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Il 20 maggio del 1970 entrava in vigore lo Statuto dei diritti dei lavoratori. Traduzione della parola d”ordine lanciata da Di Vittorio nel ”52 “la Costituzione nelle fabbriche”, l”approvazione dello Statuto fu l”esito dello straordinario biennio ”68-”69. Delle lotte operaie, del protagonismo di massa e del generale movimento di contestazione che segnò in quegli anni la società .
Lo Statuto sanciva l”effettività delle libertà e dei diritti costituzionali per i cittadini-lavoratori e sosteneva l”esercizio dell”attività sindacale nelle fabbriche.
L”esigibilità dei diritti conquistata dallo Statuto si incardinò in particolare in due articoli: l”articolo 28 sulla repressione delle condotte che limitino libertà , attività sindacale e diritto di sciopero, e l”articolo 18 sull”obbligo di reintegra del lavoratore illegittimamente licenziato.
Con il primo si riconosce l”asimmetria di potere esistente tra lavoratori e impresa, con il secondo si nega il potere assoluto dell”impresa nell”organizzazione del lavoro e si costruisce la garanzia per l”esercizio di tutti gli altri diritti.
Lo Statuto attuava la Costituzione nel suo senso più profondo: quello del riconoscimento del carattere progressivo del conflitto sociale.
Il quarantesimo compleanno dello Statuto si celebra in un contesto tra i più drammatici. Se i processi di frammentazione delle produzioni hanno reso più acuto il problema dell”esclusione dalle garanzie dell”articolo 18 per i lavoratori delle piccole imprese, se la precarizzazione del lavoro e la legge 30 hanno posto in condizione di ricatto un”intera generazione di donne e uomini, l”attuale governo vuole chiudere il cerchio.
Il quotidiano intervento legislativo nel segno dell”intensificazione della precarietà , si combina con l”attacco portato al contratto collettivo e con la volontà di destrutturare il sistema dei diritti. E” esplicita la volontà di sancire questo processo con l”approvazione dello “Statuto dei Lavori” in sostituzione della legge 300.
A questo disegno va opposta la costruzione di un movimento ampio di opposizione sociale. Un movimento che rivendichi, a partire dalla lotta alla precarietà , l”universalizzazione dei diritti previsti dallo Statuto.
Tratto da: controlacrisi.org
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