Programmi tv come addestramento di massa alla sottomissione

Un articolo del 2014 sul nuovo indottrinamento televisivo si è dimostrato lucido e lungimirante. Lo riproponiamo oggi per rileggere l'ideologia nascosta di Masterchef e i suoi fratelli.

Programmi tv come addestramento di massa alla sottomissione
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8 Febbraio 2024 - 10.30


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di Paolo Cortesi.

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Avrete notato, credo, il moltiplicarsi (in tempi così rapidi da non poter essere fenomeno casuale o “naturale”) di programmi tv basati sulla competizione. Anzi sulla competizione esasperata che conduce ad una sistematica, progressiva eliminazione.
La formula è semplice, sempre la stessa: cantanti, cuochi, parrucchieri, pasticcieri, ballerini, aspiranti uomini d’affari (sic) e altre categorie si sottopongono al giudizio – spesso spietato, sempre severo – di sedicenti giudici. Da notare che i giudici, il cui verdetto è inappellabile, sono quasi sempre sconosciuti al grande pubblico quanto gli aspiranti che saranno giudicati, ma essi (i giudici) sono investiti di un’autorità (ripeto: autorità, dato che della loro autorevolezza nulla è dato a sapere) di un’autorità, dicevo, assoluta. Lo “spettacolo” funziona così: gli esaminandi si sottopongono a prove anche molto dure, la competizione è feroce perché il “gioco” è a eliminazione, non esistono squadre perché il vincitore può essere solo un individuo e i gruppi che occasionalmente si formano hanno una vita solo funzionale alla selezione dei singoli. I giudici usano – si noti, ciò accade in ogni programma – una durezza ostentata, una spietatezza programmatica e spiccia. Talvolta arrivano alla soglia dell’insulto, mentre l’umiliazione è regolare.
L’arroganza è il codice di questi programmi: arroganza esibita dal giudice, arroganza subìta come inevitabile e dunque necessaria da parte del candidato. O si vince o si cade nel nulla: questo è il messaggio di tali programmi che, va sottolineato ancora una volta, sono sempre più diffusi. Gli esaminati accettano supinamente l’autorità totale dei giudici: chi viene cacciato, ha spesso parole molto severe verso se stesso; così come sono esagitate le dichiarazioni: “ce la metterò tutta” o “non posso fallire questa è la mia vita” o “non la deluderò, chef” ecc.ecc.
Perché mi occupo di questa ennesima forma di tv spazzatura che, francamente, fa proprio schifo? Perché oggi la tv non descrive, ma anticipa la realtà della società.
O meglio: la tv è il battistrada, l’apripista delle teorie sociologiche delle classi dominanti. È la cartina al tornasole. È la ricetta della torta avvelenata che ci stanno confezionando. Sotto la (falsa) motivazione dell’intrattenimento, la televisione disegna e testa la società che il sistema sta imponendo.
La tv oggi è il laboratorio di prova, e al tempo stesso il maggior artefice, della società che le classi dominanti stanno disegnando e imponendo al mondo occidentale. I programmi di cui ho appena detto non sono “giochi”: sono la struttura imminente della società e del mondo del lavoro. Le classi dominanti vogliono una società docile, mansueta, fatta di individui che non hanno idea di cosa sia la solidarietà ma che vivono sgomitando rabbiosamente in una competitività frenetica. Le classi dominanti vogliono il diritto assoluto di giudicare e premiare e selezionare. La cosiddetta meritocrazia è l’infame etichetta che i padroni hanno dato alla loro pretesa di scegliere chi premiare, in base a criteri che solo loro decidono e applicano.
Altro messaggio forte che si vuole dare è questo: “se fallisci, la colpa è solo tua”, e ancora: “io ti ho dato l’occasione della tua vita, tu l’hai sprecata”: sono vergognose menzogne che servono solo a giustificare il ruolo di potere e negano che il successo sia ottenuto (come invece succede) da infinite vie anche inconfessabili, da mezzi diversi, in modi diversi e la riuscita, in questa nostra società, non dipende che in piccola parte dal reale valore delle persone. Ma se si ammettesse questo, cadrebbe come una montagna di fango l’imponente piramide sociale su cui svettano i potenti. Questa pseudo- ideologia del successo ignora, anzi irride, tutto ciò che sappiamo da secoli sulle dinamiche sociali, sulle influenze dell’ambiente economico e sulle profonde complesse reti causali che modulano la vita degli individui e della società.
Insomma: non è affatto vero che vincono solo i migliori, ed è ancora più falso che “se sei bravo, prima o poi arrivi al successo”: è la più ridicola menzogna borghese, fondata su un agghiacciante darwinismo sociale, rozzo e bestiale. Certi programmi tv sembrano divertenti passatempi che incentivano l’hobby della cucina o del canto. In realtà, sono operazioni di manipolazione culturale che stanno sovvertendo valori secolari, creati dall’impegno e dalla fatica di generazioni: solidarietà, collaborazione, consapevolezza, rispetto, autogestione, creatività sono ciarpame che ostacola il progetto di dominio delle classi dominanti.
Obbedienza, sottomissione, arrivismo e servilismo sono le nuove coordinate della società che i padroni ci stanno imponendo con la forza (repressione, controllo poliziesco, nevrosi normativa) e con la suggestione più o meno evidente di uno “spettacolo” che celebra soltanto l’imbecillità e la violenza.

Fonte: https://www.arivista.org/riviste/Arivista/389/119.htm#2.

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