G14. Decine di migliaia sfilano a Roma. "Noi la crisi non la paghiamo"

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29 Marzo 2009 - 21.00


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di Alessandro Ambrosin – da dazebao.org

ROMA – Decine di migliaia di manifestanti oggi si sono riversati sulle strade di Roma per partecipare al corteo indetto da Sdl, Cub e Cobas contro il vertice previsto a Roma dal 28 al 31 marzo, al quale da domani parteciperanno i 14 ministri dei paesi più industrializzati per discutere di lavoro e ammortizzatori sociali. L”evento ha richiamato migliaia di persone, 50 mila secondo gli organizzatori, scesi per le strade di Roma per sostenere una piattaforma comune di lotta e tutelare le fasce più deboli che continuano a pagare il prezzo più alto dei questa crisi economica.

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Nonostante il timore di forme di repressione considerando il protocollo “anti cortei” il corteo si è svolto regolarmente. Anche tra i movimenti universitari, memori del brutto ricordo degli episodi dello scorso 18 marzo, tutto è filato liscio. Alle 14 gli studenti de La Sapienza un”ora prima dell”inizio ufficiale del corteo sono usciti tranquillamente dall”ateneo più grande d”Eurora al grido di “oggi ci riprendiamo la nostra città“, per poi dirigersi verso il punto d”incontro a Piazza della Repubblica.  A questi si sono uniti i blocchi precari metropolitani, alcuni centri sociali e i senza casa e alle 15,30 il corteo era  tutto concentrato a Piazza Esedra per la partenza alla volta di Piazza Navona. “Noi G14 con i responsabili della crisi; noi con i lavoratori, i disoccupati e i precari” era lo slogan scritto a lettere cubitali sullo striscione che ha aperto il lungo corteo sulle note di Bella Ciao. Ieri si vociferava di probabili divieti che avrebbero potuto sfociare in cariche improvvise delle forze dell”ordine, invece come hanno sottolineato i sindacati di base, l”autorizzazione era stata confermata lo scorso gennaio, quando il protocollo “cortei” non era ancora stato siglato. L”intento di Cub, Coobas e Sdl è stato comunque accolto da tutti gli strati sociali che in questo momento pagano un prezzo altissimo di questa crisi.  “Sono qui per dissentire da questo governo – ci ha detto Mario, dei collettivi precari. – E” di estrema importanza che la nostra voce e la nostra rabbia non rimanga inascoltata. La crisi la stiamo pagando solo noi, non è uno slogan scelto a caso. Mentre per le fasce sociali più deboli diventano sempre più povere, per altri, come le banche, i manager del mondo della finanza e gli industriali che vivono con il sudore degli operai la situazione resta praticamente immutata. Anzi si creano i presupposti per alleggerire i loro oneri. Basti pensare alle agevolazioni sull”acquisto delle auto. Un”ennesima presa in giro. Oggi il problema principale è come poter sopravvivere in una società che calpesta i diritti, anche quello di manifestare il dissenso, ed impone con la forza le proprie politiche socio-economiche.”

Indubbio che la rabbia è molta. L”effetto della devastazione che la selvaggia liberalizzazione ha provocato è ormai visibile a tutti. Tanti sono qui per manifestare il sacrosanto diritto all”abitare contro la dilagante speculazione edilizia, altri per il diritto allo studio, altri per un lavoro che possa riconquistare l”esistenza dignitosa per ogni lavoratore. Temi scottanti e di grande attualità, per i quali non si contano più le parole sprecate e le promesse mancate. “La gente è stanca – ci dice Marta, operaia precaria del tessile -. Prima si parlava di non arrivare a fine mese e adesso molti come me non arrivano nemmeno alla seconda settimana del mese. Vogliono farci credere che siamo vittime e responsabili di questo cataclisma. Vittime perchè siamo un costo troppo elevato per le aziende che ci permettono un contratto da fame,  e responsabili perchè se noi non compriamo non siamo in grado di dare un impulso positivo, tale da far decollare il mercato. Siamo veramente a una situazione paradossale.”

Oggi, tutte le voci del dissenso presenti a questo straordinario evento sono state capaci di creare un fronte unico, una forte alleanza tra tutte quelle realtà sociali che chiedono a gran voce l”uscita da questa crisi. Una crisi che non vogliono più pagare.

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Manifestazioni anche a Londra, Parigi e Berlino
Migliaia sono scesi in piazza contro i leader mondiali e le politiche che hanno amplificato l”iniquità economica e sociale. Un fenomeno dilagante che attraversa tutte le latitudini dell”Europa. “Tassare i ricchi, fateli pagare” era lo slogan urlato all”unisono dalle migliaia di partecipanti a Londra, dove giovedì si incontreranno i leader del G20 per discutere regole più severe per i mercati finanziari e proporre alternative per favorire una ripresa economica. Gli organizzatori hanno parlato di più di 100mila persone giunte da ogni angolo dell”isola britannica, con l”intenzione di ribadire, come si leggeva in tanti strisioni: “prima ci sono le persone e poi i profitti”.
Proteste anche a Berlino,  Parigi e Franconforte, dove migliaia hanno sfilato pacificamente. Anche qui come nella capitale italiana la parola d”ordine è stata “Non pagheremo la vostra crisi”. Una verità difficile da nascondere, che fa prospettare una stagione di lotte in uno dei periodi più bui della nostra storia.  Forse “Uno spettro si aggira per l”Europa” potrebbe tornare ad essere una frase di grande attualità.

 

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