di Agata Iacono.
“Non sarà qualche delirio russofobo e anticomunista di certe autorità europee a riscrivere la storia di uno dei più importanti eventi del XX secolo. È stata l’Armata Rossa a liberare i prigionieri di Auschwitz. Non invitare i rappresentanti russi per le celebrazioni è indegno”, scrive su Twitter Davide Busetto.
“78 anni fa l’Armata Rossa libero’ Auschwitz. Quest’anno la Polonia ha vietato ai discendenti di quei soldati di partecipare alla cerimonia di commemorazione. Uno sfregio alla memoria non solo di chi ha dato la vita per liberare l’Europa dal Nazismo, ma anche alla memoria dei milioni di persone sterminate nei lager nazisti”, il commento di Laura Ruggeri su Telegram.
La Russia non è invitata, per la prima volta, all’evento che celebra la liberazione del campo di concentramento nazista proprio da parte dell’Armata Rossa 78 anni fa. Il museo di Auschwitz ha dichiarato che, a causa della guerra in Ucraina, la Russia sarà esclusa dall’imminente cerimonia che segna i 78 anni da quando l’Armata Rossa ha liberato il campo di sterminio nazista.
Il direttore del sito museale polacco ha affermato che la Russia “avrà bisogno di un tempo estremamente lungo e di un autoesame molto profondo” prima che possa tornare a partecipare ai “raduni del mondo civilizzato”.
“Data l’aggressione contro un’Ucraina libera e indipendente, i rappresentanti della Federazione Russa non sono stati invitati a partecipare alla commemorazione di quest’anno”, ha detto all’AFP Piotr Sawicki, portavoce del museo presso il sito dell’ex campo di concentramento liberato proprio dai russi.
Finora, la Russia ha sempre partecipato alla cerimonia ufficiale di commemorazione che si tiene ogni anno il 27 gennaio.
Il direttore del museo Piotr Cywinski ha detto che era ovvio che non potesse firmare una lettera di invito all’ambasciatore russo nel contesto attuale.
E così la Polonia, e l’Europa tutta, che armano i battaglioni neonazisti ucraini ispirati al massacratore di ebrei, Bandera, eroe nazionale ucraino, (e tutto il mainstream mediatico servo), si arrabatteranno nella ridicola e vergogna impresa di evitare accuratamente di nominare l’Armata Rossa, cercando di farci credere che i veri cattivi della storia sono coloro che hanno liberato gli ebrei dal campo di Auschwitz.
E quelli buoni che leggono Kant, portano la svastica e fanno il saluto nazista, quelli, invece, ci salveranno dal “pericolo russo”, pretendendo che si soffra e si muoia per loro.
Non si può che concludere, citando la nota frase di Monicelli, rivolta alla liberazione da parte degli Stati Uniti del campo di concentramento del film “la vita è bella” di Benigni: «Non come quella mascalzonata di Benigni in La vita è bella, quando alla fine fa entrare ad Auschwitz un carro armato con la bandiera americana. Quel campo, quel pezzo di Europa lo liberarono i russi, ma… l’Oscar si vince con la bandiera a stelle e strisce, cambiando la realtà.»
Cambiando la realtà. Mai così attuale.