di Beppe Grillo e il suo Neurologo Marco Sarà.
Quando studiate il comportamento di una formica, non riuscirete a distinguerlo dalle altre. Quello che cambia nel tempo, spesso in modo non facile a replicarsi, è il formicaio. E’ la summa di tutte le formiche a comportarsi in un certo modo, piuttosto che un altro, al fine di perseguire il suo scopo essenziale di organismo vivente: sopravvivere.
Grazie ad una giornalista infiltrata del Daily Mail Online, Sian Boyle, abbiamo scoperto una cosa sensazionale: non c’è nulla da scoprire di particolarmente interessante, osservando dall’interno il gruppo Bilderberg. Proprio come se guardaste tante formiche: non sono interessanti come il formicaio, e ciò che fa il formicaio –a parte sopravvivere- non è a dato sapersi; non sappiamo cosa farà di diverso o di particolare quest’anno per sopravvivere insomma.
Questa faccenda delle formiche ricorda lo studio dei cosiddetti “connettomi”, ad esempio quelli costituiti da neuroni. Se osservi un unico neurone, anche se appartenesse alla testa della persona più intelligente del mondo, non ricaverai nulla riguardo il particolare pensiero che sta attraversando quella particolare testa.
Così, sapere di un Henry Kissinger in sedia a rotelle, del papabile futuro capo del Fondo Monetario Internazionale, Mark Carney che attualmente dirige la Banca D’Inghilterra (che sta per partecipare alla Brexit); Michael O’Leary il CEO delle scatole di sardine volanti della Ryan Air; l’appena nominato presidente del CDA della Holding degli Agnelli, Tory George Osborn anche editore dell’Evening Standard; e l’immancabile Lilly Gruber, John Elkann, il direttore di Limes, Luciano Caracciolo con il CEO di Vodafone, Vittorio Colao con il Segretario di Stato Vaticano, Cardinale Pietro Parolin, una senatrice a vita, Elena Cattaneo, ben due economisti, Mariana Mazzucato e Alberto Alesina oltre al Direttore Generale della Banca d’Italia, Salvatore Rossi.
Osservati dall’interno non forniscono nessuna informazione interessante oltre ciò che verrebbe da pensare in funzione dei loro ruoli, se presi e considerati uno alla volta. Ma se non c’è nulla da scoprire perché si incontrano? E perché lo fanno soltanto una volta l’anno, costringendo le forze dell’ordine del paese ospite suo incognito-grado a dispiegarsi per proteggerli dagli intrusi, a nostre spese? Un’attività di gruppo finalizzata è il voto ad esempio, ma il seggio elettorale non è un gruppo, anche se lo sembra.
Il voto in realtà è il passaggio degli appartenenti uno alla volta dal seggio, con la speranza che la democrazia produca una novità, uno scatto evolutivo, un nuovo comportamento del sistema insomma (1). Così, il voto democratico e queste riunioni “segrete” appaiono perfettamente opposti.
Le bilde-riunioni sono probabilmente una semplice occasione di promiscuità elitaria, la forma radical chic di uno sciopero o del consiglio della bocciofila sotto casa; raduni ricorrenti per togliere le ragnatele dai lampadari del ballo delle debuttanti senza anima e traccia di humour… insomma vera e propria pura, indispensabile, noia. Anche se l’immagine di Kissinger in sedia a rotelle non riesce ad uscire dalla testa proviamo a pensare ad un vivaio di futuri qualcosa, va bene, ma anche un formicaio ed un’assemblea di vermi che divorano un cadavere sono un vivaio: un gruppo di elementi che, se fa una cosa insieme in un certo momento, è un organismo il cui unico scopo primario è sempre e comunque sopravvivere e verificare che ciò sia avvenuto (nessuno degli altri possibili scopi vanno presi in considerazione, dal momento che il bilderberg si riunisce soltanto una volta l’anno). Riferisce la Boyle che l’argomento trattato dal “vivaio bilderberg” fosse I Populisti, I Flinstones magari.
L’Huffington Post, che riferisce di centesima mano questa esperienza esaltante conclude così: “l’unico rammarico della giornalista è quello di non essere stata in grado di carpire alcuna informazione rilevante: per un altro anno il Bilderberg, è riuscito a mantenere la sua aurea mistica, la sua impenetrabile segretezza, il suo elitarismo. E noi comuni mortali rimaniamo tagliati fuori da tutto”… quello che non c’è da sapere aggiungerei, perché siamo noi a mitizzare questi incontri, l’ex capo della CIA che non trova il bar, insomma non c’è da ridere, non fa ridere, sembra frotterismo collettivo: avvicinarsi e toccarsi a vicenda per vedere se si condivide la stessa preoccupazione, la stessa imprevedibilità. Non pensiamo che i Frotteristi del bilderberg (basta la minuscola) debbano ancora scoprire internet, probabilmente si mandano un VNMR (Vediamoci Nel Mondo Reale) una volta l’anno per sentire, mano nella mano, se qualcosa li fa sudare un po’, sembra che quest’anno fossero “I Populisti” che diventano loro il mito.
Frotteristi del bilderberg (basta la minuscola) non sono lo spettacolo ma una specie di spugna inerte, un condominio di egocentrico tramite di infezioni mentali e preoccupazioni, un test di sopravvivenza al di là degli ologrammi, una roulette per futuri slogan radical chic senza alcuna volontà, speranza o finalità tranne una soltanto: restare lì, sopravvivere. Probabilmente, come ogni altro elemento di un gruppo rigido, nessuno di loro sente di aver un’esistenza del tutto autonoma e allora: the bilderberger’s frotterists, basta la parola (senza maiuscola).
Nota (1) Il voto rispetto al raggruppamento temporaneo occasionale seguito da separazione, rappresenta in modo plastico la riproduzione sessuata rispetto a quella asessuata. Il vantaggio della riproduzione sessuata è di produrre un cambiamento nella specie più ampio di quello che avviene per semplice divisione in due metà, come qualsiasi raggruppamento statico può fare, appunto, dividendosi o ri-dispergendosi nell’ambiente.
Fonte: http://www.beppegrillo.it/frotterist-bilderbergs-house-la-forma-del-contatto/