‘
Â
Marchionne è uno dei più grandi super manager del mondo, dicono.
Ha salvato la Fiat dal tracollo, dicono.
Ha compreso la situazione della crisi in anticipo, dicono.
È andato incontro ai lavoratori, dicono. Ma chi lo dice? Dicono.
Â
Marchionne è senz”altro il borghese del futuro, quello alla mano, quello che ha compreso i movimenti iperbolici del perbenismo modaiolo, che ha dismesso il colletto bianco, perché antipatico, e ha montato il maglioncino di cotone col quale si presenta addirittura dal Papa, che è molto simpatico (il maglioncino) e fa proletariato. Insomma, in questi anni Marchionne “va un casino”, piace a tutti, anche alle mamme.
Adesso sorge il problema di Pomigliano e Marchionne si indigna perché, dice, “non si è mai visto al mondo che si debbano convincere i lavoratori a lavorare”. Certo, messa così, sembra vero. Non si è mai visto.
Non si è mai vista nemmeno un”azienda che da quaranta anni riceve incentivi statali per coprire i debiti esponenziali e puntualmente divide gli introiti fra gli azionisti e la sacra famiglia. Non si è mai visto un amministratore delegato che accetta tali incentivi con superbia, dichiarando “che tanto la Fiat ce la farebbe anche senza”, che non sarebbe stato un dramma se non ci fossero stati i programmi di rottamazione forzata. Non si è mai visto che lo stesso Amministratore Delegato, dopo solo un mese, dichiari invece il contrario, e cioè che “senza incentivi statali la Fiat rischierebbe il fallimento”. Già , non si è mai visto, ma in fondo non si è nemmeno mai sentito. L”italiano ha memoria breve.
Adesso Marchionne presenta su un piatto di melma un bel pacchetto ricatto, che sostanzialmente dice: o accettate turni massacranti, l”obbligo di straordinari imposti ed il taglio netto del diritto allo sciopero, oppure ce ne andiamo a sfruttare la gente da un”altra parte. In Polonia, magari, o in Romania, Cina, Indonesia, Africa. Anzi no, Africa no, ché i negri non c”hanno nemmeno le fabbriche.
Il ricatto è sempre il solito, reiterato da decenni: siamo un”azienda con migliaia di operai e diamo lavoro a tantissime persone. Ora, visto che l”oligarchia dominante fagocita sempre più denaro ed abbiamo bisogno di sempre maggiori dividendi, a fronte di un mercato del lavoro internazionale che offre la possibilità dell”abbattimento dei costi attraverso lo sfruttamento della manodopera, o si fa come diciamo noi, oppure chiudiamo baracca e burattini e ce ne andiamo. Sissignore.
E allora accorriamo, lavoratori sfruttati, alle porte di Pomigliano con sorrisi raggianti, prostriamoci in ginocchio a chi ci spoglia dei nostri diritti per un pezzo di pane, abbassiamo la testa perché ne va della nostra vita, del sostentamento della nostra famiglia. Ringraziamo un padrone che non ci ha mai ringraziato per un lavoro che ha fatto la sua fortuna e portiamo anche le nostre donne a sventolare fazzoletti bianchi ai colletti bianchi.
Andiamo, senza vergogna: pomiciamo a Pomigliano. Il padrone ci ama.
Â
Fonte: dazebao.org.
Â
Â
‘