – dalla cima della sua sintassi – prima sfida e poi scappa…
Ingenuo: Ma questa una volta non si chiamava politica? Quella che fanno i grandi (nel senso di adulti). Che spesso non mantengono la parola data per uno scopo, un fine più alto della parola stessa…
F: Fesserie! È solo strizza. Pura e semplice strizza.
I: Strano…
F: Cosa è strano?
I: Strano che la strizza gli sia venuta dopo… dopo, fra l’altro, un risultato che ha penalizzato il PD e che dunque ha reso Renzi un avversario meno temibile.
F: Sei troppo credulone. La strizza gli era venuta già prima. Il risultato siciliano gli ha fornito il pretesto per sfilarsi…
I: Ah, e tu come lo sai?
F: Lo so, e basta! Lo so perché i cinque stelle sono questo: inutili escrescenze tumorali incapaci di avere una vita propria che non sia quella succhiata all’organismo che le ospita.
I: Non sapevo che un organismo “ospita” i suoi tumori…
F: Non fare il furbo con me!
I: Vabbè, lasciamo stare… dimmi, invece: perché questa esagerata attenzione verso le goffaggini di Di Maio quando tutto intorno a lui celebra un mondo di grandi, indubitabili talenti politici… (si capisce che sono ironico?).
F: Perché sono arroganti, moralisti, ipocriti. Mentre sono esattamente come gli altri.
I: Dunque stai dicendo che gli altri sono come loro?
F: No! Loro sono peggio degli altri!
I: Mi sfugge il senso.
F: Sei limitato: sono peggio degli altri perché si ritengono meglio degli altri!
I: Beh, non è che ci voglia un grande sforzo di fantasia per pensarsi meglio degli altri…
F: Sono ipocriti: parlano sbavando di democrazia uno-vale-uno e invece sono tutti eterodiretti da una holding del crimine, una Spectre de noantri, la Casaleggio Gang!
I: Esagerato! Perché non parliamo – a proposito di eterodirezione – di chi ispira, suggerisce, ordina ai partiti tradizionali le agende politiche da realizzare?
F: Trascuri un fatto fondamentale: sono incompetenti!
I: Rispetto a chi?
F: Guarda la Raggi per esempio. Ha fatto solo cazzate e ha portato Roma nel baratro!
I: E io che pensavo che nel baratro l’avesse trovata, Roma. E che dunque la fatica è quella di trovare il modo per arrampicarsi dal baratro… Forse la Raggi è la dimostrazione vivente di quanto in politica siano false le grandi imprese e di quanto invece, senza una narrazione costantemente in azione, la realtà vera sia fatta di piccole contraddittorie cose, piccoli passi spesso annullati da altri piccoli passi di segno inverso. Forse la differenza sta tutta lì: i cinque stelle usano una narrazione scarna, non manipolatoria, forse un poco ripetitiva e noiosa ma mai manipolatoria. Se decenni di politica competente hanno portato Roma ad essere ciò che è, non si può chiedere a una politica incompetente di fare miracoli in pochi mesi, forse neanche in pochi anni…
F: Il difetto di fondo di quelli come te è che aderite ad una moda: quella dell’antipolitica, del populismo, del vaffanculo eretto a codice etico.
I: Mi sembra che non stai nei discorsi, dai troppe cose per scontate. Non è che hai paura?
F: Queste cose le so, e basta!
Immagine di copertina © Norbert Niessen